𝟑.

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   𝐑𝐘𝐀𝐍

Mi fermo davanti all'ingresso del campus di Stanford, con il cuore che batte forte contro il petto. È strano trovarsi qui, dopo anni trascorsi dietro le sbarre. L'aria fresca del mattino riempie i miei polmoni, portando con me un senso di libertà che non provavo da tempo. I ragazzi intorno a me ridono e parlano, ignari del miei passato, ma io, mi sento un intruso, un pesce fuor d'acqua.

Mentre cammino lungo i viali alberati, la mia mente viaggia tra i ricordi, la vita che ho lasciato e quella che spero di costruire. Mi sono ripromesso di non lasciarmi sopraffare dagli errori, di concentrarmi sugli studi e sul futuro. Devo dimostrare a me stesso, e agli altri, che sono cambiato.

Mentre cammino, giro la testa di qua e di là, cercando di orientarmi un minimo.

Il mio sguardo viene catturato da una figura interessante, circondata da libri e appunti. I suoi capelli castani danzano leggeri nel vento, e il suo sguardo, concentrato su quello che sta leggendo, emana una calma sorprendente. Mi sento attratto da quella scena, come se tutto il resto attorno a me sia svanito

                                                                                                                  𝐇𝐀𝐙𝐄𝐋
«Buongiorno ragazzi.» la preside fa il suo ingresso in aula, e tutti ci mettiamo in piedi «Come avrete già sentito, abbiamo un nuovo studente qui a Stanford, per tanto, sarei davvero grata alla signorina Da Silva, di attendere nel giardino del nostro campus, il nuovo arrivato, così da potergli fare un tour della scuola,» dice posando lo sguardo su di me
«Le risulterebbe un problema?In caso posso trovare un sostituto.» mi informa della disponibilità
«Sono libera, ci penso io signora Banks, e grazie della fiducia.» la ringrazio io.

Sono rimasta sorpresa dalla sua richiesta, di solito spetta alla preside far fare il giro orientativo ai nuovi arrivati, però questa potrebbe essere un'occasione per fare la conoscenza del nuovo arrivato, del quale in questa settimana non si fa altro che parlare, sono proprio curiosa di sapere chi sia di così tanto conosciuto ed importante.

Mi dirigo al giardino del campus, ho portato un libro, la mia attesa sarà di mezz'ora prima di vedere il nuovo studente, almeno mi tengo impegnata.

𝐑𝐘𝐀𝐍

«Quella lì è signorina Da Silvia, le mostrerà la scuola.» mi informa il collaboratore scolastico.

Annuisco e punto lo sguardo sulla figura della ragazza.

Sgrano leggermente gli occhi quando mi rendo conto che la ragazza in questione, è la stessa che ho visto questa mattina.

Subito mi pervade una leggera ansia, dettata dal fatto che potrebbe già conoscermi, e non per gesta eroiche, anzi.

Ha in mano un libro, che sfoglia con una delicatezza unica, le sua dita si muovo dolcemente sulle pagine e il suo sguardo è carico di concentrazione.

«Ciao.», dico, cercando di mantenere un tono casuale. «Che leggi?»

«Oh, è un romanzo di formazione», risponde lei, chiudendo il libro con un sorriso. «Tu il ragazzo nuovo, vero?»
«Sì, sono Ryan», rispondo. «Ho appena iniziato.»
«Benvenuto! Io sono Hazel», dice lei, allungando la mano per stringere la mie. La sua stretta è decisa, e subito mi sento sorpreso dalla forza che emana.
«Grazie», dico, sentendomi un po' più a mio agio. «Questo posto è... diverso da quello che immaginavo.»
«In meglio o in peggio?» chiede Hazel, curiosa
«In meglio, decisamente. È come un mondo nuovo», rispondo, cercando di mascherare il tremore della mia voce. «Tu ci studi da molto?»
«Da un paio d'anni», spiega, con il viso illuminato da un sorriso. «Stanford ha tanto da offrire. E tu? Perché hai scelto di venire qui?»
Esito un attimo, rivivendo il passato che si affaccia minaccioso. «Volevo un nuovo inizio. E ho sempre sognato di studiare qui.»
Lei annuisce, comprendendo più di quanto io abbia sperato. «A volte è bello avere un secondo chance, no?»

Le parole mi colpiscono, e subito mi sento compreso, come se lei possa vedere oltre la superficie.

«Allora, andiamo a fare questo tour?» domanda con un entusiasmo quasi contagioso
«Andiamo.» la seguo io a ruota.

Seguo Hazel attraverso il campus, che sembra pulsare di vita. I raggi del sole filtrano attraverso le foglie degli alberi, creando giochi di luce sul sentiero. Ogni passo mi avvicina a un nuovo inizio, e accanto ad Hazel mi sento più leggero, come se il peso del passato stia lentamente svanendo.

«Questo è il cuore del campus», spiega Hazel, indicando l'imponente biblioteca che si staglia davanti a noi. «È un posto fantastico per studiare. Hanno tutto, dai manoscritti antichi ai più recenti articoli di ricerca.»

Annuisco, cercando di assorbire ogni dettaglio. «Sembra incredibile. Passerò sicuramente molto tempo qui.»
«E ci sono anche tanti gruppi e attività extracurriculari», continua lei, con un sorriso. «Se ti interessa, potresti unirti a qualche club.»
«Non sono mai stato in un club, tu sei in qualcuno?» le chiedo
«No, fare la rappresentante di classe mi ruba molto tempo.» mi spiega «Potresti...provare quello di lettura.» esclama decisa
«È bello?» domando
«Si, ci va la mia migliore amica, ogni tanto, quando ho tempo, ci faccio un salto.» mi spiega lei
«Potrei pensarci, mi piace leggere.» rivelo
«Qual è il tuo genere preferito?», mi chiede
«Difficile dirlo. Mi piacciono i thriller e i romanzi di formazione, ma ultimamente ho scoperto di apprezzare anche i classici», rispondo, cercando di sembrare sicuro.
«Ottima scelta! Hai mai letto "Il giovane Holden"?», chiede lei, con gli occhi che le brillano di curiosità
«Sì, è uno dei miei preferiti», ammetto, ricordando il modo in cui il protagonista cerca di trovare il suo posto nel mondo. Le parole di Holden risuonano in me in un modo nuovo.
«È così reale, vero? La ricerca dell'identità e il desiderio di connessione», dice lei, appoggiandosi a un albero mentre parla. «A volte penso che tutti noi stiamo cercando il nostro posto.»

Mi sento colpito da quel pensiero. Forse anche io sto cercando qualcosa. «Sì, è proprio così. Ma a volte è difficile trovare quella connessione.»
«Lo so», espone e lei, con volto serio. «Ma non dobbiamo smettere di cercarla. Ogni esperienza, anche le più difficili, ci aiutano a crescere.»

Il suo sguardo è così sincero che sento una fitta di vulnerabilità. «E se il passato ti perseguita?», chiedo, con voce tremante. Non so perché mi stia aprendo così, devo smetterla.
«Dobbiamo affrontarlo. Non possiamo lasciare che definisca chi siamo», dice con determinazione. «Ognuno di noi ha una storia, Ryan. Ma non è la storia a definirci, è ciò che scegliamo di fare con essa.»

Le sue parole sono un balsamo per l'anima. Mi sento ispirato, ma anche spaventato. Posso davvero liberarmi dal mio passato?

Mentre ci dirigiamo verso il centro del campus, so che questo giorno non è solo un nuovo inizio accademico, ma anche un'opportunità per riscrivere la mia storia.

"E abbiamo finito.» mi informa lei «Spero di non essere stata pesante.» dice speranzosa
«Per niente.» ammetto guardandomi intorno
«Meglio così, io ora devo scappare in classe, purtroppo non so in quale sezione né tantomeno in che corso sei, altrimenti ti ci avrei portato volentieri, lì però c'è un foglio con tutte le sezioni, corsi, nomi e piano, troverai lì il tuo.» mi spiega «Ora devo andare, ci vediamo a pranzo.» mi saluta lei.

La osservo camminare nel corridoio, quando mi arriva un messaggio.

Sfilo il telefono dalla tasca del pantalone e il mio viso viene illuminato dal display.

Non appena leggo il messaggio, sento il mio corpo andare in tumulto.

SPAZIO AUTRICE

secondo voi chi avrà mai scritto a Ryan??

a voi i pronostici

che ne pensate?Vi sta piacendo?

vi amo❤️

~stella🍒

𝐁𝐥𝐚𝐜𝐤 𝐅𝐥𝐚𝐦𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora