Capitolo 4

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La lezione passa in fretta, grazie a quel coglione di Jack. È davvero simpatico, e riesce a farmi sorridere nonostante sia in trappola in una prigione di mattoni.

Anche Madison è davvero carina con me, magari un po' snob ma simpatica.

"Allora adesso hai anche tu letteratura Inglese?" Mi chiede Madison mentre sto raccattando i libri.

Alzo lo sguardo verso di me. "Si, andiamo insieme?"

Ho davvero bisogno di qualcuno con cui abbia almeno parlato una volta.

"Ovvio!" Ammicca. "Ciao piccolo. Alle 3 vieni da me?" Sorride a Jack e gli stampa un bacio.

Li guardo imbambolata per qualche secondo, poi mi costringo a spostare lo sguardo sul cartellone alla mia sinistra.

Madison mi prende a braccetto e mi trascina, letteralmente, fuori dalla classe.

"Da quanto tu e Jack state insieme?"
Le chiedo.

Lei sospira con un gran sorriso. "Ci siamo messi insieme alla fine dello scorso anno scolastico, prima dell'inizio dell'estate. Oh, lo amo così tanto, mi fa sentire come nessun'altro ha mai fatto, sto così bene con lui..."

Mi avvicina a lei e abbassa la voce.
"Sai, è stato la mia prima volta, perciò rimarrà per sempre speciale, anche se le cose in futuro non funzionassero... Sai quando ti senti gli uragani nello stomaco quando lo vedi e ti senti agitata e impaziente al pensiero delle sue mani che ti toccano? Ecco io mi sento così." Dice con aria sognante

"Ah si... Capisco."

In realtà non ho idea di come ci si possa sentire, non avendo mai avuto un ragazzo.

Comunque per adesso non me ne preoccupo.

Arriviamo nell'aula di letteratura inglese, che è praticamente identica a quella di biologia, a parte i cartelloni e i poster sparsi sui muri.

Io e Madison ci sediamo in due banchi uniti in penultima fila giusto nel momento del suono della campanella.

Il prof entra, ed inizia la noiosissima lezione.

A un certo punto, mentre sono impegnata a scarabocchiare frasi di canzoni sul quaderno, una pallina di carta mi colpisce la schiena.

Mi irrigidisco e cerco di fare dei respiri profondi per non perdere la calma.

Sento delle risatine dietro di me e mi volto di scatto con la migliore espressione di cattiveria di cui sono capace.

Dietro di me ci sono due ragazzi: uno biondino, con delle labbra definite a forma di cuore, e l'altro è moro, occhi azzurri...

"Nash?!" Chiedo, stupita.

"Ciao bellezza!" Sorride, e guarda male il suo compagno di banco che non la smette di ridere.

Con un impeto di rabbia, raccolgo la pallina di carta che mi ha lanciato, e gliela getto addosso, colpendogli la fronte.

Nash ed io assumiamo un'espressione soddisfatta, mentre il biondo si massaggia la fronte con aria scioccata.

"Ehi! Mi hai fatto male!" Protesta con voce acuta.

"Hai iniziato tu a rompere i coglioni." Faccio spallucce mentre io e il moro scoppiamo a ridere.

Madison si gira verso di noi e saluta i due ragazzi.

"Li conosci?" Le chiedo.

"Si, sono amici di Jack. Come va ragazzi?"

"Madison." Il biondo la saluta con freddezza.

"Oh, dai Matt! Quando la pianterai di fare l'offeso per quella stupidata?!" Madison sbuffa.

"Mi hai mangiato una ciambella ieri! Non mi sembra una cosa da poco!"
Dice con aria offesa.

Scoppio a ridere.
Sta dicendo sul serio?

"Voi, lì in fondo!" Richiama il professore. "Ne avete ancora per molto? E lei, signorina, in Italia non si insegnano le buone maniere?" Dice con tono severo e tuonante.

"Mi scusi professore, non capiterà più..." Cerco di giustificarmi.

"Ne sono sicuro." Stringe gli occhi "intanto può andare a ridere dal preside." Mi indica la porta.

Merda.

"Professore le assicuro che non succederà più! Non c'è bisogno che vada dal preside..."

"Vada fuori immediatamente!" Grida.

Mi alzo velocemente ed esco dalla classe. Ma porca puttana proprio oggi?! Il primo giorno di scuola devo fare delle cazzate?! Però, in fondo il professore ha esagerato, in fondo stavo solo parlando un po'...

Penso, mentre percorro i corridoi deserti fino all'ufficio del preside.

Finalmente arrivò di fronte alla porta di legno scuro, con la targhetta dorata con incisi il nome e il cognome del proprietario della stanza.

Sento delle urla da dentro.
Non riesco a sentire cosa dicono, ma percepisco la voce del preside, con il quale meno di due ore fa ho litigato anche io, e un timbro meno maturo, probabilmente di un ragazzo.

Presa dalla curiosità, mi avvicino alla porta, per cogliere qualche paura.

"Non puoi decidere tu della mia vita!"

"Ti sto solo aiutando, possibile che tu non lo capisca? Questa cosa ti aiuterebbe moltissimo! Me l'ha chiesto tua madre!"

"Me ne fotto di quello che vuole lei!"

Poi qualcuno spalanca la porta e io faccio un salto all'indietro per lo spavento.

Sulla soglia della porta un ragazzo dall'aria angosciata e sconvolta, ha la pelle ambrata, i capelli castani alzati in un ciuffo, le iridi nocciola chiaro e due labbra piene. È alto, e ha un fisico perfetto, i muscoli si intravedono al di sotto della t-shirt.

Ci guardiamo per quelli che sembrano anni.

È bellissimo.

Poi lui cammina velocemente, passandomi accanto, dandomi una forte spallata.

Non si voltò.

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Ehi belleee💘
Innanzitutto voglio scusarmi per la cortezza del capitolo, mi spiace tanto, ma non sono riuscita a farlo più lungo perché non ho avuto tempo, ma giuro che mi farò perdonare!
Se vi è piaciuto il capitolo, commentate e schiacciate la stellina:)

XX Costanza

Bipolar.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora