Capitolo 15

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Una volta un grande filosofo greco disse che il saggio è colui che sa di non sapere, ma era uno stupido stolto montato che diceva quello che il Morfeo gli suggeriva... o forse era la morfina? Avevano già inventato la morfina nell'antica Grecia? Oppure usavano l'erba gatta?
Comunque sia! Sto divagando.

Quel che tentavo di dire è che mi piace pensare di sapere tutto.
No non ho il complesso di Dio; no il mio segno zodiacale non è Leone.
Io so tutto perché vedo tutto; anche perché ero proprio come voi un tempo, un amante di storie.

La cosa che fate che mi fa più ridere è pensare di essere come i protagonisti o gli antagonisti delle storie che amate tanto (davvero credete di potercela fare?), o peggio, pensate di poter fare meglio!
Ci vuole coraggio persino per non imbarazzarsi nel prenotare un tavolo al ristorante, e voi volete vivere il trauma che il destino affibbia a questi poveri martiri?
Beh, siamo tutti dei leoni e leonesse dal nostro comodo divano o letto.

Non è facile pensare di poter ragionare lucidamente nel mezzo di una battaglia dove non sai dove guardare prima, l'unica cosa che senti è il tuo cuore che batte all'impazzata per l'adrenalina e la fatica, la tua gola che arde perché i tuoi respiri affannosi non fanno che bruciarla, le orecchie che sembrano essere dentro una bolla e i tuoi occhi che non riescono a vedere nemmeno quello che gli si para davanti; e pensare poi di poter giudicare i protagonisti quando la loro personalità cambia drasticamente a causa del loro passato.

Ognuno di voi piange e scalcia quando non riescono a trovare il vestito che volevano in negozio, oppure quando avete un brufolo in faccia o qualche chilo di troppo; pensate di poter fare meglio dei nostri personaggi quando sono stati menati, torturati, violentati, declassati e abbandonati?

So che a molti di voi alcune delle cose sopracitate sono accadute, ed è anche per voi che le storie nascono, poiché una storia è memoria e testamento, un qualcosa che rende immortale il mortale, un qualcosa che rende reale l'irreale.
Chiunque voi siate, che vi sia successa qualcosa di orribile o no, le storie non sono fatte per compararsi agli eroi, e nemmeno agli antagonisti; esse sono fatte per testimoniare che le cose brutte sono successe in passato, succedono nel presente e succederanno anche in futuro, che le persone a cui capitano, in un modo o nell'altro, guariscono e trovano il loro posto felice in un mondo che cade a pezzi.
Queste storie sono speranza.
Dunque non togliete loro importanza, giudicando la loro essenza.

Ma io non sono voi.
Faccio quel che mi pare e posso giudicare chi voglio!
Adele era una stupida testa di fagiolo ammuffito nel peggiore delle bettole!
Dannazione se quella ragazza aveva una testa dura!
Seriamente?? " GnE GnE sOnO dI gHiAcCiO"
BEH INDOVINA UN PO' FACCIA DA ANATRA? NON SEI UN FOTTUTO CUBETTO DI ACQUA CONGELATA!
Ah, gli adolescenti.
Colpa dei social! -ah no? Mondo sbagliato?

Quando si esiste, si brucia e se si brucia, tentare di rimanere invisibili è come tentare di coprire o addirittura spegnere il fuoco con del fogliame secco- cioè controproducente.
Però Adele non voleva bruciare, non voleva proprio far nulla, lei era stanca di tutti i se, i ma, i perché, i no e i forse.
Per tutti gli Infiniti Stellati, Adele era stanca persino dei sì.
A volte, anche se si ha un cuore da guerrieri, si smette di provare- non perché ci si arrenda, ma perché semplicemente si perde l’interesse.
Vi chiederete magari verso cosa si perde l’interesse, beh io direi verso tutto.
Si smette di provare le piccole emozioni- non si prova entusiasmo ad uscire con gli amici, contentezza mentre si coltivano i propri hobby, nessun moto di serenità mentre abbracci qualcuno o guardi un film.
Ma soprattutto, si perde interesse a quello che capita alla propria persona. Quindi, si smette.

