Marlene
La mattinata è iniziata nel peggiore dei modi. Mi sono svegliata con un volto irriconoscibile. Ieri papà si è proprio dato da fare.
Un dolore lancinante attraversa tutto il mio corpo, un ricordo vivido delle botte ricevute ieri sera.
Ogni movimento è un tormento, e il pensiero di dover andare a lavoro mi devasta.
Oggi è una di quelle giornate in cui vorrei solo autocommiserarmi da sola nel letto, senza vedere e sentire nessuno. Ma non ho scelta.
Mi alzo con un sospiro, cercando di ignorare il mio corpo indolenzito. La luce che filtra dalle tende della mia camera mi ricorda che ho delle responsabilità.
Devo preparare i miei fratelli. Impresa più ardua non esiste.
Guardo lo specchio, ma l'immagine riflessa è un pugno allo stomaco, non fa altro che ricordarmi quanto io abbia fallito nella vita.
Cerco di nascondere i segni evidenti di quello che è successo. Con un po' di fondotinta provo a coprire i lividi sparsi sul viso. Riguardo al taglio sullo zigomo, non c'è niente da fare, posso solo sperare che la gente non faccia domande.
Non sarà perfetto, ma è tutto quello che posso fare.
Esco dalla mia stanza e con un paio di passi arrivo davanti alla porta di Tyler e Ryan, che dormono ancora profondamente.
Li guardo. I miei piccoli. Non devono sapere, non oggi. Forse un giorno, spero il più lontano possibile.
Li scuoto delicatamente, sussurrando i loro nomi.
Quando finalmente si svegliano, i loro occhi si illuminano, e per un momento mi scordo di tutto. Il cuore torna al suo posto, e la testa smette di bombardarmi.
«Buongiorno, guerrieri!» dico, cercando di infondere nel mio tono un entusiasmo che non sento.
Loro non dovranno mai conoscere la Marlene di ieri sera.
«Possiamo restare a letto un po' di più?» chiede Tyler, mentre sbadiglia.
Gli tasto la fronte, per sentire se la febbre è tornata. Per fortuna è fresco come una rosa.
Li lascerei dormire tranquillamente tutta la mattinata, se non fosse che devo sistemare tutta la casa e andare a lavoro.
Ho già preso l'impegno con la signora Laurence. Oggi staranno da lei tutto il giorno.
«No, dobbiamo prepararci. Oggi andiamo dalla signora Laurence» rispondo, cercando di sembrare sicura.
«Quindi, preparate i vostri zaini e mettete i vostri giocattoli dentro, non torneremo più tardi a prenderli.» Gli ordino.
Mentre si occupano dei giochi, mi dirigo in cucina per preparare la colazione.
I cereali sono tutto ciò che ho in casa, e mentre li verso nelle ciotole, non posso fare a meno di pensare a quanto sia ingiusto tutto questo.
Loro non dovrebbero vivere così. Forse neanche io merito di vivere così.
Dopo aver fatto mangiare i piccoli, usciamo di casa e ci avviamo verso la signora Laurence, che vive proprio accanto.
Prima di chiudere la porta, do un'ultima occhiata all'appartamento in disordine. Un ulteriore promemoria di ciò che mi aspetta dopo aver accompagnato i bimbi.
La signora Laurence è sempre gentile con noi, una delle poche persone nel quartiere che non ci giudica.
«Finalmente, vi stavo proprio aspettando!» esclama Laurence, appena ci vede. Tyler e Ryan entrano come due furie, senza neanche salutare.
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GHOST'S GAME
ChickLitIn una periferia oscura di Miami, tra povertà, crimine e violenza la vita di quattro ragazze, cambia radicalmente quando le loro storie si intrecciano con quella degli Strays. Cercano di sopravvivere ognuno con i propri segreti e drammi personali. Q...