6. Quando conobbi la spalla di Joyce

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Le temperature a Edimburgo non erano poi tanto diverse rispetto a quelle di Parigi, ma l'aria che si respirava era diversa, per lui era senz'altro più allegra adesso che  poteva vedere Charlotte tutti i giorni

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Le temperature a Edimburgo non erano poi tanto diverse rispetto a quelle di Parigi, ma l'aria che si respirava era diversa, per lui era senz'altro più allegra adesso che  poteva vedere Charlotte tutti i giorni.

John Wilson poggiò il gesso sulla punta della sua stecca da biliardo.

«Allora, mon amie, è un mese abbondante che lavori al caso dell'ombra. Cos'hai scoperto?» Si chinò sul tavolo e colpì la pallina bianca, facendo rotolare la numero sei che finì in buca. L'ultima sua bilia rimasta prima di quella nera.

Fece il giro del tavolo per prepararsi al prossimo tiro.

«In tutta onestà sento di non avere la minima idea di chi possa essere. È molto bravo» commentò Joyce portandosi l'accendino alla bocca per accendere una sigaretta.

«Io credo che tu abbia la testa da un'altra parte» sghignazzò l'altro facendo tremare le spalle corpulente.

Joyce gli sorrise.

«Se credi che mi stia facendo distrarre dai preparativi per il mio matrimonio ti sbagli. Stanno pensando a tutto Charlotte e la sua famiglia» il fumo lasciò le sue narici impregnando l'aria, mentre la pallina che John aveva colpito, la bilia numero otto, sbatteva sulla sponda e rotolava indietro.

Joyce sorrise e chiuse la sigaretta tra le labbra mentre prendeva la mira per imbucare la piccola sfera nera.

«Io spero che tu faccia un passo falso, così potrò prendermi il tuo caso» dichiarò il suo amico.

«Almeno sei onesto» la palla di Joyce finì dritta in buca e lui lo guardò dall'alto in basso.

Chi avrebbe fatto buca al prossimo tiro, avrebbe vinto la partita.

Joyce sfregò il gesso sulla punta della sua asta.

«Potresti aiutarmi, se lo volessi» gli ricordò.

«Io voglio essere il protagonista, non la spalla» John piantò l'asta sul pavimento e gli rivolse uno sguardo infastidito. «Se non fosse stato per i Beauvau, il caso sarebbe mio. Sei stato favorito solo grazie a loro.» 

Il padre di Charlotte mancava di ricordargli che aveva ottenuto quell'incarico grazie alle sue conoscenze e, se fosse riuscito a risolverlo, forse, avrebbe dimostrato di essere lontanamente degno di sua figlia.

Inalò una quantità di fumo eccessiva e quasi si strozzò, ma non lo diede a vedere.

«Il detective Aubert è qui?» Una voce allarmata lo distrasse dal suo tiro, facendogli sollevare la testa dal tavolo.

«Sono qui» alzò la voce per farsi sentire.

L'uomo lo guardava dall'uscio del bar, con gli occhi spiritati e il cappello stretto tra le dita raggrinzite.

«C'è stato un omicidio» lo esortò a seguirlo con lo sguardo.

John posò la stecca e si affrettò a lasciare il bar.

«Fermati» Joyce lo fece voltare.

Si chinò sul tavolo e colpì la pallina bianca che rotolò fino a colpire la otto.

Buca.

«Possiamo andare» gli battè una mano sulla spalla e lo superò, immergendosi nell'aria gelida della notte.

🍒🍒🍒

La scena del crimine era sempre la stessa, una serie di immagini macabre tutte uguali che si palesavano davanti ai suoi occhi.

La vittima, questa volta, era Peter Fraser.

Come tutte le volte si trattava di un uomo sulla cinquantina, con uno smoking elegante che tornava a casa da un party.

La fiaschetta da cui l'uomo beveva era abbandonata a pochi passi da lui.

Il suo corpo era posizionato in ginocchio contro il muro, probabilmente per sorreggersi, il suo portafoglio era stato portato via, ma i soldi al suo interno erano sparsi per la strada.

Joyce si chiedeva cosa volesse comunicare loro l'assassino.

«Il modus operandi è quello dell'ombra» confermò ad alta voce a John al suo fianco.

«Se i medici confermano la morte per avvelenamento siamo di fronte alla sua sesta vittima» il detective Aubert si passò una mano tra i capelli e accese un'altra sigaretta.

«Mi viene il voltastomaco» John si portò una mano alla bocca e distolse lo sguardo dal cadavere.

«Non volevi il caso, mon amie?» Fu Joyce a sbeffeggiarlo usando quel nomignolo, mentre sospirava il fumo dalla sigaretta.

«Cos'ha questa vittima in comune con le altre? Oltre ad essere un uomo spaventosamente ricco?» Joyce lo chiese più a sé stesso che al detective accanto a lui.

«Dovremmo interrogare i conoscenti per scoprirlo» osservò lui.

«Questo vuol dire che sarai la mia spalla?» Joyce gettò il filtro della sigaretta e afferrò il pacchetto riposto nella tasca dei pantaloni eleganti.

«Vuol dire che sarò la tua spalla» John mosse le dita furtive e gli rubò una sigaretta, rivolgendogli un sorriso d'intesa.

Rieccomi! In questo breve capitolo ho inserito una visione sulla vita di Joyce, ci saranno diversi capitoli come questo, così da conoscere meglio anche lui (Il mio personaggio preferito di sempre 🥹🍒)

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Rieccomi!
In questo breve capitolo ho inserito una visione sulla vita di Joyce, ci saranno diversi capitoli come questo, così da conoscere meglio anche lui
(Il mio personaggio preferito di sempre 🥹🍒)

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