Savannah' s Point Of View
È la luce a svegliarmi. Mi guardo intorno e vedo il cielo grigio-rosato.
Poi realizzo.
Sono sul tetto della tipografia.
Saranno le sei passate.
Non sono nei guai, sono già morta!
Mi ero addormentata sdraiata sulle sue gambe...WTF? Lui sta dormendo, ma quando mi alzo si sveglia e mi sorride.
Sto per sciogliermi.
Purtroppo, non ne ho il tempo perché sono di fretta e devo spiegargli la situazione.
Se non torno prima che i miei si sveglino, sono nei guai fino al collo.
Fortunatamente, lui ha la macchina e mi offre un passaggio.
Saliamo sulla sua panda nera e mi ricordo solo ora di non sapere il suo nome, né l'età.
"Come ti chiami?"
"Edward. Tu?"
"Mi chiamo Savannah, sedici anni giovedì prossimo."
"Frena frena chi ti aveva chiesto l'età? Comunque io di anni ne ho diciotto."
Mi fermo un attimo a osservarlo e non posso fare a meno di pensare che è stupendo. Ha i capelli corti, spettinati e scurissimi, è altissimo, qualcosa tipo 1,90, ha due occhi blu, no non azzurri proprio blu notte, e nell'oretta che ho dormito ho sognato di essere con lui.
Eravamo sdraiati su un prato, e lui diceva qualcosa tipo che si era stufato di guardare l'infinito da dietro la siepe.
Così mi prendeva per mano e correvamo fino ad arrivare sulla spiaggia, ci tuffavamo da una scogliera rossa e prima che raggiungessimo l'acqua era diventato buio e il cielo era pieno di stelle. Poi toccavamo l'acqua e la scena spariva.
Ci sarebbe da chiedersi se mi ha fatto inalare qualche allucinogeno mentre dormivo.
"Buffo che fino a un minuto fa mi conoscevi benissimo senza sapere il mio nome" Esclama.
Intanto, seguendo le mie istuzioni, siamo quasi davanti casa mia.
Lui mi saluta e ci diamo appuntamento tra tre giorni, stessa ora, stesso posto.
Scendo silenziosamente e rientro in casa dalla finestra del bagno. Fortunatamente tutti stanno ancora dormendo, sono le 06:22.
Faccio giusto in tempo a infilarmi il pigiama che Joceline, evidentemente appena svegliata, irrompe in camera mia chiedendomi perché tanto chiasso di mattina presto.
Le faccio il dito medio e la caccio via, poi decido di andare a mangiare qualcosa.
Mi preparo un toast con due pomodori e del formaggio, poi improvvisamente mi ricordo che ho lasciato lo zaino sopra il letto e corro in camera mia a nasconderlo.
In una delle tasche trovo una pallina di carta.

"Istantanea
Da qui puoi vedere il buio spezzarsi.
Laggiù i sogni dei canarini bruciano.
Da qui puoi vedere il tempo fermarsi.
Laggiù le loro voci stridule tremano.
Ehi ;) l' ho scritta mentre dormivi.
Ci vediamo giovedì.
E.G."

Quella poesia fa venire i brividi. Riesco a sentire la sua voce che la pronuncia, all'alba, in cima alla tipografia abbandonata.
È assurdo. Da qualche parte dentro di me si è impressa una sua immagine. Non riesco a togliermelo dalla testa.
Se è questo che si prova quando ti piace qualcuno, è una sensazione schifosa. Perché mi sento una cretina.
Non so, per anni alla parola "amore" o "ragazzo" o simili la prima cosa che mi veniva in mente era "WTF azzo dici"...
E poi ho passato un quarto di vita ad osservare i canarini e le loro relazioni, e so che probabilmente manderò tutto a puttane. Con l'unico pettirosso che ho incontrato finora.
Tuttavia, qualcosa dentro di me dice che potrebbe essere diverso... Diverso in che senso? Nel senso stare felicemente insieme per il resto della nostra vita? Ew.
Ma poi io a lui piaccio?
Ma perché devo creare tutti questi problemi? Uff.
Innegabile che è strafigo e genio.
E innegabile che mi piace.
No.
Sì.
Vaffanculo.
Quindi mi piace.
Boh.
Sì.
Ok.
Machecazz...Cosa ho fumato?

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