Rivelazioni - USA 1954

41 6 28
                                    

Mi sistemo meglio contro di lui, cercando di mascherare il disagio con la curiosità, come se potesse placare la tensione che sento. La luce del caminetto proietta ombre danzanti sulle pareti, e un bagliore caldo diffonde il suo colore aranciato sulla pelle del divano. La stanza è avvolta da una penombra rassicurante, con la televisione accesa a basso volume a riempire il silenzio senza invadenza. Tra noi, un leggero contatto: la mia spalla contro il suo braccio, che ha lasciato abbandonato lungo il bordo dello schienale. Non riesco a fare a meno di chiedermi come faccia a placare le voci che ho in testa e perché io senta un bisogno così forte di averlo accanto.

Mi scopro a guardare un punto indefinito sul soffitto, cercando di concentrarmi per mantenere la voce più ferma possibile, mentre un nodo d'incertezza mi si stringe dentro.

«Perché fai tutto questo per Vox? Voglio dire... cosa ti spinge a stare con lui nonostante tutto?»

La mia domanda galleggia. Lo sguardo di George si sposta dal caminetto a me, incuriosito.

«Che vuoi dire con "tutto questo" e "nonostante tutto"? Lavoro con lui e sono il suo migliore amico.» Risponde in modo diretto, quasi con una certa semplicità, come se la sua fosse una posizione naturale, ovvia. Ma per me, niente è scontato. 

Abbasso lo sguardo, mordicchiandomi il labbro. Osservo le mie mani che stringono il bordo del cuscino. Non è ovvio per me; questa "amicizia" sembra andare oltre ciò che mi aspetterei da un amico. «Lo so... ma sembra più complicato di così, no? Mi sembra che tu sia sempre al suo fianco, come se fossi... come se avessi qualcosa che va oltre il lavoro, l'amicizia e il sesso. Hai detto che non fai cose con altre persone senza di lui, ma sai che lui le fa... e ti sta bene. È solo per... fedeltà?»

George solleva le sopracciglia e fa una smorfia che tradisce una punta d'ironia. «Fedeltà? Mi hai preso per un cane?» sbotta con un sorriso ironico, poi continua: «Faccio quello che faccio perché mi va e mi piace.» Con una punta di sarcasmo, aggiunge: «Tu perché fai tutto questo per Vox? Cucinare, pulire casa, mostrarti sorridente quando stai male, hai lasciato tutto per lui... lo fai per fedeltà?»

Mi irrigidisco leggermente, sorpresa dalla sua risposta. Non è per fedeltà, no, non solo. Ma la sua domanda ribalta tutto, puntando proprio su di me. Le sue parole mi mettono a nudo in un modo che non mi aspettavo.

Faccio un respiro profondo, cercando di scivolare oltre il mio stesso imbarazzo. «Io... io lo faccio perché lo amo. Perché mi sento persa senza di lui.» Sento la mia voce tremare leggermente, ma vado avanti. Lo guardo, cercando di leggere qualcosa nel suo sguardo, qualcosa che possa svelarmi se anche lui si sente così. «Ma per te... è lo stesso? Anche tu ti sentiresti così... senza di lui?»

Non risponde subito, e mi accorgo di quanto sembri meno disinvolto del solito, quasi a disagio davanti alla serietà della mia domanda. George sembra spavaldo, sempre pronto a rispondere a qualunque cosa con una battuta, ma evidentemente parlare di sentimenti lo imbarazza molto di più che parlare di sesso, pare decisamente meno sfacciato quando parlo di amore. Lo vedo esitare, e questo lato di lui, diverso dal solito, mi incuriosisce da morire.

«Mhhh... non lo so... non credo... forse,» borbotta piano, come se stesse rispondendo più a sé stesso che a me.

Abbasso lo sguardo, e vedo che la nostra vicinanza è diventata naturale, senza l'imbarazzo che sentivo all'inizio. Il mio piede sfiora appena la sua caviglia, un contatto involontario, ma presente. Provo il desiderio di saperne di più, di non lasciare questa conversazione così sospesa, senza risposte. «Allora... quando è iniziato tutto? Quando ti sei reso conto che Vox significava qualcosa per te?»

George sospira, allontanando un pensiero scomodo, come se volesse respingerlo. «Non lo so, non è che mi sono svegliato improvvisamente e ho capito cose... eravamo amici e... che vuoi sapere? Quando c'è stato il primo bacio? Il primo pompino? La prima volta che ho avuto voglia di prenderlo in culo?»

I Used to Love Him (But I Had to Kill Him)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora