Capitolo cinque

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🔴 Trigger warning 🔴
violenza

| LA STANZA 127 |

Poche volte era capitato di trovarti in una stanza piena di ragazzi, fighi e che emanassero un'energia negativa, tanto da metterti i brividi. In realtà mai. Ma in questo giorno sì. E tralasciando il fatto che le loro facce urlano pericolo in tutto e per tutto, il modo in cui la loro attenzione si sposta su di te ti dà il colpo di grazia.

Vorresti sparire. Se c'è una cosa che odi, tantissimo, è l'essere squadrata dalla testa ai piedi, tanto da farti sentire in soggezione.

Il tuo cuore, colui che la maggior parte delle volte ha il sopravvento su ogni tua azione, ti urla di girare i tacchi e correre via.
Ma il tuo cervello, la parte più saggia, ti sta imponendo di rimanere esattamente dove sei. Ed è il dove sei che continua a farti pompare il cuore a mille, hai un groppo alla gola e lo stomaco sottosopra.

Sei nella stanza 127, una stanza in cui non dovresti essere in situazioni come questa, alcuni membri della banda stanno per contrattare con degli ospiti.

Ti guardi attorno e ispezioni brevemente il territorio nemico.
Perché proprio ora le persone che sono presenti, tranne Yangyang, sospetti si trovino tutte in cima alla famosa lista.

La luce nella stanza è soffusa, ma ciò che la rende incredibilmente spettacolare sono le luci a neon, colorate, che si trovano in ogni angolo delle pareti verde fluo. È una particolarità del Lemonade che ha attirato subito la tua attenzione, a giudicare dalle situazioni precedenti Taeyong è in fissa con le ciliegie, le luci a neon e i colori fluo.

Non ci voleva mica un genio.
Qui dentro è tutto fosforescente.

Ci sono dei divanetti che sono posizionati contro tre pareti, uno alla tua destra, alla tua sinistra e di fronte. Capisci che c'è un motivo se, al centro della stanza, si trova un tavolo rotondo con attorno quattro sedie. Tutte occupate. Il tuo intuito ti suggerisce che solo due di loro, che siedono a questo tavolo, sono degli estranei.

Sono ospiti. Perlopiù dei procacciatori d'affari in giacca e cravatta.

Il più grande fra i due, che sembra essere il capo, ha il volto contratto e la mascella serrata, l'altro se ne sta con la testa china su una valigetta ventiquattrore.
Sono occidentali.
Vogliono tutto, tranne che stringere un accordo con gli NCT.

Il capo è l'ultimo a posare lo sguardo sulla tua figura, guarda prima te e poi Yangyang alle tue spalle. I suoi occhi azzurri ti fissano senza ritegno.
«Di solito odio avere intrusi mentre si parla di affari, ma se hanno questo aspetto sono le benvenute.» ridacchia, credendosi spiritoso.

Nessuno dei presenti sembra essere divertito, neanche quello al suo fianco, che invece ha poggiato le mani sulle cosce e continua a picchiettare le dita sulle ginocchia.

Yangyang reprime con tutte le sue forze la voglia di prenderlo dal collo e sbatterlo con la testa sul tavolo, «Va'.» parla a te invece, e indica nella direzione dell'ultima persona su questo mondo che vorresti vedere.

Jaehyun.

È bello, più di ieri. E ti prenderesti a schiaffi per averlo pensato, perché nonostante la sua bellezza è un bastardo senza ritegno.
I capelli neri e il taglio mullet gli incorniciano il viso perfettamente squadrato, gli occhi neri e assetati di vendetta ti scrutano come se fossero quelli di un lupo che guarda un povero agnello indifeso.

Aurora (Korean Idols Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora