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Pov: Martina
Sabato, la sera dopo

Sono passate più di ventiquattro ore da quando ho inviato quel messaggio a Sofia.
Mi dispiace da morire che abbia dovuto assistere ad una scena del genere, ma cos'altro avrei dovuto fare?
So che le ho fatto male, l'ho visto nei suoi occhi quando è scappata via. Mentre io sono rimasta lì, incatenata ai miei obblighi e ad una scelta che non potevo evitare.
Purtroppo qui non c'è spazio per ciò che provo veramente. Devo essere razionale e proteggere entrambe da ogni possibile malinteso. Siamo in una scuola dopotutto e dobbiamo fare le cose per bene, per quanto questo mi logori dentro.
Non posso diventare un suo problema ed un rapporto unicamente professionale forse è la cosa migliore.
È giusto così no? Allontanarsi un po'...rimanere distanti. Per noi, per proteggerci, lo faccio solo e unicamente per questo.
Almeno è quello di cui cerco di convincermi, anche se ogni volta che la vedo, diventa una bugia sempre più difficile da sopportare.

-Marti ma che hai?- mi chiede Agnese un po' perplessa.
Agnese ed io ci conosciamo da quando siamo bambine e quasi ogni sabato ci ritroviamo in questo locale con altri amici, un po' come facevamo quando eravamo all'università.
-È tutto apposto?- mi chiede Elia preoccupato. -Non sei mai stata così seria- prosegue sorridendo.
-Si, davvero, sono solo successe delle cose un po' strane a lavoro ultimamente- rispondo.
-Ne vuoi parlare?- mi chiede Agnese.
-No...almeno per ora-
-Ok, ho capito, qui c'è bisogno di un po' di spinta, ti ordino qualcosa da bere- mi dice Elia mentre si dirige verso il bancone.
Sorrido istintivamente, in effetti un po' di alcool non mi farebbe male e mi aiuterebbe a smettere di pensare continuamente a Sofia.

In genere questo locale non è molto frequentato, nonostante sia vicino a Ponte Milvio e quindi a tutto il centro della movida romana.
Stasera invece c'è parecchia gente e persino un tavolo vuoto da più di dieci persone, forse per un compleanno.

-Ecco i drink- dice Elia sedendosi vicino a me, -Per te ho preso un gin tonic, per Agnese una vodka tonic e per me una coca zero-
-Ah niente alcool stasera?- chiede Agnese ridendo.
-No ragazze, lo sapete che sono astemio-
Io e Agnese ci guardiamo scioccate da questa affermazione, -Si certo, sei stato astemio forse fino ai sette anni- rispondo scoppiando a ridere.
-Ridete ridete, intanto devo riportarvi a casa io e non mi va di avervi sulla coscienza- risponde Elia.
-Ah allora te ne saremo eternamente grate- prosegue Agnese ridendo.

Mi giro mentre sorseggio il mio drink e vedo alla mia sinistra un gruppo di ragazzi avvicinarsi al quel grande tavolo prima vuoto. Sono tutti molto eleganti e mi soffermo a guardarli per un po'.
Improvvisamente vedo un ragazzo. Carino, castano chiaro e abbastanza alto, mente si siede a capotavola e vicino a lui una ragazza girata di spalle, con un corpo magnifico ed uno stupendo vestito rosso.
Mi sembra di riconoscerla ma non riesco a vederla bene, poichè ancora parzialmente coperta dalle altre persone, quando si gira però il mio cuore si ferma per un istante...è Sofia.
Si avvicina a quello che credo sia il festeggiato, lo abbraccia e lo bacia sulla guancia. Lei è molto affettuosa nei suo confronti e lui non è da meno, la abbraccia, la tiene vicino a sé e i due non fanno altro che ridere.
Ingoio rumorosamente la saliva, riprendo il mio gin tonic e comincio a berlo per cercare di smettere di pensare a lei, nonostante sia a meno di dieci metri da me.
-Piano Marti, ok che ti riporto a casa io, ma vorrei riportarti viva- mi dice Elia ridendo
Continuo a guardare alla mia sinistra senza dire nulla. Improvvisamente Sofia si gira nella mia direzione.
Provo a distogliere lo sguardo anche se non sicura di essere riuscita a non farmi vedere.

La osservo, cercando di evitare che i nostri sguardi si incrocino, ma non sempre ci riesco.
Ogni volta che i suoi occhi si incastrano nei miei sento un vuoto, so che l'ho fatta soffrire, pur non volendolo.

Decido di farmi coraggio e scriverle. Non ho voglia di avvicinarmi a lei, sono pur sempre una sua professoressa e non vorrei farla sentire a disagio.
Prendo il telefono tra le mani. Respiro profondamente e scrivo di getto la prima cosa che mi venga in mente.

A riveder le stelle (profxstudent)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora