Capitolo 4

446 5 1
                                    

"Un sole nero"

La mattina seguente, dopo aver trascorso un po' di tempo con l'allenamento imposto da Nelchael, il quale si era prefissato sicuramente di farne svolgere altri nel corso della loro permanenza a Cennet, quando sarebbe servito, iniziò con la più totale normalità, ossia con Lucifugo che, essendo sempre stato il primo a svegliarsi rispetto a chiunque altro, si era appostato fuori dalla dimora della madre, così da svegliarsi un po' con l'aria mattutina che il continente liberava. Già dalle prime luci dell'alba si iniziava a sentire la calura andare a formarsi, con il demone che, abituato a ben altro, sfruttava questi momenti anche per sgranchirsi un po' dall'intorpidimento dei muscoli a causa del sonno.
«E così, siamo al secondo giorno a Cennet, e già abbiamo a che fare con un nemico dalla caratura continentale, oltre ad aver avuto il primo allenamento in terra cenniana. Beh, non male come inizio» pensò, ridacchiando tra sé e sé, intanto che si prendeva i suoi spazi per allenarsi per bene, così da non dar spazio al voler fiondarsi nuovamente fra le braccia del suo ragazzo, e svegliarsi all'ora di pranzo. Che poi, a pensarci bene, fu proprio quello che fece il Principe qualche minuto dopo, essendo che nessuno sembrava intenzionato a svegliarsi. Entrando in camera, quindi, e vedendo il mezzo lupo ancora abbracciato al cuscino, rannicchiato su sé stesso che neanche fosse un gatto, sicuramente starebbe pensando quando potesse sembrare adorabile in ogni circostanza, prima di avvicinarsi al suo lato del letto. Da quando aveva avuto modo di far breccia nel suo cuore, e Ragnar in quello del cuore del demone, ormai aveva persino smesso di fare il casinista la mattina presto per svegliare tutti quanti, quasi come il principe ymaregno fosse stata la causa del suo miglioramento, in certi ambiti. «Amore, sono le otto e mezza, e tra poco dovremmo ripartire» gli disse con una certa premura, sfiorandogli i capelli decisamente spettinati con una mano. Voleva esser tenero con lui, cercando di dargli il suo buongiorno al meglio possibile. Normalmente, chiunque vorrebbe di certo star lì per ancora più tempo ma, con Ragnar, le cose erano decisamente diverse. Infatti, pian piano aprì gli occhi, e guardando Lucifugo accennò un sorriso, prima di sbadigliare piuttosto animatamente, oltre a stiracchiarsi all'inverosimile. «Mm, buongiorno tesoro. Quando ti sei svegliato?» domandò il mezzo lupo, ancora mezzo assonnato. L'altro ridacchiò silenziosamente, sedendosi sul bordo del letto e lasciando che Ragnar si mettesse al suo fianco, disse:«Ah, solo da una mezz'oretta, tranquillo. Sai bene che a me sei, sette ore di sonno sono più che sufficienti» poi, vedendolo accoccolarsi alla sua spalla, Lucifugo gli tenne un braccio attorno, con Ragnar che annuì, intanto. «Capito. Solo... ah, stavo bene abbracciato a te. Sono più calde le tue ali che le coperte, un altro po'» commentò lui, sorridendo leggermente per come davvero si sentiva in paradiso con il suo compagno. Mai come ora poteva dire di aver dormito bene e al sicuro, soprattutto tra ben sei ali piumate a proteggerlo. «Eheh, lo so, lo so. Però, non sono soltanto le tue coperte, ricorda: ci devo anche volare. E oggi saranno necessarie, essendo che Thaéris ha scoperto una base degli Yıkımran» rispose il demone, ma comunque dandogli ancora un assaggio del suo calore, abbracciandolo con una delle sue appendici morbide. Che poi, era vero quello che disse: infatti, poco prima di tornare indietro per riposarsi, la Portatrice di Pace ebbe riferito loro di questo, e avrebbe agito di conseguenza in un momento più opportuno, ossia il mattino seguente.
Perciò, quando Ragnar finì di pensare al mondo dei sogni in cui era finito, i due si andarono a preparare e, un attimo dopo, furono entrambi raggiunti da tutti quanti, con Aesir, Anachiel e Lucistos che, a dirla tutta, parevano anche più svegli degli unici due maschi, lì.
«Buongiorno a voi! Avete dormito bene?» domandò per prima la Dea delle Tempeste, con un fare molto più spensierato e tranquillo del solito, mentre gli altri notavano l'Erdester sbadigliare quasi con fare tenero. «La prossima volta dimmelo prima che i letti che avete qui sono delle nuvole sotto forma di materassi, Anachiel» mormorò lei, mentre gli altri ridacchiarono, facendo comunque intendere al fatto che stessero già in forze, pronti per quella giornata che, a quanto pare, li avrebbe portati verso la prima vera sfida, se così si poteva definire. «Immaginavo. Ma comunque, vedo che siete tutti carichi per andare. Thaéris mi ha detto che ci avrebbe aspettati poco fuori da Selariantep, così da farle dare un'occhiata a quanto trovato lì» disse ancora Anachiel, già cambiando direttamente all'argomento principale del giorno. «Ah giusto, quel simbolo strano» rispose Ragnar, ripensando a quanto trovato nella cittadina. Effettivamente avevano sì compreso il fatto che si trattasse di qualcosa di poco raccomandabile, però ancora senza un effettivo significato da attribuire ad esso.
Così, quando furono tutti quanti loro pronti ad affrontare la giornata che li avrebbe attesi, uscirono dal palazzo della dea, già incamminandosi verso il luogo del primo avvistamento di Azazel, e soprattutto, di quello strano glifo.

Chronicles of a Sin: The Faint Light Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora