14. Intimo - Mindy

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Un mese dopo l'apertura, Notti di Seta era ancora invaso da decine di potenziali clienti. Mindy aveva intenzione di aspettare che l'entusiasmo della novità scemasse per visitarlo senza dover sgomitare tra la folla, ma quello era il primo negozio specializzato in abbigliamento intimo femminile a Mehtap ed era evidente che non avrebbe visto momenti di tranquillità a breve.

L'interno era carino, con le pareti scure e le lampade al Sihir che diffondevano luce calda, una lunga serie di scaffali e appendiabiti a esporre così tanti modelli di prova che l'intero pomeriggio non le sarebbe bastato per provarli tutti. Se avesse avuto compagnia, l'avrebbe fatto volentieri... ma Sabrina era impegnata in Accademia, Louis era al Centro di Ricerca, Edward e Jessica odiavano girovagare per negozi e Nosh aveva ammesso che accompagnarla in un negozio simile l'avrebbe messo a disagio. Così ci era andata da sola – anche da sola non aveva voglia di cambiarsi ed era incline a fare pessimi acquisti – perché si era messa in testa di farlo quel giorno e così sarebbe stato.

O quantomeno era la scusa che continuava a ripetersi. La verità è che aveva visto l'annuncio dell'inaugurazione con Chloe, avevano detto che ci sarebbero andate insieme, e Mindy continuava a pensarci ogni volta che superava l'insegna del negozio. Magari, se ci fosse entrata, quel maledetto pensiero avrebbe smesso di tormentarla. Magari, se avesse dimostrato al suo cuore che poteva farlo anche senza di lei, che non aveva bisogno della sua presenza nella sua vita, avrebbe smesso di sentire la sua mancanza. Avrebbe smesso di fare male.

Invece era ferma di fronte a un completo rosa decorato con pizzo nero ai lati del perizoma e sulle coppe del reggiseno, e il primo pensiero che attraversò la sua mente fu che a Chloe sarebbe piaciuto da impazzire. Si guardava attorno e sapeva davanti a quali pezzi avrebbe storto il naso, quali avrebbero acceso il suo entusiasmo, quali le avrebbe consigliato, quali avrebbe voluto comprare solo per vedere la reazione di Brycen. Riusciva a immaginarsela correre da un lato all'altro del negozio come una bambina e lo sapeva, lo sapeva che insieme a lei quella visita sarebbe stata molto più piacevole. Ogni cosa lo era.

Perché aveva dovuto rovinare tutto?

Tirò su col naso mentre il pizzo diventava un alone sfocato per via delle lacrime che le pizzicavano gli occhi. Sollevò un braccio e li asciugò con la manica cercando di non farsi notare – quale idiota che piangeva nel bel mezzo di un negozio? – e si voltò, puntando l'ingresso. Entrare lì era stato un errore, farlo da sola ancora di più. Sarebbe andata nel bar in fondo alla strada, avrebbe fatto merenda con caffè e paste dolci per scacciare il malumore, e poi—

«Ehi.»

Mindy sputò fuori una risata nervosa. Pregò il Signore della Luce di aver confuso quella voce per un'altra, che si fosse trattato di un'allucinazione uditiva, ma ovviamente le stelle avevano deciso di prendersi gioco di lei. Alzò lo sguardo e Chloe era lì, con i capelli azzurri raccolti in due piccole crocchie ai lati e l'espressione da cucciolo bastonato che non avrebbe dovuto agitare il suo stomaco, eppure lo faceva. Tristezza e fastidio si mescolavano insieme, era arrabbiata e felice di vederla, e di nuovo arrabbiata perché non voleva essere felice, e ancora di più perché non aveva idea di cosa si fosse messa addosso. Era un abito jiyano, quello era evidente, ma cos'era? Sembrava un kimono senza maniche indossato sopra uno con le maniche, ma di colore diverso. Non aveva cintura e il taglio della gonna era dritto, lungo fino al ginocchio, e sovrastava un pantalone dal taglio ampio che si stringeva attorno alla caviglia.

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