Girasoli appassiti

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Ho cercato su Google come scrivere poesie. C'erano parole, sillabe che sapevano di carta fresca, di muffa. Come si scrive una poesia? Io so solo che ogni volta che metto giù la penna, mi preme dentro un brivido incalzante. Ho bisogno di sputare. Sul mondo, sulle lettere, su Schiele. Schiele, pittore maledetto. Schiele ha mai disegnato girasoli spulciati? Mia zia me ne regalò uno.
Scese dalla macchina, lo strappò alla terra, me lo porse. Aveva radici pelose, mi pungicarono le mani. Mi venne da ridere, le dissi che era una pazza. Lei rimise a moto, sfrecciamo fino a casa.
Il girasole è appassito, adesso. L'ho visto sfiorire, son caduti i petali. È rimasto comunque di una bellezza smorta, come una ballerina che s'inchina davanti al pubblico. Ho sempre visto i girasoli come piccoli pezzi di ricordi. Per un lungo periodo li ho odiati. Che fiori erano? Perché erano così alti, così intimidatori?
Poi, mia zia lo ha preso per me ed è stata la prima volta che qualcuno ha espresso amore per me.
Ha creato un ricordo.
Adesso amo i girasoli, specie quando appassiscono.

-1917-

-1917-

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Schiele, Parole di vetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora