Capitolo 32

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Quasi non vedo niente a causa dei fumogeni rossi dei tifosi. Le grida creano boati fortissimi. Tutti urlano il nome di Charles. Il cielo è terso, di un azzurro quasi accecante. Lo vedo sfrecciare come un fulmine dagli schermi grandi che quasi sovrastano le tribune. Poi d'improvviso un rumore assordante.
Lo stridolio acuto dei freni. Infine lo schianto finale. Chiudo gli occhi per lo spavento e quando li riapro non c'è più nessuno. I tifosi sono spariti e il fumo rosso svanito.
Nuvole grandi e nere sovrastano il sole e il vento gelido alza in aria i miei capelli. Poi la vedo davanti a me. C'è la macchina di Charles. Fatico a riconoscerla da come è ridotta. Inizio a correre verso di lui. Mentre sento il cuore martellare nelle gabbia toracica. Lo raggiungo con una velocità sovraumana ma non c'è nessun altro a soccorrerlo. A malapena riesco a scorgerlo dalla sotto l'Halo. Le lacrime scendono insieme al sudore sulle guance e il collo.

«Charles! Charles! Ti prego rispondimi!»

Provo a scuoterlo ma il casco si abbassa verso il volante inerme. Non si muove. Continuo a scuoterlo con forza ma lui continua a non darmi segni.

«Charlie! Ti prego! Cha..!»
La voce si spezza come il mio respiro in mezzo alla gola. Qualcuno mi afferra da dietro e prova a portarmi via. Io mi dimeno con forza tirando calci e pugni.
«No! Voglio rimanere qui! Lasciatemi! Charles!»

«Cecilia!»
Aprii gli occhi. Ero completamente bagnata dal sudore e dalle lacrime. Due mani mi stringevano entrambe le spalle. Quando alzai gli occhi ancora confusa vidi Charles accanto a me. Ora mi stava adagiando sul suo petto nudo e caldo.
«Charles...»
Gli sfiorai il viso per accertarmi che fosse vero e non più un sogno. Ma non riuscivo ancora a tranquillizzarmi. Lui se ne accorse perché a sua volta mi spostò con una carezza una ciocca dietro l'orecchio.
«Qualsiasi cosa fosse era solo un brutto sogno»
Sussurrò quasi per paura di spaventarmi.
«Era...Terribile...Io...»
A quel punto le lacrime ricominciarono a scendere mentre le immagini del sogno continuavano ad affollarsi nella mia mente.
Lui mi strinse.
«Ti va di raccontarmelo?»
Con il pollice spostò una lacrima dal mio zigomo.
«Eravamo in pista e tu...Tu facevi un brutto incidente e...Io...»
A quel punto la voce s'incrinò e lui mi strinse ancora più forte.
«Era solo un incubo. Guardami»
Con la mano alzò il mio mento verso di lui fino a farmi incontrare i suoi occhi che nel buio brillavano.
«Sono qui con te»
«Lo so...Ma...Era tutto così reale...Mi hai fatto prendere un colpo!»
Dissi quasi arrabbiandomi tra le lacrime.
«Ehy mon frere...Guarda che non è colpa mia...»
Accennò un sorrisetto spavaldo come suo solito ma ero certo lo avesse tirato fuori per sdrammatizzare.
«È colpa tua perché ieri non mi hai ascoltato»
A quel punto tornò serio.
«Hai ragione»
«Non farlo mai più»
Rimasi sorpresa anche io del mio tono autoritario.
«Nemmeno tu»
Ribatté guardandomi le labbra.
«Cosa?»
Chiesi perplessa.
«Scappare da quello che provi. Non te lo lascerò più fare dopo quello che abbiamo fatto stanotte»
La sua voce maliziosa mi obbligò a tirargli un piccolo pugno sul petto.
«Non ti ci abituare...»
Lo provocai.
«Peccato... Era proprio quello che volevo fare...»
Mi lasciò un bacio sulle labbra che nonostante il suo evidente desiderio, fu molto delicato, si percepiva che in quel momento non sarebbe andato oltre.
Poi un pensiero mi invase una volta che ci staccammo.
«Che c'è?»
Mi chiese dato che a quanto pareva non ero più in grado di nascondergli niente.
«Stavo solo...Si insomma pensavo che fra poche ore quando sarà mattina tutto questo sarà finito, se tutti gli altri scoprissero di noi avremo non pochi problemi»
Lui si distese e mi trascinò con sé contro il suo petto.
«Non finirà proprio niente»
«Cha...»
Mi zittì subito.
«Siamo noi a decidere, Cecilia»
Annuii e ritornò a baciarmi.
«Mio padre ci ucciderà»
Sorrise e poi si coprì il viso con le mani.
Aveva tutti i capelli scompigliati e le fossette che non facevano altro che renderlo ancora più sexy del dovuto.
«Si...in effetti stavo domenticando quel piccolo dettaglio»
Sorrisi anche io ma poi tornai quasi subito seria.
«Dovremmo mantenere il segreto Charles...»
Lui intrecciò le sue dita tra i miei capelli.
«Va bene...Se questo è il prezzo, sono disposto a fare come mi dici tu, in fondo ho promesso di ascoltarti»
Non potei fare a meno di allargare i lati della bocca in un sorriso.
«Amo quando sorridi così»
Io nascosi la faccia tra la sua clavicola e i miei capelli che intanto mi erano caduti davanti al viso.
«Madame e monsier Cecilia Sainz è arrossita per un mio complimento senza insultarmi!»
Si mise a esultare.
«Shhh!»
Lo ammonii gettandomi con ancora più peso sopra di lui.
«Smettila! Sveglierai i vicini!»
Esclamai mentre scoppiavo a ridere di gusto.
«Dici che non si sono già svegliati stanotte? Dopo quello che abbiamo fatto...»
Gli coprii la bocca con le mani.
«Dai...Charles!»
Proprio mentre lo sgridavo sentii tre colpi sul muro.
«Voi due! C'è chi va a lavoro la mattina! Fate silenzio!»
Io e Charles ci ammutolimmo e poi lui scoppiò di nuovo a ridere. Mi nascosi im viso imbarazzata sul suo petto.
«È tutta invidia»
Sussurrò prima di tornare a baciarmi. Adesso l'unico rumore era quelle delle nostre bocche che non ne avevano mai abbastanza, e sinceramente poco me ne importava che qualcuno ci sentisse o meno.

Into You - Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora