5. "Sarebbe bello se, per una volta, qualcosa qui avesse senso"

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Solo cinque minuti

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Solo cinque minuti.

Il tempo che mi serviva con me stessa per evitare di dare di matto mentre la fila di clienti che volevano effettuare il check-in anticipato affollava la hall.

Poggiai le mani sul lavabo, chiusa nel bagno dietro alla reception, respirai e afferrai il cellulare riposto nella tasca dei pantaloni.

Squillò più di quanto avrei pensato.

«Risponde la segreteria telefonica di Maylin Wang...» sbuffai e guardai lo schermo del mio telefono. Attesi il segnale acustico.

«Ciao Maylin, ti prego, appena senti questo messaggio, vieni a darmi una mano in hotel? La gente è impazzita e oggi vogliono tutti saltare la fila. Te ne sarei molto grata» schiacciai il pulsante rosso e presi un respiro guardandomi allo specchio.

'Ce la farai, come sempre'.

Tornai al mio posto e ripresi con la registrazione dei clienti.

«Signorina, si potrebbe sbrigare? Ho prenotato una visita guidata, mi farà fare tardi» la signora sulla sessantina che era appena entrata dalla porta, con gli occhiali da sole sulla testa, mi aggredì dal fondo della stanza, sventolando la cartina geografica che teneva in mano.

La ignorai, come stavo facendo con tutti gli altri, e tornai a sorridere all'uomo di fronte a me.

«La smetta di lamentarsi, ci siamo prima noi» la ragazza giapponese, con un numero esagerato di valige con sé, aveva ragione, ma quel commento non avere portato a nulla di buono.

«Mi dia un documento» forzare quel sorriso era diventato talmente difficile che mi doleva la mascella.

«Oggi ti stanno proprio mettendo alla prova» Joyce era seduto sul bancone, ma nessuno, a parte me, riusciva a percepire la sua presenza.

Non gli risposi per ovvie ragioni.

Registrai il cliente e passai al successivo.

«Siamo in vacanza, non dovremmo perdere tutto questo tempo per avere una camera, è un hotel di lusso, per quanto lo abbiamo pagato dovreste portarci in braccio alle nostre camere» l'anziano signore che aveva parlato si rivolse a me, ma io non avevo alcuna intenzione di rispondere, respirai e continuai a fare il mio lavoro.

«Resisti, puoi farcela a non ucciderli. Pensa che poi li avresti qui, a infestare l'hotel, per sempre» guardai Joyce istintivamente, poi tornai subito al mio lavoro, sperando che nessuno mi avesse vista lanciare un'occhiata di rimprovero diretta nel nulla.

La signora Taylor entrò nella stanza nel peggiore dei momenti e si ritrovò quella scena disastrosa davanti agli occhi.

Lei, al contrario del nipote, non era mai di buon umore, era sempre rigida, stretta nella divisa elegante, con l'austero chignon brizzolato e lo sguardo che incuteva timore.

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