"Vi preghiamo di allacciare le cinture. Il volo 245kj per Los Angeles decollerà tra qualche minuto."Una voce metallica irrompe dagli altoparlanti, interrompendo i miei pensieri.
Guardo fuori dal finestrino: il cielo è plumbeo e scuro. Ieri ha smesso di piovere, finalmente.
Faccio partire la musica, che esplode dalle cuffiette portandomi in quel mondo magico nel quale amo rifugiarmi.La donna al mio fianco si fa il segno della croce e prende la mano del marito alla sua destra nella sua.
Alzo gli occhi al cielo e chiudo gli occhi, abbandonandomi al cullare delle note.Poco dopo, sento quel caratteristico vuoto allo stomaco, segno che siamo decollati.
Ora basta solo aspettare 11 ore.
-
"È magnifica!" Esclamo entrando nella nuova casa. È una villa in un quartiere residenziale dove ve ne sono molte simili.
È moderna, di vetro e acciaio. Ha un grande giardino e sul retro c'è una piscina enorme.
I miei si sono trattati bene."Vai a vedere la tua stanza." Mio papà mi guarda sorridendo.
Annuisco e mi incammino lungo il corridoio, fino all'ultima porta sul fondo.
A momenti mi cade di mano la valigia.
Mi si presenta di fronte una camera circolare, interamente bianca, con dei mobili rossi laccati. Il letto è matrimoniale ed è ricoperto da cuscini spumosi.
Mi lancio sul letto, cominciando a saltare sul piumone invernale, facendo cadere tutti i cuscini, ridendo a crepapelle.
Mi faccio cadere sul morbido materasso, senza fiato.
"Vedo che ti piace."
Mi volto, e i miei mi stanno guardando dalla porta, con dei gran sorrisi sulla facca.
Annuisco.
"È fantastica." Mi tiro su a sedere.
"Grazie per quello che avete fatto per me." Sforzo un sorriso mentre si siedono al mio fianco."Tutto, purché tu sia felice." Mia madre mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Essendo figlia unica, tutte le loro attenzioni ricadono su di me, e questo mi lusinga e mi mette a disagio allo stesso tempo.
Non amo essere al centro dell'attenzione, soprattutto se è per compassione.
"Dovresti uscire un po', Costanza. Fai un giretto, farai confidenza con la città." Dice mio padre.
"Okay... Magari dopo."
In realtà non ne ho per niente voglia.I miei sorridono e escono, chiudendo la porta.
Mi stendo di nuovo sul letto.
Non posso credere di essere davvero qui in America. Ho sempre sognato di venire qui, non sembra nemmeno vero.
Sembra stupido, ma pare che questa schifosa malattia abbia qualcosa di positivo.
Qui, posso iniziare una nuova vita. Nessun pensiero, ne preoccupazione.
Devo solo godermi la vita nel modo in cui mi si presenta.
Si, credo che farò così.Mi alzo di scatto e apro la valigia, tirando fuori un paio di collant semi coprenti, un maglione grigio lungo fino a metà coscia, il mio paio di Dr. Martens nere e un cappellino di lana grigio con due piccole orecchie da gatto.
Mi vesto e scendo di sotto.
"Io esco!"Non aspetto una risposta e apro la porta di casa.
Mi investe subito un venticello fresco, che mi fa pentire di non aver preso una giacca.
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Bipolar.
Fanfiction"Mi dispiace ma non posso andare avanti, non ci riesco. Perché vorrebbe dire che è tutto finito. Ed io non sono ancora pronta a lasciarti andare. È il problema è che, nonostante tutti i miei e i tuoi problemi, mi innamorerei altre mille volte di te...