Three months passed.
Savannah ed Edward hanno continuato a vedersi e a passare del tempo insieme anche di giorno. È ottobre, la scuola è iniziata.
Savannah's Point of View
In una banale giornata autunnale, in cui la temperatura vira sui millanta gradi, niente è più banale che camminare su un marciapiede diretta verso quella boccia di pesci rossi che per convenzione con il resto del mondo chiamerò scuola.
In fondo alla strada c'è il cancello dell'assurdo edificio di mattoncini rossi che più che un liceo sembra un Lego.
Intorno, gruppi di ragazzi chiacchierano, ascoltano musica e si passano compiti. Quando arrivo mi appoggio a una colonna e apro il libro di musica.
Ora, io mi chiedo perché in un liceo scientifico dovremmo buttare nel cesso due ore a settimana per una materia simile.
È venerdì, abbiamo un'ora di religione, due ore di musica e due di ginnastica, quelle materie in cui i professori passano ore a impedirci di lanciare molotov e pretendono di fare lezione...
Sto fingendo di leggere un paragrafo di cui non so neanche una riga, quando qualcuno mi strappa il libro dalle mani e lo chiude. Alzo gli occhi e incrocio quelli di Edward.
"Ed" dico sorridendo.
"Ciao Sav, tu entri? Perché stavo pensando di fare una gita..."
"Umh...Dove?"
"Il bosco vicino al Lago Merrit"
"Lontanuccio. Sicuro che torniamo per le quattro?"
Dico, cercando di non esprimere il mio entusiasmo.
"Se Macinino non ci tradisce, sì."
"Macinino" è la macchina che ha ereditato da suo nonno, una specie di rottame che va avanti a forza di volontà.
"Ok, allora andiamo!" Sorrido.
"So che cercavi solo l'occasione per bigiare" ridacchia lui.
Saliamo a bordo e mi rendo conto solo in quel momento che mi aspettano troppi pallosissimi minuti di macchina, su una strada scassata e Macinino che sobbalza ad ogni curva.
Circa mezz'ora dopo, Ed si ferma in una stradina sterrata.
Scendiamo e lui mi avverte che bisogna camminare un pò.
Intanto gli chiedo come stia sua nonna, che si prende cura di lui da quando è morta sua madre, dato che il padre si è trasferito in Canada per lavoro.
"Beh, è anziana e non è più molto in forma. Certo, è sempre energica e arzilla, ma soffre di problemi cardiaci..."
Rimango in silenzio. So che quando morirà Ed ne sarà devastato, sua nonna è stata l'unico punto di riferimento che ha avuto negli ultimi sei anni. Non mi ha mai raccontato nei dettagli la storia di quando è morta la madre, e preferisco non saperlo sinceramente. È difficile vedere una persona per quel che è quando ti fa pena.
Ci inoltriamo nel boschetto seguendo il sentiero che porta al lago.
"Sei mai stata qui?" Chiede lui rompendo il silenzio.
"Sono venuta al lago per fare un picnic con i miei genitori, quando avevo otto anni. Ma non siamo passati attraverso il bosco. Eravamo nel parchetto dall'altra parte." Mormoro.
Sotto gli alberi si sta bene, c'è un bel fresco.
"Segui questa stradina! Siamo quasi arrivati!" Esclama Edward.
Affretto il passo lungo il sentiero e spalanco gli occhi vedendo il punto in cui si è fermato. Su una robusta quercia è fissata la scaletta di corda che porta ad una casetta di legno dipinta di verde tra i rami dell'albero.
"Non è proprio il genere di posto che piace a noi, ma ci tenevo a mostrartela."
"Perché?" Domando senza tanti preamboli.
"Quando avevo cinque o sei anni, ci venivo spesso con i miei genitori. L'aveva costruita papà... Vi ho passato dei momenti bellissimi. Dai, saliamo."
Ci arrampichiamo sulla scaletta e apro la porta. È piccola e abbandonata da anni, però è davvero carina. Ci sono delle coperte e un pouf, uno scaffale e una finestra chiusa. Mi immagino un piccolo Eddy che saltella su quel pouf... Dio, che cosa patetica.
Spalanca la finestra, mostrando la bellissima visuale del lago che si estende a perdita d'occhio ai margini del bosco.
Decido di riprendere la conversazione.
"Sì, ma perché proprio a me?"
"Perché sei l'unica persona degna di nota che ho incontrato. Perché sei l'unica persona che ho capito a fondo, e sei l'unica che può capirmi. Perché abbiamo gli stessi problemi mentali. Perché sei la ragazza più bella che abbia mai visto." Dice stringendomi a sè e accarezzandomi il viso.
Le nostre labbra si avvicinano e sento i nostri respiri scontrarsi.
Mi fischiano le orecchie. C'è troppa tensione. E poi non può essere tutto così semplice.
Il momento perfetto viene spezzato dal trillo acuto della mia suoneria.
Mi stacco velocemente da lui e rispondo al cellulare.
"Pronto Bob? Che succede?"
"QUEL CANE?"
"Ommioddio dobbiamo fare qualcosa! Noi arriviamo subito!"
Ed mi guarda con aria delusa e perplessa.
"Il cane" mormoro.
" Un cane?"
"Un cane Ed! Mi ha chiamato Bob, un mio amico che abita in un appartamento vicino alla nostra fabbrica..."
"E come mai non ne so niente? Chi sarebbe 'sto Bob?" Mi interrompe.
"Non sei mica mio padre, non sono tenuta a dirti tutto... E comunque è un venditore ambulante trentenne che non hai ancora conosciuto per puro caso, abbiamo fatto amicizia pochi giorni fa. Mi ha avvisato che c'è un cucciolo randagio vicino alla fabbrica..." Dico facendo gli occhi da Gatto Con Gli Stivali che mi riescono tanto bene.
"E a noi che ce ne frega?" Mi interrompe per la seconda volta negli ultimi due minuti.
"Me ne frega perché quel cane vale centinaia di dollari! Ti stavo spiegando che appartiene ad una prestigiosa famiglia di canarini ed è scappato. Bob dice che ha poco meno di un anno ed è molto bello."
"E con ciò? Intendi restituirglielo?!?"
"Ovvio che no! Voglio nasconderlo e curarlo.
Sai, quando per anni non riesci ad uscire dalla tua gabbia è bello provare ad aiutare chi potrebbe riuscirci..."
"Ok, andiamo"
Disse deluso. Evidentemente aveva accettato per farmi contenta.
Bob era ovviamente un'invenzione così come il cane, ero alla ricerca di una scusa per smorzare la tensione che si era formata con Edward e, beh, a volte avere il cellulare sclerato che mette sveglie a random può essere vantaggioso.
È stato bellissimo, ma terribile: in quel momento mi sono sentita soffocare dalla mia cappa di normalità. E...nah, stare con qualcuno non fa per me.
Ciaoone!
Hey people...sono ere geologiche che non aggiorno, inoltre questo capitolo fa abbastanza schifo ma...82 WTF visualizzazioniii!?!?!?
Stanotte scriverò almeno altri 2 capitoli per farmi perdonare...
Bye byee friends
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Concrete Jungle
Adventure"È la mia giungla di cemento. È la teca che dovrebbe proteggermi È la teca che mi soffoca. La teca di cui molti non si accorgono. La teca dentro cui puoi essere felice, se non hai mai vissuto fuori. La teca che potrebbe farmi impazzire, se non f...