Capitolo 10. Valerio

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Il resto della serata l'avevamo passato bevendo, fumando erba e parlando con sconosciuti per poi tornare a casa alle cinque di mattina distrutti. Ci restavano tre ore per dormire prima di doverci subire un'altra mattina ad escogitare il nuovo piano.

« Siete in ritardo! », ci rimproverò la ragazza.
« È stato difficile svegliarci sta mattina. », gli dissi rimanendo vago e sulla difensiva.
« Lo vedo. », disse lei con un ghigno sul volto, prendondovi in giro per le nostre condizioni.
« Ascolta volpetta, fossi in te me ne starei in silenzio, ho un mal di testa del cazzo e ci manca solo dovermi subire te che rompi le palle. », sbottò mio fratello.
« E io che c'entro? », chiese lei con voce infastidita.
« Vedi di smetterla volpetta. », disse mio fratello mettendola in guardia.
« Nessuno mi dice cosa fare. », disse lei guardandolo negli occhi con disprezzo e nel mentre piano piano un piccolo ghigno divertito le spuntò sul volto.
« Ogni giorno la tua presenza mi dà fastidio sempre di più. », le disse mio fratello facendo un ghigno a sua volta.
« Il sentimento è reciproco! », esclamò lei in risposta.
In tutto quel battibecco io me ne stavo seduto al tavolo a guardarmi un po' il telefono.
« Avete finito? », chiesi dopo qualche secondo girandomi verso di loro e alzando un sopracciglio.
« Sì! », dissero all'unisono. Sembrava volessero strapparsi a morsi la carne a vicenda, come due cani che si incontrano per strada e vogliono uccidersi lun l'altro.
« Bene, allora ripartiamo da dove ci siamo fermati. », cominciai.

« Ma non è pericoloso se facciamo così? », chiese lei.
« Sei proprio stupida volpetta, non capisco come Fox possa averti fatto inserire in queste missioni. », disse mio fratello prendendola in giro.
« Ma perché non ti fai i cazzi tuoi?! Ho fatto solo una domanda! », gli rispose lei irritata dalla sua frase.
Ormai io mi ci ero abituato al loro batticheccare. Se mi ci intromettevo anche io mi sarebbe venuto il mal di testa più grande della storia.
Perché io non perdo mai il controllo, e quando lo perdo sono capace di tutto.

Dopo essere passate le solite tre ore di organizzazione, tornammo nelle nostre case.
« Finalmente pace! Non c'è più quella rompicoglioni. », esclamò mio fratello tirando un sospiro di sollievo facendomi ridere.
« Che cazzo ti ridi? È vero! », disse lui in modo scherzoso.
« Ridevo per il modo in cui l'hai detto. Anch'io non la sopporto. », mi giustificai ridendo.
« Che facciamo sta sera? », mi domandò mentre si sedeva sul divano.
« Invitiamo una ragazza sconosciuta a casa e ordiniamo una pizza? », gli proposi.
« CI STO! », mi rispose urlando scherzosamente.

Ricordo ancora la prima volta che io e mio fratello avevamo condiviso una ragazza, era successo anni prima, quando ancora vivevamo in Italia con i nostri genitori ed ero a casa da solo con la mia ragazza, ormai ex. Mio fratello entrò in casa mentre stavamo facendo sesso quindi non lo avevo sentito rientrare. Ci becco nell'atto, ma nessuno era a disagio, fu proprio la ragazza a chiedere a mio fratello di rimanere. Avevo scoperto più avanti che era innamorata di lui e mi aveva lasciato. Solo che mio fratello la rifiutò, l'amore non faceva per lui, e poi, non mi avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, si era unito solo per fare esperienza quel giorno, nulla di più. Da lì abbiamo cominciato a condividere le ragazze.

Dopo una ventina di minuti, seduto sul divano affianco a Diego mentre guardavano la televisione, mi arrivò una notifica.
" Ciao, sono Sharron, mi piacerebbe invitarti ad una festa sta sera, sempre nello stesso luogo di ieri notte e puoi portarti chi vuoi ", mi scrisse un numero sconosciuto.
" Va bene. Grazie ", risposi aggiungendo un emoticon sorridente sotto il messaggio.
« Chi ti scrive? », mi chiese Diego mentre si alzava dal divano per andare in cucina a prendere una birra dal frigo.
« Mi ha scritto Sharron, il ragazzo simpatico di ieri sera. Vuole che andiamo anche stasera. », gli risposi, andando anch'io in cucina per prendermi una birra da bere insieme a lui mentre parlavamo.
« Allora prima mangiamo e scopiamo e poi andiamo. », disse stappando il tappo della bottiglia e berne poi un sorso.
« Va bene. », dissi mentre ero concentrato a pensare a cosa avrei potuto mettermi.
Sarei dovuto andare a fare shopping di vestiti, da quando avevo iniziato palestra ho dovuto cambiare le taglie dei vestiti, così a volte non so cosa mettermi visto che mi starebbe stretto o piccolo.

Allenarmi mi aiutava ad essere in forma per il lavoro e ad attirare le ragazze.

Andai in camera mia, appena finita la birra e aprii il mio armadio.
« Ti serve una mano? », mi chiese Diego alle mie spalle.
Lui al contrario mio era pieno di vestiti e sapeva come abbinarli, in quello io ero decisamente una frana, mi sarei messo le prime due cose che capitavano e sarei sembrato Arlecchino.
« Stai bene con tutto. Non farti paranoie, Vale. », mi disse gentilmente lui capendo a cosa stessi pensando. Passavamo così tanto tempo insieme che a volte era come se ci leggessimo nel pensiero. « E poi io e te siamo identici di viso e corporatura, quindi se una cosa sta male a te sta male anche a me. Prendi qualcosa dal mio armadio prima che cambio idea. », continuo dopo qualche secondo di pausa.
Andai in camera sua con lui che mi seguiva e mi aiutava a scegliere.
Durante gli anni io, ho notato che lui aveva più ragazze di me dietro, insomma, lui aveva una voce molto grossa, potente e marchiata, a differenza della mia che era più normale, meno attraente. Poi aveva un modo di fare che alle ragazze piaceva di più. Perciò pensavo che lui fosse meglio di me, ma questo non mi fece mai vivere sotto la sua ombra, agivano insieme la maggior parte delle volte, quindi il problema di chi fosse più voluto non mi si poneva davanti.

« Mettiti questi. », mi ordinò lui prendendo lui stesso dei vestiti, ormai stufo del fatto che io non sapessi cosa scegliere.
Mi diede: una t-shirt nera slim fit, abbinata a jeans cargo dello stesso colore. Sopra, una giacca in pelle che mi aggiunse un tocco di mascolinità attraente. Per i piedi scelsi dalle mia scarpiera delle sneakers alla moda.

« AHHH, CHE BELLA SCOPATA! », esclamò lui mentre camminavamo per strada.
« Non urlare per strada! », lo rimproverai io tirandogli uno schiaffo in testa.
« PROVACI UN ALTRA VOLTA E- », urlò lui per minacciarmi ma non lo feci finire di parlare e gliene tirai un altro e poi cominciai a correre.
« SEI MORTO VALE!! », urlò rincorrendomi, pronto a prendermi a pugni.
« PRIMA DEVI PRENDERMI!! », urlai istigandolo ancor di più, ma non fece in tempo ad acciuffarmi che ero già arrivato all'interno della casa.
« Per sta volta te la sei scampata. », mi disse entrando dentro a sua volta dalla porta d'ingresso.

« Eccoti. », disse una voce dietro di me mentre prendevo da bere con mio fratello.
Mi girai e vidii che era Sharron insieme a Charlie.
« Eccomi qui. », dissi io nel mentre che con le braccia mi indicavo il corpo scherzosamente.
« Lui è tuo fratello? », mi chiese Sharron indicando mio fratello. Una domanda sciocca visto che era palese, ma probabilmente l'aveva fatta solo per dire qualcosa.
« Sì, è il mio gemello Diego. », risposi sorridendo fieramente.
« Posso presentarmi anche da solo. », disse scocciato mio fratello tirandomi una gomitata.
« AHIA, CRETINO! MI HAI FATTO MALE! », gli urlai io in risposta.
« TU PRIMA MI HAI TIRATO DUE SCHIAFFI IN TESTA! TE LO SEI MERITATO! », urlò mentre rideva scherzosamente facendomi una pernacchia. « Prendila come una vendetta. », aggiunse poi.
Sharron e Charlie si godevano la scena ridendo.
Dopo un po' ci dividemmo tutti e quattro per socializzare con le persone e rimediarci qualche minuto di benessere.
Io conobbi una ragazza bionda che mi fece un pompino del bagno.
« Come sto andando? », mi chiese guardandomi negli occhi lei mentre era inginocchiata a darmi piacere con la bocca.
« Benissimo. », le risposi mettendole una mano nei capelli e stringergli per muovergli io la testa un po'.
Ma a rovinare quel momento fu mio fratello con una ragazza asiatica.
Noi due ci guardammo econ lo sguardo lui mi disse " Scusa, non sapevo fossi qui. " Io gli risposi sempre con lo sguardo " Non fa nulla, tranquillo. Le lasciamo e andiamo a cercarne una da dividerci? ". Lui annui e uscimmo senza proferire parola alle due.
« CI MOLLATE QUI? SUL SERIO?! », urlarono le due indignate dal nostro comportamento.
« Sforbiaciate. », consigliò mio fratello alle due, facendo le spallucce mentre camminava al mio fianco.
Nel mentre che andavamo, rincontrammo Sharron che se ne stava a guardare lo schermo del telefono in attesa di una risposta ad un messaggio.
« A chi scrivi? », gli chiesi io di fianco a lui, che si spaventò sentendomi parlare, era così occupato che non mi aveva notato.
« Ad una ragazza, non mi ha detto se alla fine viene o no stasera. », mi rispose guardando ancora la chat.
« Uhhh, quindi ti piace qualcuna!! », disse mio fratello prendendolo in giro scherzosamente.
« No. », rispose ridendo. « Però ci tengo che venga. », disse rimanendo vago.
« Uhh, te la vuoi scopare di brutto allora! », lo prese nuovamente in giro mio fratello.
Lui non rispose, poteva essere sia un sì che un no. Ne io ne mio fratello lo capimmo, ma decidemmo di lasciarlo perdere. Se non voleva dirlo non ci saremmo immischiati.
« OH, ECCOLA. È VENUTA! CI VEDIAMO DOPO! », urlò contento quando la vide entrare dalla porta e corse verso di lei.
Diego e io non eravamo interessati però a girarci a vedere chi fosse la ragazza misteriosa perché stavamo controllando in giro qualcuna da farvi assieme come avevamo detto poco prima.

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