Pov: Sofia
Mi sveglio assonnata, come tutte le mattine, in più il pensiero del compito di inglese in prima ora non alimenta il mio entusiasmo. Vorrei solo rimanere qui, nel mio letto, a dormire.
Ci rifletto un po', poi mi alzo definitivamente dal letto e inizio a prepararmi.
Mentre faccio colazione ripeto mentalmente gli argomenti del compito, poi un messaggio di Leonardo interrompe i miei pensieri.-da Leo: Buongiorno, io ti aspetto all'entrata ma nel caso in cui non ci dovessimo vedere...in bocca al lupo per il compito!
Un grandissimo sorriso mi appare sul volto, era quella spinta che mi mancava per iniziare la giornata.
Finisco di prepararmi al volo ed esco di casa in perfetto orario. Salgo sul mio motorino e mi dirigo verso la scuola.Saluto le altre come sempre, ci scambiano le nostre previsioni sulla verifica e mi dirigo verso l'ingresso. Lì c'è Leo, ma dietro di lui...
Martina, o meglio, la Bernardo, che mi osserva di sfuggita con quel suo sguardo a metà tra l'indifferente ed il turbato.
Leo mi si avvicina e ci scambiamo un rapidissimo bacio. Non sono una grande amante di queste cose in pubblico, soprattutto se su di me c'è lo sguardo attento della persona da cui cerco di non farmi notare.
-In bocca al lupo! Ci vediamo dopo va bene?- mi dice lui con il suo solito sorriso.
-Viva il lupo! Certo a dopo, buona giornata- rispondo avviandomi verso la mia classe.Arriva il momento tanto temuto. Leggo le tracce e tiro inaspettatamente un sospiro di sollievo, pensavo sarebbe stata molto più difficile.
Le prime due ore passano velocemente, il tempo sembra quasi velocizzato ed è il momento di spostarsi nel laboratorio di scienze, con la somma gioia di tutte noi.
-Vi giuro che se il Ricci mi chiama fingo uno svenimento, mi ha interrogato due volte questo mese- dice Flavia ridendo, anche se posso leggere una punta di sconforto nelle sue parole.
-Non so quanto ti convenga. Una ragazza di primo ha avuto la febbre durante la sua lezione qualche settimana fa e lui le ha messo una nota perchè stava disturbando la lezione con le sue richieste- risponde Ele agitata.
-Figurati, se svenissi davvero ti costringerebbe a riprenderti solo per mandarti in presidenza- rispondo io ridendo.
Ci incamminiamo tutte insieme, anche se io approfitto della ricreazione per fermarmi un attimo nei corridoi. Lo zaino oggi pesa più del solito e il tutto è amplificato dalla strana caduta dell'altro giorno durante gli allenamenti, devo aver battuto la spalla e adesso mi da un po' fastidio.
Non ci penso, cerco solo di arrivare all'ascensore e salire in aula il prima possibile. Teoricamente noi studenti non dovremmo usarlo, ma oggi ne sento davvero il bisogno.Quando lo vedo, le porte si stanno già chiudendo, ma non sono abbastanza vicina per raggiungerlo in tempo. Con la coda dell'occhio, però, intravedo qualcuno che si gira. Martina.
Le porte si riaprono. -Sofia, entra pure- dice con la sua solita calma.
Sospiro, cercando di sorridere. -Grazie-
Mi infilo nell'ascensore e le porte si chiudono. Siamo solo io e lei. L'aria diventa pesante, e non c'è più la fuga delle parole vuote, delle scuse frettolose per andarsene via. Ci sono solo io, lei e il silenzio. Fisso il pavimento, cercando di non pensare a quanto sia assurda la situazione.
L'ascensore sobbalza improvvisamente e si blocca. Martina si guarda intorno con sorpresa -Che cavolo...-
Premo il pulsante di emergenza, ma non ottengo risultati. Un altro tentativo, niente.
-Sembra che si sia bloccato- dico, cercando di mantenere la calma.Lei sospira -Sì, sembra di sì-
Il silenzio tra di noi è strano, imbarazzante. La tensione è palpabile, e sento un formicolio nelle mani mentre stringo le cinghie dello zaino. Non è il dolore alla schiena che mi infastidisce ora, è qualcosa di più profondo.
Dopo qualche istante, Martina prende un respiro e rompe il silenzio.
-Il tuo zaino sembra pesante-
Scuoto la testa -In realtà è mezzo vuoto, però...vabbè, niente-
-È tutto apposto?- mi chiede leggermente preoccupata.
-Si, davvero, mi fa solo un po' male la schiena dopo gli allenamenti dell'altro giorno-
Lei accenna una sorriso, nonostante la tensione ancora sospesa tra noi.
-Ho saputo che avevi il compito d'inglese oggi, è andato bene?- mi chiede.
Allora mi osserva davvero.
-Sisi, sono abbastanza sicura delle cose che ho scritto- proseguo sorridendo.
Le nostre parole sono rarefatte e ogni frase sembra portare con sé una marea di emozioni represse.
-Con quel ragazzo...Leonardo, come va?-
Lo sapevo che saremmo arrivate a questo punto. Era l'ultima cosa che avrei voluto fare, parlarne con lei e per di più, senza la possibilità di scappare.
-Va bene, insomma ci conosciamo ancora poco ma ci troviamo bene- rispondo abbassando lo sguardo.
-Si vede che state bene insieme. Mi fa piacere che tu abbia trovato qualcuno che ci tiene a te- C'è qualcosa nel modo in cui lo dice, come se volesse aggiungere altro.
So a cosa sta pensando, anche se non lo dice. E io? A cosa sto pensando io? Il fatto che stia bene con Leo dovrebbe essere sufficiente, ma c'è sempre quel piccolo tarlo che si insinua nei miei pensieri.
-Lei...sta bene?- le chiedo.
-Si, sto bene. Il solito stress del lavoro e tante altre cose, grazie- risponde guardandomi fissa negli occhi, per poi distogliere subito lo sguardo.
Sorrido leggermente.
Dopo un paio di minuti l'ascensore sobbalza di nuovo e riprende a muoversi. Le porte si aprono con un suono metallico e torna leggera, ma il peso della nostra conversazione rimane lì sospeso tra di noi.
Martina esce per prima, si volta e mi guarda.
-Aspetti- le dico improvvisamente.
-Si?-
-Può accompagnarmi in classe? Se dico al Ricci che sono rimasta bloccata in ascensore come minimo mi manda in presidenza- rispondo accennando un sorriso.
Lei sorride a sua volta abbassando lo sguardo.
-Va bene, ti accompagno-
STAI LEGGENDO
A riveder le stelle (profxstudent)
Lãng mạnSofia, 17 anni, frequenta il quarto anno in un liceo linguistico di Roma. È la classica ragazza che a scuola ha ottimi voti, adorata da tutti i prof e con il giusto numero di veri amici. In quella scuola però qualcosa sta per cambiare... La cattedra...