Parte 7

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Elias non riusciva a credere alle sue orecchie.

«Come puoi pensare veramente di permettergli di sacrificarti» avrebbe voluto urlare, ma l'altro Elias che dormiva tranquillo ancora ignaro di tutto, si sarebbe potuto svegliare e non voleva procurarsi uno shock. Se gli eventi non si fossero sviluppati correttamente, se l'Elias che stava dormendo non avesse vissuto le stesse identiche vicende di cui era stato testimone lui due giorni prima, lui stesso in quel momento non si sarebbe potuto trovare lì a tentare di salvare Nora. Solo in quel momento comprese le ragioni della nonna; ecco perché insisteva nel voler morire, non lo ascoltava e non si preparava per la fuga. Al contrario sedeva tranquilla cercando di spiegargli più cose possibili e aspettando placida la sua ora. Se lei non fosse morta come previsto, niente di tutto quello che era successo a Elias in quei due ultimi giorni sarebbe potuto accadere di nuovo, cosa ne sarebbe stato di lui? Si sarebbero trovati in un enorme paradosso.

«Tu stessa hai detto che possiamo cambiare il nostro destino!»

«Ed è vero,» confermò la nonna strizzando con dolcezza gli occhi, come faceva sempre quando sorrideva «possiamo, ma non è detto che vogliamo. Cosa dovrei fare ora secondo te? Fuggire con te e abbandonare il ragazzo che sta dormendo nell'altra stanza? Cosa penserebbe al suo risveglio? E non assistendo alla mia morte come hai fatto tu due giorni fa, cosa farebbe? E cosa ne sarebbe di te, del te di adesso, se il ragazzo che dorme di là vive un futuro differente? Ricorda Elias: se utilizzi la pietra e torni al passato, qualunque modifica apporterai agli eventi, avrà una conseguenza nel futuro.»

«Allora ascoltami nonna, ho capito cosa dobbiamo fare! Tu ora prendi il Bronzo dal suo nascondiglio, vai di là, mi svegli, mi dici che dobbiamo partire e fuggiamo il più veloce possibile. Dopo che saremo fuggiti, che sarai fuggita con... lui, spiegherai all'altro Elias tutto quello che devi riguardo l'eredità e lui sarà pronto ad affrontare il suo destino insieme a te.»

«E cosa ne sarà di te?» chiese la nonna.

«Non preoccuparti per me, la cosa più importante siete tu e quel ragazzo di là che ancora dorme e non sa nulla di quello che lo aspetta. Io continuerò a vivere in lui.»

La nonna lo guardò con orgoglio misto a compassione, gli occhi le si gonfiarono di lacrime.

«Non credere che io possa lasciarti sacrificare la tua vita per la mia. Non posso perderti. Un nonno non deve mai sopravvivere a un nipote, sarebbe il dolore più grande, non potrei mai perdonarmelo.»

«Ma io ci sarò sempre, ci sarà l'altro Elias accanto a te, devi far finta soltanto che io non abbia mai viaggiato indietro nel tempo, che non sia mai arrivato, come se avessi sognato. Tuo nipote ti resterà comunque accanto e tu allo stesso tempo potrai essere accanto a lui.»

«Non puoi chiedermi una cosa simile. Come potrei far finta che tu non sia mai esistito? Mi trovo davanti a mio nipote, un ragazzo diverso da quello che dorme di là, un uomo, più grande solo di due giorni, ma più maturo non so di quanti anni, un uomo capace di dare la propria vita per gli altri. Se io facessi quello che vuoi, permetterei a questo uomo di immolarsi. È come se io stessa uccidessi mio nipote; tu sei diventato un uomo come io ho sempre desiderato potesse diventare il ragazzo che dorme di là. No, non puoi chiedermi di sacrificarti al posto mio.»

Elias non sapeva più cosa dire per persuaderla.

«Vuoi allora privare tuo nipote della presenza e dell'affetto di sua nonna?» Elias provò l'ultima strada, quella del senso di colpa, ma se anche lo avesse suscitato nella nonna, di sicuro era più forte il suo, che provava in quel momento per essersi giocato quella carta.

«Sei già stato privato dell'affetto di tua nonna, invece di vedere in questo una possibilità di salvezza per me, ringrazia gli dei che ci abbiano permesso di parlare di nuovo, concedendomi il tempo di spiegarti la tua eredità. Io sono già morta, per te questo è il passato. Un passato con una probabilità in più per me di non abbandonarti senza averti salutato. E quando Elias si sveglierà, mi vedrà morire e fuggirà verso il Nurag Marino, da quel momento dovrai ricominciare a vivere il presente e affrontare un futuro insidioso. Le sorti delle razze sono nelle tue mani. Questo è molto più rilevante della vita di una vecchia, alla quale in ogni caso non mancherebbe molto da vivere. Invece in gioco c'è la libertà del nostro popolo e il possesso delle nostre terre. Io sarò sempre accanto a te, ti guiderò e ti proteggerò, ma promettimi che non tenterai nulla per cambiare questo presente, che non ti volterai più indietro e proseguirai per la tua strada. Promettimelo!»

Elias si arrese all'evidenza. La nonna aveva ragione.

«Te lo prometto» disse col cuore gonfio, trattenendo le lacrime.

«E adesso vai. Secondo quello che hai raccontato, tra poco verranno a prendermi e non puoi farti trovare qui».

Elias si alzò dalla sedia, strinse la nonna tra le sue braccia, più forte che poteva, avrebbe voluto nasconderla dentro di sé e portarla via. Si forzò di non piangere, la nonna faceva altrettanto, strizzando di nuovo gli occhi con fare amorevole. Poi Nora lo allontanò da sé, andò in cucina, prese del pane, dei pezzi di carne secca e un po' di frutta, mise il tutto in una borsa di pelle e la porse al nipote. Lo accompagnò alla porta, lui la baciò mentre lei gli accarezzava la testa sistemandogli i lunghi capelli come era solita fare, quel gesto materno che lo aveva sempre rassicurato. Lui fece un cenno alla trave di legno che serviva a chiudere la porta per ricordarle di serrarla quando lui fosse uscito e lei chiuse gli occhi in segno di assenso. Ormai nessuna parola serviva più, entrambi stavano andando incontro al loro destino. Nessuno dei due era veramente pronto, ma sapevano che l'avrebbero affrontato con coraggio.

"Buon viaggio nipote mio, ci ritroveremo nell'Assoluto".

Appena fuori, non fece neanche in tempo a udire la nonna sbarrare la porta che scoppiò a piangere; un pianto profondo, sommesso, un pianto che veniva dalle viscere, irrefrenabile. Avrebbe voluto urlare; per un istante fu tentato di pararsi davanti la porta, aspettare che venissero a reclamare la nonna e ucciderli tutti, ma si rimproverò di quel vaneggiamento. Aveva promesso, si vergognò di se stesso, del suo egoismo che dava più importanza al suo affetto per la nonna piuttosto che alla libertà di un popolo intero; alla vita di una sola donna, contro quella di migliaia di esseri viventi di ogni razza.

Ma gli altri non li conosco! Mia nonna mi ha cresciuto come una madre. Si morse la lingua a quel nuovo pensiero, immaginando lo sguardo duro, severo di Nora, quando gli diceva che la cosa più importante al mondo fosse il rispetto per gli altri e il bene comune. Vide alcuni uomini uscire dalla capanna del capo villaggio; non si accorsero di lui, erano diretti verso la casa di Tzia Maria e Tzio Gorinnari.

Il Cimitero degli Dei - 1. Il Principe PastoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora