Ada

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Il rumore degli spari rimbombava nell'aria, interrompendo il silenzio corrente.

Era l'ultimo allenamento prima della missione di prova, quello di precisione e mira, quindi tutte le reclute compresa me si erano riunite al poligono di tiro.

La fascia degli occhiali protettivi mi stringeva la testa ed il vetro mi permetteva la protezione necessaria per sparare in sicurezza.

Le braccia tese in avanti, una mano reggeva la pistola col dito sul grilletto, l'altra posata sotto il calcio dell'arma, controllava il rinculo.

Ricaricai quanto necessario, tornando poi al mio allenamento, il separè in legno non mi permetteva di vedere come stessero andando gli altri, ma non avevo bisogno di saperlo per essere sicura.

I bersagli erano piccoli manichini composti da pacchi di paglia, sistemati a mo di corpo umano.

Alcuni miravano alla testa, ma col tempo ero riuscita a capire che la mia mira non è delle migliori, e che invece il combattimento corpo a corpo fa più per me.

Mirai sempre al centro del petto, non nascondo che colpirlo era difficile, ma col giusto sforzo anch'io riuscivo a stare al passo.

Era una giornata tranquilla, mi ero svegliata presto ed ero riuscita a gustarmi il mio panino con Cosmo, cosa che ormai era diventata un rito.

Sam, insieme agli altri soldati erano andati a recuperare le armi necessarie per il recupero informazioni, qualche giorno fa avevamo discusso i dettagli con la squadra.

Una scorta terroristica avrebbe fatto un trasferimento da una base all'altra, trasportando con loro informazioni sensibili, che a noi sarebbero stati utili.

Avremmo agito nel tratto di strada tra i due campi, bloccandoli nel punto sensibile di una stradina montana, fermando le auto per recuperare i documenti incriminati.

I miei pensieri avrebbero continuato a girare senza sosta, se il mio naso non avesse percepito un odore.
Quell'odore.

Musico e tabacco, so benissimo di chi è.

Prima di poter reagire sento una mano cingermi la vita da dietro, ed un petto di pietra schiacciarsi contro la mia schiena.
"Non lo stai facendo nel modo corretto"

Alex.

Le sue mani risalgono fino alle mie spalle lasciando dietro di loro una scia di fuoco, che sulla mia pelle, brucia da morire.
Giro leggermente la testa e lo vendo.

Incrocio i suoi occhi nocciola che affondando nei miei, i fili d'oro che gli fanno da capelli incorniciando il suo viso, e di conseguenza, ad averlo così vicino, a sentirlo così vicino, il mio battito aumenta.

Infila una gamba fra le mie, allargandole al suo passaggio, poi posa le sue dita sulle mie correggendomi la posizione delle mani sulla pistola.

"Così" il suo alito mi accarezza il retro dell'orecchio, il che mi fa rabbrividire.

Io annuisco e riporto gli occhi sul bersaglio "capito" mormora provando ad ignorarlo "fammi vedere, spara" obbedisco nonostante senta la sua cintura premuta sulla parte bassa della schiena.

Sparo qualche colpo, che provo a mirare al meglio, con mia grande sorpresa, e più comoda questa posizione.

Sorrido e appoggio la pistola sul piccolo tavolino dinnanzi a me, girandomi verso Alex.

'Che idiota che sono'

È più vicino di quanto mi aspettassi.

Ora sento il suo respiro sulle labbra, la punta dei nostri nasi quasi si sfiora, e quando le sue mani toccando le mie anche avvampo.

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