"Una storia divina"
Un'altra notte passò indisturbata per il dormiente gruppo, ancora piuttosto infervorato dopo quanto accaduto a causa di Tamiel, prima della sua resa. Persino il sonno veniva meno, pur avendo avuto sì e no tre ore per riposarsi, come se quell'evento fosse l'apice della follia. E se quello fu ciò che stava andando a colpire le corde giuste della tensione, là dentro, allora avrebbero potuto immaginare qualcosa di peggio.
Almeno, c'era stato qualcuno in grado di chiudere gli occhi, in questo caso Ragnar e Lucifugo, e lo stesso valse per Aesir e Thaéris, le quali ebbero dormito assieme anche per rassicurare l'Erdester. Aveva ancora i rimasugli di quello che, a causa dell'ex Yıkımran, le aveva fatto passare, facendole credere che il fratello sapesse cose che mai avrebbe dovuto immaginare, ma comunque cercava di stare tranquilla, tra le braccia della sua dea.
Anche Lucistos riuscì a prender sonno, rimanendo rannicchiata sotto la confortevole ala della madre, mentre questa, invece, pareva tutto fuorché stanca. Infatti, passava intere mezz'ore a rileggere le conversazioni tra lei e il suo defunto marito, quasi a rimembrare quei momenti gioiosi, in cui davvero poteva considerarsi felice. L'espressione era angosciata, quasi a voler mascherare quanto la sua mancanza la opprimeva, incapace di andare avanti e pensare a gestire la questione come una dea avrebbe saputo fare. Però, in fondo, anche lei sapeva che questo era solo un modo inutile per rattristarsi: aveva i suoi figli per il quale aver premura, un intero continente da difendere, e persino l'Inferno che la adorava quasi tanto quanto il leggendario Splendente. Si potrebbe dire, quindi, che aveva tutte le carte in regola per proseguire, e così avrebbe fatto. Infatti, non ci pensò più a quanto male stesse interiormente, e propriamente a cercare il calore della figlia, Anachiel strinse ella a sé, in modo possessivo, sapendo che avrebbe contato tantissimo sulla sua progenie, con anche un portentoso Lucifugo, il suo Kaiyo, a mettersi davanti ai problemi, a difendere la madre da ogni minaccia.Ed ecco che la mattina giunse nel continente cenniano, con il sole che fece capolino dalle finestre delle loro camere, quasi accecando i loro occhi assonnati con la sua luce travolgente.
A differenza di tante altre volte, le prime a svegliarsi furono la Dea dell'Ordine e la sua amata Erdester, con questa che si era appropriata del bagno per sistemarsi. «E così avremo da sapere un po' più di informazioni su quella Fazione da Tamiel... beh, speriamo che non sia un qualcosa di così esagerato, anche se temo che possa trattarsi di un qualcosa di grosso» disse appunto Aesir, intanto che era intenta a pettinarsi la sua chioma chiara. Thaéris era appoggiata contro lo stipite della porta, ancora abbastanza assonnata, mentre rispose all'altra:«Immagino che possa essere così, anche per me» effettivamente, anche a giudicare da come quella donna riferì loro la questione Yıkımran, pareva quasi che fosse una cosa davvero di grande importanza: cosa vi fosse, ovviamente, non lo sapeva nessuno, fino a quel momento. «E dire che, durante la Seconda Notte d'Adamantio, Anton e gli altri ebbero letteralmente fatto la qualunque per scoprire anche storie millenarie, a quanto pare tutte collegate al presente di quell'epoca. Mi ricorda questo, non so perché» era chiaro che Aesir avesse modo di comparare i due periodi come pressoché simili, in quanto vi era in entrambi i casi una sorta di aura misteriosa, che quasi faceva inquietudine per quanto potesse infittirsi. E Thaéris annuì in risposta, semplicemente basandosi su un immaginario a lei ignoto:«Non avendola vissuta di persona, non saprei dirti. Posso solo basarmi su quello che mi dici tu, cara».
E intanto, finendo di prepararsi, l'Erdester tornò seduta sul letto, con l'Ordine al suo fianco. Rimasero così per qualche istante, come per cercare qualche argomento che potesse placare quell'imbarazzante silenzio, ma ovviamente, tra loro due, vi era anche una questione di riverenza e rispetto reciproco, pur avendo rivelato all'altra i propri sentimenti. Aesir sembrava mormorare qualcosa tra sé e sé, rivolgendo timidamente lo sguardo verso l'altra divinità:«E dire che lei sa ormai molto di me. Heh, mi sento libera con la cara Thaéris al mio fianco» non era molto comprensibile alle orecchie della dea dai tratti cerulei, ma comunque sorrise, sapendo che stesse riferendosi proprio a lei. E prendendo con delicatezza una mano della donna, la quale rimase un attimo impietrita dal gesto, questa disse, chinandosi in avanti, e lasciando che le dita le sfiorassero la propria guancia:«E io mi sento amata, e protetta con la dolce Aesir al mio fianco. Darei tutto per vivere cinque minuti in più, in pace, con te» erano parole di puro amore e rispetto, quasi a voler mostrarle quanto fosse infatuata da questa loro neonata relazione, ma comunque con dei paletti di rispetto dovuti ai loro status che rendeva il tutto un po' più basato su ciò che rappresentavano. E Aesir, trovatasi accalorata alle gote per quanto sentito, poté replicare, guardando negli occhi di Thaéris:«Vivrei altre mille vite, e tutte queste le vorrei passare con te» ed ecco come le loro mani si cercarono, si presero a vicenda, in un senso di legame davvero assoluto ed indissolubile. L'Erdester della Vita fece per avvicinarsi all'altra, volendo null'altro se non un momento in cui avrebbe potuto sentirsi felice, lontana dal conflitto che Cennet stava passando sulle sue terre. Thaéris la guardava a sua volta, lasciando che le sue numerose ali dorate sfiorassero il corpo di Aesir, praticamente facendola finire all'interno di un bozzolo di piume. Era un momento che di magico aveva tutto, oltre ai loro esseri che andavano ad uniformarsi in un qualcosa di unico e inscindibile; i loro sguardi accomunavano tutto questo, e loro sapevano che avrebbero dato ogni cosa per l'altra.
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Chronicles of a Sin: The Faint Light
FantasiQuanto male fa, sapere che tutta la luce è andata via via scemando verso un'oscurità dalla quale nessuno è mai riemerso? È tutto così in bianco e nero, e gli unici colori visibili sono il blu delle lacrime versate su tutte le scelte sbagliate, ed il...