4.Habits (Stay high)

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DYLAN'S POV

🌊

Oh, I can't go home alone again,
I need someone to ease the pain
Oh, I stay in my game of make believe,
where the fun is never-ending
All the time, to keep you out of my mind
Ooh-ooh-ooh-ooh, ooh-ooh-ooh-ooh
High, always, to keep you out of my mind. 


Mi svegliai tra i vetri rotti e le sedie sparse, rotte, e i cuscini ovunque, piume disperse per tutta la stanza. Mi accasciai sul pavimento stando attento a non tagliarmi con qualche vetro sparso in giro e dalla finestra che avevo davanti a me che era vicino al tavolino ribaltato. Vidi la pioggia scorrere tra gli alberi e il suo suono inconfondibile, ci fu solo un secondo in cui rimasi a guardare come la pioggia scendeva, come quel piccolo picchiettio suonava ancora nella mia testa. Senza mai andarsene, rimanendo impressa nella mia testa. Quei ricordi offuscati. Senza accorgermi chiusi gli occhi, beandomene. Il cielo nuvoloso, scuro, pieno di tuoni, come la sua anima. L'unico momento dove le lumache posso godersi di una giornata. Dove la natura gode dell'acqua che il cielo gli dona, mentre i fiumi si riempiano sempre di più, dove ogni giorno in quel lago in cui camminava. Anche con la pioggia la rendeva sempre splendente.

Mi alzai dal pavimento, andai in cucina presi una tazza e versai il caffè nella tazza, aprii una delle finestre immergendomi in quell'odore di umidita, fresca. Posai la tazza e presi dai pantaloni un pacchetto di sigarette l'accesi e me lo misi in bocca. Rimasi qualche minuto a guardare come scendeva la pioggia. E non era la prima volta che rimanevo come un idiota guardare la pioggia. A differenza del salotto la cucina era messa molto meglio, solo le sedie spaccate in giro. Ispirai il fumo per poi buttarlo e quando stavo accedendo la seconda sigaretta della mattina senti vibrare il mio telefono. Lo presi e nella schermata vidi comparire il nome di Josh, non proprio con la persona con cui volevo parlare di prima mattina, stavo già per rifiutare la chiamata quando mi accorsi di una cosa.

Andai subito nella camera di Daisy dove trovai il suo letto intatto e le sue chiavi sul tavolino. Accettai subito la chiamata.

‹‹Dove cazzo e mia sorella!››

‹‹Per prima cosa buongiorno,›› non era la voce di Josh ma era quella di Luke.

‹‹Luke non ho tempo per le tue stupidaggini, né per il tuo buongiorno perché non lo è, allora mi dici dove cazzo ha dormito mia sorella!››

‹‹Si va bene, ma prima calmati.›› Senti nelle vene bruciare la rabbia per tutto quello che era successo nelle ultime 24 ore.

‹‹Non provare a dirmi di calmarmi, perché ieri non sei stato proprio di aiuto e ti ricordo che è stato per colpa tua che è successo quello che temevo di più.›› I ricordi stavano tornando.

‹‹Non e stato tutta colpa mia, ti ho detto che se ne era andata e non me ne ero accorto,›› provo a difendersi. Una cosa assolutamente stupida.

‹‹Non sono stupido, so che ieri mia sorella ti doveva qualcosa, anche se dopo ti ha dato quello che ti meritavi. Allora mi dici dov'è?›› Chiesi con il limite alla mia pazienza.

Non ci fu risposta, solo un piccolo rumore, ‹‹tua sorella e a casa mia, vieni a prenderla.›› non era più Luke era Josh che aveva risposto. Poi il silenzio. La schermata del telefono non era più sulla chiamata, Josh aveva chiuso la chiamata. Provai una rabbia che non avevo mai sentito prima, avvolte mi chiedevo se era meglio rispedirla a casa, sarebbe molto più sicura che qui, non si sarebbe messa nei casini come e successo nelle ultime ore. Presi le chiavi della macchina e usci di casa.

Dandelions-Anima invisibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora