Capitolo 3

112 6 3
                                    

"Ma quanto ci avete messo per questi piatti?! Non è che lo hai conosciuto meglio?" Appena arrivo in camera trovo Alessia e Cristiana sedute sui propri letti. Mi guardano curiose. Roteo gli occhi al cielo e mi sfilo la felpa, restando in top. "Non sentite caldo anche voi?" Le due si guardano. "Vedila che cambia discorso. E comunque no, io sto benissimo, tu Cri?" Alessia mi fa l'occhiolino. "Anche io. Quindi, che avete fatto dopo i piatti?" "Oltre che discutere non abbiamo fatto nulla. Perché? Che credevate, impiccione?" Sorridono le furbette. "Mh, nulla... Era per sapere". Scrollano le spalle. "Ma va, va. Non lo sopporto! È odioso e fastidioso e-" "E lo guardi come se fosse tutt'altro". Mi interrompe Alessia. "Ma non è vero! Prima di tutto sta con Rebecca e seconda cosa sono arrivata solo poche ore fa!" Chiudo il discorso andando in bagno per cambiarmi. Poco dopo mi sistemo sotto le coperte. "Quindi cosa ne pensi dei ragazzi?" "Siete tutti fantastici davvero. Voi due siete accoglienti, Diego è così gentile, Ilan affettuoso, Alessio simpatico. Mi trovo bene". Mi sorridono e corrono entrambe nel mio letto, stringendomi in un abbraccio. "Che carina!" Do un bacio sulla guancia di entrambe. "Già vi amo!" Sono schiacciata tra di loro e insieme guardiamo il soffitto. "Madò sei arrivata oggi, ma io mi affeziono così facilmente! Non me ne voglio andare. Voglio stare qui con voi". Dice Cristiana con la voce spezzata. "Nooo! Non piangere dai!" La consolo. "Vedi che la vinci la sfida, scema!" "Non ce la faccio..." Sospira. "Ne riparleremo settimana prossima". Le faccio l'occhiolino. "Sapete, per caso, chi ha scritto il bigliettino per Luca? Perché ho sentito delle voci..." Sia io che Cri guardiamo Alessia. "Che volete da me?" Avvampa subito. Sgamata. "Chi vuoi prendere in giro?" "Va bene, l'ho scritto io..." Sussurra. "Vedi che non c'è niente di male ad ammetterlo". "Lo so, però ho paura che non ricambi". Abbassa la testa. "Tempo al tempo, tesoro". Ci abbracciamo e andiamo a dormire.
Sveglia alle sei. Sono una mattiniera? Assolutamente no. Fosse per me dormirei tutto il giorno. Il cucino e il cibo sono la mia vita. Però quando si parla di lavoro sono davvero rigorosa. Mi lavo la faccia e indosso un maglione in azzurro e un jeans attillato nero. Poi lego i capelli e rifaccio il letto. Dopodiché vado a fare colazione. Prendo una ciotola e travaso dentro lo yogurt alla vaniglia che condisco con delle fettine di banana e del cacao amaro. Tutti dormono e fuori è buio. Mi immergo nel silenzio della casetta. Sono seduta con sulla sedia e con una mano mi reggo il ginocchio attaccato al petto e con l'altra porto il cucchiaino alla bocca. Tra uno sbadiglio e l'altro, ho terminato la mia colazione. "Buongiorno!" Accolgo Daniele che si è appena svegliato. "Vuoi un po' di latte o caffè, o altro?" "Buongiorno, bella. Una tazza di latte, grazie". "Certo, finisco di pulire la ciotola". Prendo il cartone del latte e lo riscaldo in un pentolino. "Come mai sveglia così presto?" Domanda accomodandosi sullo sgabello dell'isola. "Mi piace fare tutto con calma". Annuisce, mentre gli passo la tazza. "Vuoi le gocciole, i pan di stelle o gli abbracci?" "Gli abbracci". Li poso davanti a lui e lo abbraccio da dietro. "Buon appetito". Gli lascio un bacino tra i capelli. Mi sorride dolcemente. È davvero tenero. "E tu perché sei già sveglio?" "Un po' di pensieri... Non mi va di parlarne". Si rattrista. "D'accordo, però fa sempre bene confidarsi". "Lo so, magari più tardi". La cucina inizia piano piano a popolarsi. "Buongiorno a tutti". Li saluto con un abbraccio. "Ciao bella!" Ilan mi stringe. Mi trasmette veramente un senso di pace e calore. Sembra un ottimo ragazzo. "Dormito bene?" Mi si avvicina Chiara. Ieri non abbiamo parlato molto. Si vede che è timida. "Si, ma sono ancora frastornata. Ieri dormivo nel mio letto in Puglia, oggi mi sono svegliata qui. È tutto così strano..." Mi sorride assottigliando gli occhi. È bellissima. "Si percepisce che sei emozionata. I tuoi occhi luccicano da quando sei entrata da quella porta". "Hai ragione". Continuo a chiacchierare con i ragazzi mentre fanno colazione. "Alle sette abbiamo un'oretta di palestra e alle otto e trenta partono generalmente le lezioni". Mi avverte Trigno. "Okay, grazie". "Come 'okay grazie'? Non sei sconvolta che devi fare attività fisica? Tutti odiamo quell'ora!" Perché è così sconvolto? "Sono abituata, tranquillo. Quando ero a casa correvo tutte le mattine sul lungomare, prima di andare a scuola". "Oddio! E dovevi anche prendere il pullman scommetto". Annuisco. "Infatti andavo a correre alle cinque". Spalanca la bocca. "Pazza!" Scoppio a ridere. "Chi è pazza?" Eccoli, sono arrivati. "Iside! Va a correre tutte le mattine alle cinque". Mi guarda ridendo. Che stupido. "Ah, buon per te, allora". Arriva Rebecca a dargli il buon giorno. "Avete passato una bella nottata?" Chiedo provocandoli. "Certo, ho dormito benissimo!" Risponde subito lei. Non l'ha capito che non mi frega nulla del suo ragazzo? "Più o meno, mi rigiravo nel mio letto. Faceva abbastanza caldo". Marca la parola "mio". "Non mi interessa in che letto tu sentissi caldo, era solo una domanda di cortesia". Mi giro e me ne vado. Allora non ero l'unica ad avere caldo...
Siamo tutti in palestra. Beh, che dire, la maggior parte della classe è stecchita per terra. I pochi superstiti siamo io, Trigno, Diego, e i due fidanzatini. SenzaCri è praticamente svenuta. "E dai però! Vai piano! Dammi il tempo!" Impreca contro lo schermo che trasmette il work out. "Cri, basta, siediti. Muori se continui così. Da domai ti aiuto io". Mi avvicino e le do una mano per alzarsi. "Saresti così gentile da aiutare anche me?" Vybes alza la mano. Tutti ridono. "Si, la solita scusa per rimorchiare". "Vaffanculo, Ilan!" Le mie guance diventano subito rosse. "Sei in imbarazzo?" Dice Nicolò dietro di me. "Per niente. Che ti serve?" "Non mi serve niente. Smettila di essere così spigolosa. Servirebbe un altro giro di lavaggio piatti, se è l'unico modo per parlare con te". "Non sono spigolosa. Mi comporto di conseguenza. E no, non ho voglia di parlarti". In realtà mi piacerebbe conoscerlo meglio, ma c'è quella Rebecca sempre tra i piedi che mi impedisce di farlo. "Mi va bene anche questo. È piacevole discutere con te, principessina". Ma è scemo? Gli piace discutere con me? Io odio litigare. "Non chiamarmi così. È irritante". "Mi piace. Ti si addice". Mi sorride e se ne va. Una volta in casetta, mi sciacquo velocemente e rimetto i vestiti di prima. "Rudy ti aspetta in sala 3!" Mi avverte Alessio. "Grazie, Ale!" E scappo via.

Spazio autrice:
Potevo fare di meglio, ma non volevo lasciarvi senza capitolo.
Il mio cervello sta già macinando delle idee per delle dinamiche eccitanti tra queste due teste calde.
Probabilmente avete capito che non sono due animi facili.
Con gli altri sono affettuosi, dolci, gentili, ma tra loro scatta sempre la discussione.
Chissà se col passare dei giorni riusciranno a trovare un punto d'incontro...
Fatemi sapere che ne pensate.
Alla prossima...

Melody of the HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora