Melody of the Heart

Capitolo 7

Manca poco tempo all'inizio della puntata ed io mi sto preparando insieme alle altre ragazze. Indosso un jeans a palazzo grigio scuro e un corsetto nero di pizzo che lascia molto all'immaginazione, e sotto dei tacchi a punta bordeaux. Mi sto ripassando la piastra per riprendere qualche boccolo che stava cascando. 

"I lose control". Canticchio. È da giorni che questa canzone non vuole andare via dalla mia testa. Tutta colpa di quello scemo. "When you're not next to me". Mi giro per prendere la spazzola da sopra il tavolo della sala relax, ma ci trovo Nicolò poggiato a fissarmi. "Cazzo che spavento! Tu sei uno psicopatico!" Urlo puntandogli contro la piastra. Sorride sornione. 

"Giorni fa mi avevi detto che ero stato bravino, ma mi sembra che sono stato molto di più, siccome la canti da tempo". Incrocia le braccia al petto. "Che vuoi? Mi sei sempre intorno. Per caso hai paura che io mi perda di nuovo? Devo, per caso, pensare che inizi ad affezionarti a me?" Scuote la testa e si avvicina. Forse un po' troppo. Resta molto più alto di me, nonostante io indossi i tacchi. "Magari questa la posiamo". Mi prende il ferro dalle mani e lo mette sul tavolo dietro di me. Rimane a guardarmi più del normale. Occhi negli occhi. Questo attimo sembra infinito. "Che vuoi sentirti dire?" "Semplicemente la verità". "Ovvero?" "Ovvero che sono stato bravissimo". Sbuffo. "Okay, forse mi sei piaciuto abbastanza". "Lo accetto, facciamo passi avanti. Mi raccomando, controlla l'orgoglio oltre che la voce". 

Continuo a farmi i fatti miei, ma lui non esita ad andarsene. "Che c'è ancora?" "Mah, nulla, ti guardavo". "Si, quello lo fai continuamente. Non capisco però se vuoi un autografo o una foto". O un bacio. Ma che cazzo vado a pensare. Assolutamente no. Non succederà mai, soprattutto con lui. Rebecca mi ucciderebbe. Ma non è lei il problema. "No, cretina. Stavo pensando: ma non è che quel corsetto è un po' molto trasparente?" Resto spiazzata. "Che c'è, sei geloso?" Lo provoco con tanto di occhiolino. 

"Mi fai sempre domande a cui sai che non risponderò". Trattieni la gioia, Iside! "Trarrò le mie conclusioni, come al solito. Ma sappi che due più due fa quattro eh". Scrolla le spalle. "E poi parli proprio tu che sei praticamente a petto nudo". Infatti è tanto carino con questa specie di maglione colmo di trasparenze e il suo solito pantalone nero largo. Bevo un po' d'acqua. "Non è che quella gelosa sei tu, principessina?" Quasi mi strozzo. "Ma sei impazzito?! Certo che no!" Mi mette una mano sul fianco. Sussulto a quel contatto. Ma è scemo? Siamo nella sala relax sotto gli occhi di tutti. Conoscendoli si faranno mille domande. Io e lui ci odiamo! 

"Non agitarti. Ti stavi per strozzare, sei diventata rossa e appena le mie dita soltanto ti toccano rabbrividisci. Dimmi se questi non sono dei netti segnali". Dice delle assurdità. Si è fatto un film degno di Netflix. "Hai capito proprio male. Togli subito questa mano che chiunque potrebbe pensare altro". La scosto infastidita. "Che devono pensare? Due amici che si toccano". "Forse ti sei dimenticato una cosa, ma ti faccio ritornare io la memoria: noi non siamo amici". Scandisco bene. Mi sorride. "D'accordo, convinta tu...".

"Nico, vieni, ti sistemo un pochino". Lo richiama Rebecca. Lui mi guarda, come se aspettasse il mio permesso. "Nessuno ti trattiene. La tua ragazza ti sta chiamando". "Iside..." "Ho detto di andare". Annuisce e va da lei. 

"Sbaglio o stavi parlando in modo pacifico con Nicolò?" Si avvicina SenzaCri accompagnata da Alessia. "C'era chimica eh. Poi quando ti ha messo la mano sul fianco stavo per svenire io, non immagino tu. Lo trovo così attraente". Dice Alessia simulando lo svenimento. "Sono viva e vegeta, ragazze. Lo porto ancora sul cazzo". "Si, si, come no. Che vi siete detti?" Sorrido imbarazzata per quello che sto per dire. "Mi ha chiesto se questo top non fosse un po' troppo trasparente". Entrambe spalancano la bocca. "Non correte troppo. Stava scherzando". "Ma che scherzando! Questo è un segnale, più grosso della luna, di un ragazzo che sta abbassando le armi".