4. Lingua - Brycen

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Non proseguite se non avete concluso la lettura di Unmasked!

Un sospirò svuotò il petto di Brycen quando posò libri e taccuini sul tavolo

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Un sospirò svuotò il petto di Brycen quando posò libri e taccuini sul tavolo. Una quantità eccessiva per la prima lezione, lo sapeva; probabilmente non sarebbero andati oltre il mero approccio all'alfabeto sayfano e alla sua pronuncia, ma era rassicurante avere tutto a portata. La sola idea di poter allungare una mano e sfogliare un tomo per trovare una risposta era in grado di scacciare una discreta porzione del suo nervosismo.

«Non spaventarti» disse ad Alexiej, che si era già seduto al tavolo. «È probabile che oggi non apriremo neanche un libro. Vorrei innanzitutto che prendessi confidenza con la lingua, che la esplorassi con la giusta calma finché non ti sentirai a tuo agio nell'utilizzarla. Partiremo dalle basi, naturalmente, e ci addentreremo in qualcosa di più complesso solo quando ti sentirai pronto. Nessuna fretta e, soprattutto, nessuna pressione: rilassati e non esitare a chiedere o a sperimentare, se ti aggrada. Possiamo esercitarci quanto e quando preferisci, sono a tua completa disposizione.»

Alexiej annuì, gli occhi marroni fissi su di lui. Aveva ancora la postura rigida dell'educazione zimea, busto dritto e mani chiuse a pugno sulle cosce, con i capelli rossi raccolti in una treccia morbida. Gli sarebbero occorsi mesi, forse anni per abbandonare quella formalità – com'era stato per lui, che ancora se la trascinava dietro insieme al suo accento.

Edvokin, al contrario, si era abituato in fretta. In quel momento se ne stava stravaccato sul divano, pigramente abbandonato sui cuscini con la camicia aperta e i capelli sciolti sparpagliati sul petto. Al suo fianco era distesa Chloe, le gambe coperte dal qípáo che penzolavano oltre il bracciolo e la testa schiacciata contro la sua spalla, senza curarsi di spettinare la crocchia in cui aveva raccolto i capelli. Brycen non riusciva a udire i commenti che si sussurravano a vicenda, ma dovevano essere piuttosto divertenti a giudicare dalle loro risatine soffocate.

«Siete ancora qui?»

«Mi sembra ovvio» sghignazzò Edvokin. «Se hai intenzione di impartire lezioni di lingua al mio fidanzato, mi sembra doveroso assistere. Potrebbe rivelarsi uno spettacolo interessante.»

Brycen inarcò un sopracciglio. Non aveva usato l'inflessione con cui pronunciava un commento sarcastico, ma per quale altra ragione quel commento poteva suscitare tanta ilarità?

«Te l'ho detto che non avrebbe capito» mormorò Chloe, con un ampio sorriso sul volto.

Edvokin le rivolse uno sguardo complice. «Non è forse ciò che lo rende così esilarante?»

«Si può sapere di cosa state parlando?»

«Di lingua, Bry. Lingua.» Chloe pronunciò quella parola anche in sayfano, poi si voltò verso Edvokin. «Non è buffo che anche in sayfano si possa usare la stessa parola? In jiyano non renderebbe.»

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