"Un divertimento senza fine"
(Trigger Warning: Potrebbero esserci scene cruente, molto più del solito e, soprattutto, momenti che potrebbero risultare pesanti a quel pubblico più sensibile. Pertanto, si prega di prendere queste parole con discrezione, e leggere il capitolo solo se non siete soggetti a suscettibilità a causa di certi argomenti che verranno trattati)
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Nella loro tabella di marcia per la giornata odierna, attualmente, vi era una capatina da Thaéris e dagli Emirkhan ad Arukhna, a quanto pare con qualche nuova informazione da riferir loro. «Secondo te, cosa dovrebbero aver trovato di così importante, Anachiel?» chiese Aesir alla dea, affiancandola davanti al gruppo. Ella scrollò le spalle, con nessuna supposizione plausibile:«Non saprei. Potrebbe anche essere una sorta di resoconto dopo l'assalto a Dünyalgisi-»
«O un nome del capitano col quale avremo a che fare» rispose Lucifugo per la madre, con questa e la sua collega di pari elemento che si voltarono. «Può essere, Kaiyo. Non nego che possa benissimo essere qualcosa del genere» rispose quindi Anachiel, continuando il suo percorso verso la città sotterranea, salvo poi giungere alla solita discesa dove, ad aspettarli, vi era ovviamente Thaéris.
Avvicinandosi al gruppo, quindi, ella li accolse col suo solito sorriso amichevole, dicendo loro:«Buongiorno a tutti voi! Prego, seguitemi. Vehuiah vi sta aspettando giù al santuario» perciò, prendendo in custodia i sette, la Portatrice di Pace fece per condurli all'interno di Arukhna, con Rahab che, anche un po' per conoscere la composizione della città, si mise più avanti. Sembrava ammirare come il tutto era ben strutturato e organizzato, con l'intera Fazione che, comunque, stava facendo il proprio dovere, con tutti loro che avevano i compiti ad essi assegnati. «Devo dire che non mi sarei aspettato Arukhna in questo modo, davvero» disse lui a Thaéris, con ella che sorrise, felice del fatto che a lui, comunque, piacesse quel luogo. «Oh, ti ringrazio, Rahab! C'è da dire che, come ben saprai, ha anche una storia che parte proprio da delle fondamenta instabili, dovute agli assalti degli Yıkımran contro di noi. Il caos è davvero pesante da affrontare, perché testardo. L'ordine, invece, fa il suo, sa quando agire e quando rimanere nel suo piccolo» chi meglio di lei sapeva descrivere l'elemento del quale lei era la sovrana, e di quello col quale aveva molti patemi. Rahab ascoltava la sua spiegazione con dovuto interesse, annuendo in risposta, e dicendo:«Ah, lo capisco, assolutamente. Avendo visto come agiscono gli altri, qui posso dire che vi è un bel legame, un grande affiatamento» e con la Dea che sorrise nuovamente, lasciando che il suo sguardo passasse tra quelle costruzioni nella roccia, e con gli Emirkhan che salutavano ella e il gruppo con tanto gaudio, rispetto, sospirò di pura gioia, dicendo:«Loro hanno visto più volte la morte che la vita. E comunque posso dire che, per me, loro sono la mia famiglia» vi era un piccolo angolo vulnerabile nello spirito di lei, uno spazio di senso materno nei confronti di chi aveva al suo fianco, sotto la sua ala protettiva... anzi, sotto le ali. Ogni qualvolta ella riusciva a catturare i loro sguardi, quasi non si sentiva la loro sovrana, ma una di questi, come se tutti fossero capi di loro stessi, con Thaéris come forma di supporto, di presenza superiore con la quale confidarsi. Era una figura decisamente più potente di tutti quanti loro, ma comunque l'umiltà non le era mai mancata.Giunti quindi al santuario, potevano sentire i passi risonanti dentro esso, con Vehuiah che, sicuramente, li stava aspettando. Perciò, anche per non farla attendere oltre, Thaéris si fece da parte per farli entrare nel sacro luogo, con la prima degli Emirkhan che sorrise alla loro presenza, dicendo poi:«Salve a voi, miei cari. Oh, abbiamo anche un nuovo arrivato. Piacere di conoscerti, io sono Vehuiah, la capitana numero uno degli Emirkhan» ella fece per avvicinarsi a Rahab, con questo che, porgendole la mano e chinando il capo, rispose con garbo:«Incantato, e onorato di conoscerla, capitana Vehuiah. Io sono Rahab» i due si trattennero in una stretta di mano, con la capitana che guardava negli occhi dell'avventuriero, quasi come se lo studiasse. Era interessata a conoscere di più di lui, ma comunque sapeva anche che, forse, era il caso di andare diretta al punto. Perciò, tornando al discorso principale, Vehuiah fece un passo indietro, dicendo al gruppo:«Tornando a noi, vi ho fatti venire qui, anzitutto per ringraziarvi sentitamente dopo la vostra vittoria contro Azazel, e anche per aver sgominato l'ennesimo assalto degli Yıkımran a Dünyalgisi. Ahimè, però, non posso dire lo stesso del numero di scomparsi, o deceduti, nelle ultime quarantotto ore. Thaéris, hai ancora il resoconto mandatoti da Cennet?» con la Dea che annuì, quindi, ella schioccò le dita, facendo apparire quello che era un rotolo dal materiale simile al papiro, rilegato da un filamento dorato lungo i bordi di questo. Perciò, srotolando esso, ella rivelò il verdetto di quello che era stato l'ultimo periodo, nella lotta contro la Fazione nemica. «É anche peggio di quello che pensassi» mormorò Vehuiah alla lettura dei numeri, sicuramente poco incoraggianti. Si schiarì quindi la voce, dicendo loro:«Stando a quanto riportato qui, sono ventisettemila i dispersi, e "solo" tredicimila circa sono quelli che poi non ce l'hanno fatta. E questo è riguardante solo il Gözlerüt. Non oso immaginare tra Namadani, Royalnic e Haylqasas che razza di numeri hanno» si vedeva nel suo sguardo che vi fosse pieno sconforto, soprattutto a causa di come si sentisse inadatta alla questione. O meglio, la sua Fazione faceva il suo lavoro, ma a quanto pare, non sembravano ancora abbastanza pronti per ridurre le percentuali di deceduti. E se quelli erano i risultati nella Nazione dove la Dea delle Tempeste governava, figuriamoci nelle altre. Anche Thaéris pareva delusa dall'operato scarno dei suoi compagni, ma comunque cosciente di come i loro nemici agivano: nell'ombra, o in maniera talmente persistente e cruenta che, forse, sarebbero parsi come delle bestie fuori controllo.
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Chronicles of a Sin: The Faint Light
FantasyQuanto male fa, sapere che tutta la luce è andata via via scemando verso un'oscurità dalla quale nessuno è mai riemerso? È tutto così in bianco e nero, e gli unici colori visibili sono il blu delle lacrime versate su tutte le scelte sbagliate, ed il...