Parte 6

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La notte prima del rituale propiziatorio, mentre si accingeva a spegnere la fiamma della candela con un soffio, l'anziana signora udì bussare alla porta di casa sua.

Chi sarà mai a quest'ora? pensò Nora, guardando in direzione della porta d'ingresso. Forse Maria e Gorinnari vengono per pregare gli dei con me e salutarmi un'ultima volta.

Poggiò la candela sulla tavola, si avviò all'uscio per togliere la sbarra di legno dai cardini di ferro che suo nipote Elias, quella mattina, aveva aggiustato. Appena la spranga fu sollevata, la persona all'esterno aprì di scatto la porta e la abbracciò, con un impeto tale da spezzarle quasi le ossa; poi cominciò a piangere. Chi poteva essere? E perché piangeva? Nora si lasciò abbracciare non opponendo resistenza a quello sfogo di lacrime. Poi lo sconosciuto interruppe il pianto, come preso da un'urgenza. Senza allontanarsi da lei si asciugò gli occhi col mantello, infine con lentezza sciolse l'abbraccio.

«Elias?» mentre Nora iniziava a parlare Elias si era messo l'indice in verticale sul naso per farle segno di parlare a bassa voce. «Ma... com' è possibile?» sussurrò Nora meravigliata. «Sei appena andato a letto, come mai eri fuori? E perché stai piangendo?».

«Nonna siediti per favore, non c'è tempo da perdere. Quello che sto per dirti sarà difficile da credere, ma dovrai ascoltarmi. Dobbiamo fuggire subito».

Il nipote era completamente preso dal panico. Nora lo fece accomodare su una sedia, poi si sedette a sua volta. Prese le mani del ragazzo tra le sue, sembravano più forti di come le ricordava e, a guardarlo bene, era appena più alto e muscoloso del solito, quasi fosse un fratello maggiore di Elias. Tenendogli le mani, Nora lo fece calmare.

«Spiegami cosa succede».

Il nipote le raccontò di come sarebbero venuti a prenderla il mattino seguente, a causa della fuga di Tzia Maria e Gorinnari; del fatto che l'avrebbero uccisa, del sacchetto che gli aveva lasciato in eredità senza spiegargli a cosa servisse; della sua fuga e di quando aveva per sbaglio inserito la pietra, risvegliandosi in un altro posto. Proseguì raccontandole del suo rientrare al villaggio, l'incontro con Tzia Maria e Gorinnari lungo il fiume, quando aveva realizzato di essere tornato indietro nel tempo; del tentativo di tornare per salvarla, le rovine di Durcalis, le visioni del cavallo verde e di come l'animale l'avesse accompagnato per tempo a Nuova Calagon, quando lui aveva ormai perso ogni speranza.

«Dovrebbe essere ancora qui, all'ingresso del villaggio, spero ci aiuti a fuggire. Ora devi sbrigarti, dobbiamo andare. Non c'è molto tempo; prima riusciremo a partire, più lontani saremo all'alba». Il nipote aveva raccontato tutto d'un fiato e nella frenesia delle sue parole Nora non aveva dubitato neppure per un secondo della loro veridicità e della sincerità del ragazzo, ma non si era scomposta né agitata. Anzi, cercava di riflettere, pensare al da farsi a sangue freddo. Per lei non era una novità sentir parlare di magia, da secoli parte integrante della sua famiglia. Lei stessa una volta aveva utilizzato l'artefatto con la pietra viola per comprovare la veridicità del racconto di sua madre sulla magia del talismano. Un po'stordita dopo il bagliore iniziale, aveva subito riconosciuto il Nurag Coccoi in cui si era materializzata. In preda al panico aveva inserito nuovamente la pietra nell'oggetto, sperando di fare ritorno al Nurag Marino. Invece, uscendo dalla torre, si era ritrovata addirittura più distante, all'interno di un Nurag vicino l'antico villaggio di Tisc-al. Vani erano stati i tentativi di inserire la gemma nell'artefatto una terza volta, quindi aveva deciso di incamminarsi, rassegnata, verso casa. Rientrata al villaggio, dopo tre giorni di tragitto e mal nutrita, si era preparata ad una memorabile ramanzina dai genitori, a causa di quella sua assenza così prolungata, senza che li avesse informati. Non sapendo dove fosse, dovevano essersi preoccupati parecchio. Invece l'avevano accolta come se mancasse dalla mattina. A quel punto capì di essere tornata indietro nel tempo di tre giorni. Era eccitata, ma non poteva raccontare di aver utilizzato l'artefatto e la pietra; i genitori dopo che le avevano spiegato quale fosse la sua eredità, si erano raccomandati di non invocare quella magia a meno che non fosse stato necessario, "perché con la magia non si gioca, ha sempre delle conseguenze." Le sembrava di udire ancora la voce di sua madre. Aveva promesso e adesso aveva disubbidito. Non le era mai più capitato di usare la magia; la sua vita era trascorsa priva di pericoli che minacciassero la Terra del Mare. A quanto pareva però, suo nipote non era altrettanto fortunato.

Il Cimitero degli Dei - 1. Il Principe PastoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora