“Merenda alla caffetteria davanti all'agenzia tra 20 minuti. Dobbiamo parlare”.
Hyunjin stava fissando quel messaggio da diversi minuti, terrorizzato dall’idea di muoversi per recarsi lì. Sapeva benissimo di cosa voleva parlare Bang Chan e rimpiangeva di non averglielo detto prima lui di persona. Donatella Versace l'aveva avvisato che avrebbe dovuto comunicarlo all'agenzia perché, a causa del contratto che lui aveva firmato con la JYP, qualsiasi altra proposta di lavoro doveva passare prima nei loro uffici. Nonostante ciò, Hyunjin aveva sperato che la donna avesse aspettato ancora un po’ a comunicare la cosa all'agenzia. Ma guardando la situazione da un'altra prospettiva, l'impazienza nel far firmare il prima possibile quel nuovo contratto fece capire al ragazzo quanto fosse di valore per la stilista. Giungere a quella conclusione riempì Hyunjin di orgoglio ed euforia, felice che la donna avesse scelto proprio lui.
Da piccolo aveva sempre voluto diventare una persona famosa e sapeva che il suo aspetto poteva aiutarlo in un modo o nell'altro. Aveva sempre ricevuto un sacco di complimenti, sia dai parenti che dagli amici, e intrapresa la carriera da idol, non rimase sorpreso quando venne scelto come uno dei visual del gruppo. Ma arrivare ad essere un ambasciatore globale per Versace era su tutto un altro livello, un sogno impossibile che si avverava. Aveva la possibilità di riscattarsi come persona e come modello e il suo nome sarebbe stato associato a una delle case di alta moda più prestigiose. Di certo non si sarebbe lasciato scappare quell'opportunità.Hyunjin uscì dal dormitorio e in pochi minuti arrivò all'agenzia. Parcheggiò la macchina davanti alla caffetteria che gli aveva indicato Bang Chan ed entrò nel locale. Vide il leader seduto a un tavolino in un angolo della sala che stava guardando il suo telefono. Hyunjin fece un respiro profondo e lo raggiunse poco dopo, sedendosi sulla sedia vuota di fronte a lui. Bang Chan alzò lo sguardo e mise via il telefono quando lo riconobbe. “Ciao Hyunjin” disse senza nessuna intonazione, prendendo il menù e iniziando a leggerlo. Il rosso capì che il leader era arrabbiato con lui e sospirò prima di prendere parola. “Sei arrabbiato con me?” chiese conferma. “Arrabbiato? No” disse Bang Chan chiudendo il foglio che aveva in mano. “Io prendo solo un americano” disse al cameriere che si era avvicinato e stava segnando il loro ordine. “Tu?” chiese a Hyunjin. “Un iced coffee con caramello" rispose sicuro senza nemmeno controllare cosa ci fosse nel menù. Il cameriere gli sorrise e, presi i due menù dal tavolo, se ne andò.
“Deluso, è la parola giusta” esortò Bang Chan riprendendo il discorso da dove era stato interrotto. Lo sguardo del leader trasmetteva freddezza e rabbia e stava man mano facendo pentire Hyunjin di essere andato lì. “Senti Chanie mi dispiace” disse il rosso cercando di calmare l'altro. “Avevo intenzione di dirtelo ma mi ha preceduto l'agenzia” spiegò sperando che l'altro capisse. “Non me l'ha detto l'agenzia, Hyunjin” disse Bang Chan sporgendosi verso l'altro per guardarlo dritto negli occhi. Il ragazzo era confuso: com'era possibile che l'agenzia non avesse detto niente al leader? Ma Bang Chan lo sapeva. Se non era stata l'agenzia allora, chi l'aveva anticipato?
“Chi te l'ha detto?” chiese Hyunjin sospettoso. “Non è questo il punto” rispose l'altro con un tono duro. “E invece sì!” replicò il rosso. “Mi hanno solo preceduto, tutto qua” aggiunse cercando di giustificarsi. “Basta Hyunjin!” esclamò il leader, irritato dal comportamento dell'altro. “Non capisci che il problema non è chi me l'ha detto ma il fatto che tu non sia venuto a parlarne con me!” disse alzandosi in piedi, preso dalla rabbia. “Non ti è passato per la testa che forse era il caso di dirmi una cosa così importante? Non ci eravamo ripromessi di dirci tutto, di essere trasparenti almeno tra di noi?” continuò senza curarsi del fatto che le persone intorno potessero ascoltarlo. “Come pensi che riesca a trattare con l'agenzia in vostro favore? Se posso farlo è grazie alla comunicazione che c'è tra di noi. Come posso aiutarti se non mi dici queste cose…?” disse preso dalla delusione che provava in quel momento.Hyunjin non aveva mai visto il leader urlare così a qualcuno di loro, nemmeno quando Han aveva rovesciato il caffè sopra i cavi in sala registrazione, costringendo tutti a rifare il lavoro da capo. Il leader ci era rimasto davvero male dal suo comportamento, si sentiva come se l'avessero pugnalato alle spalle. Aveva sempre protetto tutti i ragazzi, specialmente Hyunjin quando era stato accusato di bullismo e l'agenzia l'aveva escluso dalle attività della band. Si era giocato la sua carriera pur di farlo tornare con loro. Cos'era cambiato questa volta? Perché le accuse di bullismo sì, e Donatella Versace no?
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Stray Kids House - minsung e hyunlix
FanficStray Kids life style Gli Stray Kids sono appena tornati in Corea dopo un tour in giro per il mondo. Vivono tutti insieme e anche se può sembrare una cosa fantastica, le cose iniziano a farsi complicate, soprattutto per Han e Minho, Hyunjin e Felix...