𝟏.

20 6 17
                                    


𝐑𝐘𝐀𝐍

Mi fermo davanti al cancello di casa, con il cuore che batte all'impazzata. Dopo due anni in prigione, l'idea di tornare alla mia vecchia vita sembra sia una benedizione che una condanna. Mi sistemo il cappuccio della felpa e respiro profondamente, cercando di scacciare l'ansia che mi attanaglia.

La casa, che sembra più una reggia di qualche re, è la stessa che ricordavo. Un luogo pieno di ricordi: risate, litigi e segreti. Ma ora tutto sembra diverso, come se il tempo avesse lasciato un marchio invisibile su ogni angolo.

Quando varco la soglia, un silenzio teso mi accoglie. La luce del pomeriggio filtra attraverso le tende, e io scorgo mia madre in cucina, intenta a preparare un pasto. I suoi capelli scuri e il viso segnato dal tempo raccontano storie di preoccupazione e fatica.

"Ryan!" esclama, voltandosi. Gli occhi le si illuminano e in un attimo, le lacrime le scesendo lungo le guance. Abbracciarla è come ritrovare un pezzo di me. «Sei tornato... finalmente.»

«Ciao, mamma.» dico io, stringendola forte. È in quel momento che mi rendo conto di quanto io abbia sentito la sua mancanza.

Dalla grande sala arriva il rumore di passi veloci e, poco dopo, i miei tre fratelli e sua sorella fanno capolino.

«Ryan!» urla il più piccolo, Parcy. Sorrido alla loro vista, un sorriso che non riusciva a trattenere.

«Siete tutti più grandi.» commento. Gli altri mi circondando, ciascuno con il proprio modo di esprimere felicità e sorpresa.
«Come avete fatto a crescere così in fretta?»

« È stata dura senza di te.» dice il mio fratello maggiore, Chris, con un sorriso che nasconde un po' di amarezza.
«Ma siamo qui. È tutto ciò che conta.»

Per un momento, mi sento sopraffatto, un misto di gioia e tristezza. Tornare a casa significa affrontare il passato e le sue conseguenze, ma è anche un'opportunità per ricominciare.

La cena è un tumulto di voci e risate, un'atmosfera che non avrei mai creduto di ritrovare. Racconti di vita quotidiana si mescolano a ricordi del passato. Ma nel profondo, so che la mia assenza ha lasciato un vuoto. Gli sguardi di mia madre, i silenzi prolungati di mia sorella Amber, tutto suggerisce che non è tutto così semplice.

«Dov'è papà?» chiedo io, cercando il volto familiare che desidero non vedere, ma che purtroppo sono costretto.

«È in giardino.» risponde mia madre, con il tono più serio. «Ha bisogno di tempo.» che stronzata.

Mi alzo e mi dirigo verso il giardino, con i passi pesanti. Quando lo vedo, è piegato su un'aiuola, circondato da fiori appassiti. L'immagine mi colpisce: l'uomo che una volta era forte e sicuro ora sembra stanco e fragile.

«Papà.» dico insicuro, avvicinandomi.

Mio padre alza lo sguardo, e per un attimo il silenzio cala tra di noi. I miei occhi cercano di leggere quelli di mio padre, sperando di trovare un segno di accettazione.

«Sei tornato.» dice lui, ma la sua voce è priva di emozioni.

«Sei stato tu a pagare la cauzione?» domando infilando le mani nelle tasche del pantalone.

Lui sospira e alza lo sguardo che prima era posato su una pianta di rose.

«Sei astuto da quel che vedo.» dice osservandomi, quasi come se volesse farmi scomparire con il suo sguardo
«Perché l'hai fatto?» sputo acido e diffidente
«Secondo te?»
«Se hai in mente altre cazzate da farmi fare, avrei preferito rimanere in quella cella merdosa.»
«Vedrai che mi ringrazierai.» dice sorridendo beffardo
«Per cosa?Per avermi fatto uccidere quell'uomo due anni fa?O per avermi fatto passare due anni in galera?» domando retorico
«Ryan, bada a come parli. Dopo tutto ciò che ho fatto per te, questo non mi sembra il modo di rispondermi.»
«Dopo tutto ciò che hai fatto per me?Forse la cella è meglio di questa vita di merda che ci fai fare.» sbotto
«Mi pare di darvi tutto, avete soldi a non finire, come puoi dire che conduci una vita schifosa?»
«Papà cazzo, non gira tutto intorno ai soldi, hai una famiglia che mantieni come se fosse un obbligo, non un piacere.» dico «Anzi ti chiedo una cosa, dopo che mi hai buttato nella merda e fai fare cose orribili a Chris e Parcy, tieni fuori la mamma e Amber e almeno fai finta di far parte di una famiglia senza sentirti obbligato» esclamo primo di andarmene.

Con un ultimo sguardo verso mio padre, torno in casa, deciso a lottare per la mia famiglia e per me stesso. La strada non sarà facile, ma sono finalmente a casa, e questo significa che forse, c'è ancora speranza.

SPAZIO AUTRICE

benvenute in questo primo capitolo!!
essendo la mia prima storia, ci terrei molto ad avere dei feedback di qualsiasi tipo, anche attraverso solo delle stelline🫶🏼

per il resto, sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate e se vi sta piacendo come inizio

vi amo❤️

~stella🍒

𝐁𝐥𝐚𝐜𝐤 𝐅𝐥𝐚𝐦𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora