Capitolo 17 [REVISIONATO]

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“SEI PRONTA?” urlò Blake nell’orecchio di Adele.
“Sì…” rispose Adele, cercando di salvare il suo udito dalle urla del Maestro.
“Avanti, sarà divertente!” disse Vòna dandole una pacca sulla spalla.
Persino lei era entusiasta.
Dopo qualche minuto di volo, arrivarono su una piattaforma sul fianco di una montagna bassa e nascosta dietro a tre delle sue sorelle montagne, che al contrario si slanciavano alte verso il cielo con orgoglio e fierezza.
“Rònafiel…” sussurrò sorridente Azèpt.
“Quindi è qui che vi riunite per combattere?” chiese Adele guardando la piattaforma piuttosto scialba, spoglia e usurata.
Almeno si mimetizzava bene in mezzo alle rocce, pensò Adele.

“Ovvio che no.” Le disse Xander, sbuffando divertito.
Mise una mano su uno dei mattoni maciullati della piattaforma, ed esso si sollevò portando con sé tutti i suoi amici mattoni- quest'ultimi rotearono scatenando un vento fuori dal normale e ad un certo punto… boom!
Cambio di scena; adesso si trovavano sotto terra, però non era buio- era tutto illuminato come se fossero alla luce del sole.
“Dove ci ha portati quello stupido mattone?” chiese Adele con gli occhi sgranati.
Xander rise “Dentro alla montagna.”
“Rònafiel.” Ripeté Adele, intontita- "Rònafiel è una montagna vuota all'interno?"
“Sì.” Le diede una pacca Blake sorpassandola
“Andiamo andiamo andiamo!”

Quella dentro Rònafiel era una vera e propria cittadella; Adele vedeva scale che andavano su e che andavano giù, persone che lavoravano la roccia della montagna per rendere lo spazio ottimale, altri che distribuivano acqua, ghiaccio, cibo, medicine...
C’erano persino negozi dove si vendevano armi, bendaggi, vestiti per il combattimento- c’erano farmacie, empori… c’era persino qualche ristorante e pub.
Adele non sapeva davvero dove guardare prima: i Viandanti che uscivano da una… palestra? Oppure quelli che ridevano in compagnia, mentre mangiavano un gelato? Quelli che avevano una cartina in mano e stavano uscendo da… un museo- oppure quelli che erano vestiti con nient’altro che l’armatura da battaglia?
Ovunque si girava Adele trovava una stranezza, un’opposizione di stili, di azioni, di situazioni.
Non c’era un senso lì sotto- alcuni andavano ad allenarsi mentre altri andavano a fare i turisti in un museo, alcuni mangiavano mentre altri andavano apparentemente in battaglia.
“Perché quelli indossano l’armatura?” chiese Adele infine.
Adele aveva visto l’armatura in fondo al suo armadio; non era come quella dei Viandanti che le stavano sfilando davanti- la sua era più semplice, meno lucente e con meno spazi per le armi.
Sapeva però che lei non avrebbe usato quell’armatura per un lunghissimo periodo di tempo, visto che lei si stava solo allenando e avrebbe dovuto usufruire solo della tuta da allenamento per il momento.
Tuta che ha dovuto sostituire già un bel po' di volte, dato l'allenamento masochista dei Viandanti.
“Stanno partendo.” Rispose Xander “Stanno andando verso un altro mondo dalle possibilità perdute.” Sospirò lui, con uno sguardo un po' meno entusiasta di quando era arrivato.

"E perché sono qui?" chiese Lòk "Non dovrebbero essere già al palazzo del concilio?"
"Ma non dovrebbero essere lì almeno un giorno prima?" chiese sbalordita Hec un secondo dopo.
Adele quasi saltava in aria, ma in qualche modo, stava già facendo l’abitudine ad avere ospiti inaspettati nella sua stessa testa.
"Anche voi avete imparato a entrare non invitate?" Chiese spazientita Adele.
Lòk però rise soltanto, scusandosi e dicendole che in realtà non l’aveva fatto apposta e che non sapeva cosa era successo, lei stava solo cercando di addormentarsi.

Adele non sapeva a cosa reagire prima: il pessimismo di Xander, il fatto che Hec sapesse cose che lei non sapeva oppure l’inconvenienza di avere due visite non volute nella sua testa e che lei non aveva notato minimamente.
Lok ed Hec non erano come Xander, avrebbero dovuto essere come elefanti in un negozio di ceramica, facendosi molto note inciampando nei suoi pensieri.
“Non dovrebbero essere già nel palazzo del Concilio?” chiese Adele, ripetendo la domanda delle sue compagne.
“Non necessariamente; tu come fai a saperlo?” Rispose Xander, guardandola sorpreso.
Adele lo guardò impassibile e disse: “Tu non volevi rispondere ad alcune mie domande, quindi non ho aspettato che ti decidessi ad aprir bocca, finalmente.”
Xander roteò gli occhi “Tutto ha un proprio tempo, Sconosciuta. Non correre.”
Adele roteò gli occhi a sua volta.
Molte delle sue domande non avevano mai risposta e al contrario i suoi dubbi invece di diminuire si moltiplicavano soltanto- e questo solo perché lui aveva un cervello complessato.
Non posso dare torto alla ragazzina.

THE UNDEAD [LIBRO I della saga 'XAVERIE']Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora