Julia's Pov
Dopo aver passato sei ore di lezione, senza seguire nemmeno una materia e a chiedermi e pianificare il discorso che farò a Miss Allen, mi dirigo con Kai verso il Red River High School Performance Hall.
La struttura comprende un auditorium da settecento posti, una hall per eventi, una sala prove dell'orchestra, dodici aule nei quali gli studenti svolgono lezioni o si esercitano, un'aula per strumenti, camerini per il trucco e per il guardaroba, un laboratorio di composizione di musica digitale e un laboratorio indipendente montapalco per spettacoli e montaggio scenografie.
Insomma, una struttura molto organizzata e funzionale. Se non mettiamo in conto che hanno sbagliato mettendo il mio nome, potrei definirli impeccabili.
<<Speriamo che la Allen sia in buona oggi. Non vorrei facesse come con Jennifer l'anno scorso!>> esclama la rossa.
Jennifer faceva parte dell'orchestra che dirigeva la professoressa. Un giorno, durante le prove, pare che si sia arrabbiata così tanto da prenderle il violino e lanciarglielo dall'altra parte dell'aula. Più precisamente verso la finestra che, sfortunatamente, era aperta.
Per fortuna nessuno si è fatto male, tranne che per Jennifer, ma dal punto di vista emotivo.
Appena entriamo all'interno della struttura, ci dirigiamo verso il bancone chiedendo alla segretaria se può dirci in quale aula si trova la professoressa.
Ci risponde che si trova nell'aula tre e, a passo di carica, iniziamo a incamminarci. Man mano che mi avvicino sento voci che cantano, non capiscono cosa ma è una melodia talmente dolce che mi dispiace interromperla.
<<Ok, tu rimani qua. Conoscendoti, ti metteresti a ridere se dovessi vedere la sua reazione quando le dirò che si è sbagliata.>> diciamo che Alice Allen non è una donna semplice. Lei non sbaglia mai, e se qualcosa non le risulta allora è colpa degli altri. Forse è un pochino orgogliosa, ecco.
<<Ehi! Sei una stronza, JJ.>> esclama, facendo la finta offesa. <<Però hai ragione, quindi vai prima che mi metta a ridere già da adesso!>>
So che lo farebbe davvero, perciò mi affretto ad avvicinarmi alla porta e a bussare.
Bastano due colpi, per far sì che la melodia si blocchi e che la professoressa apra la porta. Diciamo che odia essere disturbata.
Appena mi vede, però, non mi lascia il tempo di fiatare che sorride e inizia a parlare. <<Ecco la ragazza che animerà il mio musical!>> esclama tutta contenta.
Sforzo un sorriso. <<Miss Allen! Mi dispiace molto interromperla durante le sue lezioni.>>
Brava JJ, fai la lecchina che magari invece di strozzarti si limiterà a gettarti pure a te dalla finestra.
<<Era proprio di questo che volevo parlarle.>> uso un tono calmo e tranquillo, come se quello che le sto per dire non la farà dare di matto, come se fosse una sciocchezza.
<<Vede, deve esserci per forza stato un errore. Non so come sia possibile che il mio nome sia finito sulla sua lista. Io non mi sono nemmeno candidata!>> dico, sorridendo alla fine.
Prendiamola sul ridere, perché se dovessi prenderla seriamente non ne uscirei viva.
Sbatte le ciglia, inclina il capo e mi sorride. È una cosa molto inquietante, questa.
<<Cosa vorresti dire, cara? Che io ho sbagliato? Che sulla mia lista non c'era scritto J. J. M. ? Che il video dove canti divinamente la canzone Girl On Fire è finto?>> adesso mi uccide, me lo sento <<Io non credo! Anzi, guarda tu stessa!>>
Rientra in classe, recupera la lista e me la mostra. In effetti è vero, c'è il mio nome. Ma non demordo.
<<Magari ha aggiunto una J in più. È sempre stata Jayleen Str... eh, Miller, a interpretare la protagonista. Io...>>
<<Professoressa Allen, la sfigata ha ragione!>> la voce acuta della mora mi arriva dritta alle orecchie, facendomi prendere un colpo.
Sarò io che mi spavento sempre, ma è possibile che arrivi sempre appena la si nomina? È come quando, nei film o nei libri, una minaccia sta attaccando la terra e casualmente il supereroe di turno ci passa accanto per poi fermarsi e fare cose da eroi.
Solo che questo non è un film o un libro, ma la realtà.
E soprattutto, Jayleen non ce la vedo come supereroina.
Dietro di lei noto Kai, che se la ride sotto i baffi.
La professoressa sposta lo sguardo sulla mora. <<Oh, ciao anche a te Janila. Come mai sei qua?>>Trattengo una risata, coprendomi la bocca con la mano. Jayleen odia quando qualcuno sbaglia il suo nome. Con tutta se stessa.
<<Mi chiamo Jayleen. Comunque, sono qua per dirle che su quella lista ci dovrebbe essere scritto il mio nome. Non il suo!>> esclama inviperita, fissandomi male.
Si ma calmati, che nessuno ti ha sbagliato tinta per capelli.
<<Vede? Non sono l'unica a dirlo!>> per quanto mi stia antipatica, ha ragione. <<È sempre stata lei ad essere la protagonista!>> ribadisco, perché è vero. Di tutti i musical svolti, lei ne faceva parte. Che fosse come personaggio secondario o protagonista, anche se più volte era quest'ultima, lei partecipava.
A lei piaceva far parte del mondo dello spettacolo, mentre io non volevo e non potevo.
<<L'ha sentita, professoressa? Io sono molto più brava e talentuosa di lei! Mi ha sempre fatto un sacco di complimenti sulla mia voce, e adesso mio vuole sostituire con questa campana?>>
Si scrive umiltà, si legge Jayleen Miller.
<<Esatto! Io sono una campana ormai! In quel video avevo si e no quindici anni. Mentre lei...>> vengo interrotta, però dalla professoressa.
<<Adesso basta! Signorina Miller, se dice che la signorina Morrison è una campana, i problemi sono due: o non ha visto il video, oppure ha bisogno di impianti acustici.>> esclama spazientita. <<E per quanto riguarda lei, signorina Morrison, visto che dice che la signorina Miller ha ragione, allora lo dimostri.>>
Ma perché capitano tutte a me?
<<La prossima settimana, quando inizieranno le prove, verrete qua, per le quattro del pomeriggio. E canterete entrambe lo stesso brano: Talking to the Moon.>>
Ora del decesso di Julia Jill Morrison: 15:34.
<<È un brano difficile? Si. Mi interessa? Assolutamente no. Dovrete stare attente a non esagerare o strafare, ma anche a non rovinarla dandole del brio, dell'emozione! Sarete in diretta sul sito della scuola, così che tutta la scuola possa assistere e dire la loro opinione!>> esclama, entusiasta della sua stessa idea.
Jayleen ribatte qualcosa, ma non l'ascolto.
Sono rovinata. Mia madre non può assolutamente saperlo. Darebbe di matto e sono sicura che finiremo per litigare. Ed è l'ultima cosa che voglio.
<<Ah e non provate a fingervi stonate, perché lo so riconoscere.>> detto questo, rientra in aula come se nulla fosse.
Ma perché la sfiga mi perseguita?

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The Final Musical
Teen FictionSe pensate di essere perseguitati dalla sfiga e dal disagio, allora non avete conosciuto Julia Jill Morrison. A sette anni ricevette la prima nota a scuola. Perché? Durante una verifica di storia aveva semplicemente chiesto un matita, ma per l'inseg...