Perché non c’è più motivo di lottare; per la mente ed il corpo, la guerra è finita.
Ed è qui che persino alcuni Viandanti si fermerebbero; farebbero un passo indietro per la paura di fare la cosa sbagliata o semplicemente perché incapaci di comprendere il da farsi.
Ma non Xander. Xander non si fermò.
Così, Adele si ritrovò un insistente Xander fuori dalla sua porta circa mezz’ora prima del dovuto.
“Sei ancora in queste condizioni?” chiese Xander esasperato
“Secondo i miei calcoli dovrei avere ancora almeno trenta minuti prima dell’orario stabilito per vederci.” Rispose lei secca tamponandosi i capelli bianchi con una mano e sistemandosi l’enorme asciugamano intorno al corpo con l’altra contemporaneamente.
Xander si sedette sulla poltrona e roteò gli occhi.
“Serve qualcosa?” chiese Adele
“Sbrigati su, prima di incontrarci con gli altri volevo portarti a vedere una cosa.”
“Se dovevo essere pronta prima potevi dirmelo.”
“L’ho deciso circa venti minuti fa e ti ho avvertita attraverso il legame, non mi hai sentito?”
“No.”
Xander aggrottò la fronte “Dov’eri?”
“Dopo gli allenamenti, quindi dall’ultima volta che ci siamo visti, sono passati soltanto…” Adele guardò la costruzione che aveva fatto per calcolare il tempo (un bastoncino infilato nel terreno verticalmente con delle pietre intorno) “circa trentacinque minuti! Secondo te avrei avuto il tempo di sgattaiolare via chissà dove in un posto che ancora non conosco bene, per poi ritornare per un bagno bollente?” disse infine incrociando le braccia
“Sto solo cercando di capire come mai non mi hai sentito.” Alzò le mani lui in segno di resa
“Prova a parlarmi adesso, vediamo se ti sento.” Suggerì lei sospirando
Passarono svariati minuti di silenzio.
“Proprio non mi senti eh?” disse sconfitto Xander
“No.” Alzò le spalle Adele
“Domani mattina andremo a parlare con gli anziani allora, vediamo se si può risolvere la cosa.”
“Come vuoi.”
“Prova a entrare nella mia.” Propose Xander

"Xander?"
Niente.
"Xander? Brutto allocco di una carogna marcia?"
Fortunatamente per lei, niente.
"Xander, testa piena di ragni infernali, mi senti?"
"Ok, ok, se non la smetti mi fai saltare la copertura." Disse una voce divertita
"Mhh, vediamo, sei Hec?"
"Indovinato."
“Mi ha risposto Hec al posto tuo.”
“Davvero? Le sta andando tutto bene?”

"Va tutto bene lì da te?"
"Deprimente credo sia la parola adatta." Rispose

“Dice che va tutto bene.” Informò Adele
Xander sbuffò e le indicò con lo sguardo di muoversi a prepararsi.
Chissà perché, mi sono sempre domandato, l’animo è così tendente allo specchiarsi.
Si vede una persona e subito ci si paragona a essa, in modo positivo o negativo.
Qualcuno è ansioso? Ok ora siamo ansiosi tutti. Perché? Ah boh chi lo sa.
Qualcuno corre in preda al panico? Su corriamo tutti, facciamo una bella maratona tanto per.
Il tempo fa tic tac? Facciamo tic tac anche noi con i nostri piedi, per evitare di fare ritardo.
Xander aveva fretta? Adele aveva fretta.
Si prese il tempo solo di asciugarsi i capelli e di mettersi i vestiti da allenamento.

“Pronta. Cosa vuoi farmi vedere?”
“Un mio vecchio conoscente.”
Xander la portò in mezzo ai boschi.
“Se volevi ammazzarmi ci sono posti meno cospicui.” Affermò Adele
“Lo so.” Disse Xander senza nemmeno guardarla
Adele incrociò semplicemente le braccia al petto aspettando una qualsiasi cosa.
Aveva imparato che con i Viandanti bisogna accettare i momenti tra le arie teatrali con pazienza e andare avanti con la propria vita.

Xander finalmente si girò verso Adele e fece un lungo sospiro.
“Ti mostrerò ricordi importanti del mio passato al fine che tu possa imparare da essi. Io, ingiustamente, ho dovuto farmi carico della conoscenza della tua storia, mi sembra più che giusto che anche tu faccia lo stesso con parte della mia. Io ho imparato una cosa o due dai soli sussurri del tuo passato, chissà che tu possa fare lo stesso.” Mormorò lui come se stessero parlando di complotti e omicidi.
Adele si limitò ad annuire e appoggiarsi al primo albero vicino.

In attesa; sempre in attesa tra queste arie teatrali.
In realtà però, l’intera situazione poteva essere presa per un pezzo teatrale perché all’improvviso, dietro a Xander spuntò un uomo sanguinante.
L’unico problema?
Camminava come se non li vedesse e sembrava essere fatto di aria.

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