Un intruso nella doccia - USA 1954

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Avevo bisogno di una doccia bollente, dopo tutto il freddo che ho sentito oggi. Sento l'acqua scivolare sulla mia pelle, come se si portasse via la tensione, goccia dopo goccia. Il getto caldo mi colpisce le spalle, creando un contrasto confortante con il gelo che ho sentito per tutta la giornata. Il rumore dell'acqua che spruzza contro la tenda cerata riempie il piccolo bagno, attutendo ogni altro suono. Mi godo la sensazione del calore che mi avvolge, e il vapore che lentamente inizia a riempire la stanza, appannando lo specchio sopra il lavandino.

Il bagno è il mio piccolo regno, un rifugio. Non ho mai rinunciato all'abitudine di farmi una doccia prima di infilarmi nella vasca. Il calore dell'acqua è come un abbraccio, e non voglio affrettare questo momento di intimità. So che George è al piano di sotto, e una parte di me pensa che non sia educato farlo aspettare. Ma il fatto che non sia sola in casa, stranamente, mi rassicura. Voglio ancora prendermi il mio tempo. Lo scroscio dell'acqua mi isola, come un velo protettivo.

[Prenditi cura della tua pelle e rilassati con i prodotti della linea Softskin!]

La voce dello speaker ritorna nella mia testa. Il mio corpo si irrigidisce per un istante, come se un'ombra scura fosse scivolata attraverso il vapore, ma poi sospiro, cercando di allentare la tensione. So che è solo una voce, una mia creazione. Se mi concentro abbastanza, posso farla passare. Non può farmi del male, non può.

[Con la nostra linea di saponi e sali da bagno, puoi renderti meravigliosa per il tuo uomo.]

Il tono della voce sembra morbido, quasi amichevole, eppure mi lascia una sensazione di disagio. Sono cullata tra la paura di impazzire e l'illusione rassicurante che questa voce sia una presenza accogliente, qualcuno che mi parla e mi tiene compagnia, senza giudicarmi. Sento il sapone scivolare sulle mie braccia, le bolle sottili che si formano e si dissolvono contro la mia pelle. Chiudo gli occhi per un momento, immaginando di essere da qualche altra parte, in un luogo dove non c'è pericolo, solo calore e serenità.

[Beh io un po' ti giudico, signorinella. Ad esempio, cosa dovrei pensare di una giovane donna che invita un uomo in casa a notte fonda, in assenza del marito?]

Mi fermo, l'acqua continua a scorrere sulla mia schiena, e improvvisamente il calore che mi avvolge sembra opprimente. La voce si fa più insinuante, più presente, come se stesse emergendo dalle pareti del bagno stesso. Sento il battito del cuore accelerare, ogni respiro che faccio sembra troppo corto.

"No, non ho fatto niente di male," mormoro tra me, cercando di difendermi, anche se so che è inutile. "Non ho certe intenzioni." Mi lavo il viso, come se potessi lavare via i pensieri con l'acqua. "Non volevo stare sola," aggiungo con un filo di voce.

[Sicura? Sicura di non aver pensato a quanto sia attraente? Lo hai immaginato sotto la doccia, dopotutto l'hai già visto nudo.]

Il getto d'acqua si fa improvvisamente più freddo contro la mia pelle, come se la mia stessa immaginazione stesse reagendo alla voce. Un brivido corre lungo la schiena, non per il freddo, ma per la nausea che mi sale allo stomaco. "No! Non l'ho immaginato in quel modo!" sussurro più forte, cercando di convincere me stessa. "Non volevo vederlo nudo! Era con Vox, è stato... orribile."

[Non l'hai immaginato, vuoi prendermi per i fondelli? Ti ricordo che sono nella tua testa. Ma soprattutto, ti sei chiesta cosa sta immaginando lui? Cosa pensa realmente del tuo invito? L'hai lasciato sotto la pioggia per ore, vuoi che abbia creduto che la tua fosse un'improvvisa premura?]

Il calore del vapore mi avvolge, ma mi sento soffocare. Il bagno, che prima era un rifugio, ora sembra chiudersi su di me. Ogni goccia d'acqua che cade sembra risuonare come un martello, amplificando la mia ansia.

I Used to Love Him (But I Had to Kill Him)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora