Capitolo 2 I miei primi incubi

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"Sono a casa..." urlai a squarciagola sperando che ci fosse qualcuno, non ricevetti nessuna risposta così iniziai a sentire i messaggi in segreteria, uno di essi era di mia madre di cui mi avvisava che lei e papà sarebbero tornati tardi; di sicuro gli avranno trattenuti a lavoro come al solito.

Sbuffai e poi mi buttai direttamente sul divano, accesi la Tv , ma putroppo non c'era niente di interessante.

Guardai l'orologio, sfortunatamente erano solo le sei, chi sa a che ora sarebbero tornati i miei...

Sbuffai di nuovo, ma di colpo sentii qualcuno bussare alla porta, andai ad aprire per vedere chi fosse; ma dietro di essa non c'era anima viva.

Davanti a me vedevo solo , la casa di fronte e gli alberi che venivano spinti dal vento, ma nessuna traccia del bussatore misterioso; scossi un po le spalle per poi chiudere la porta dietro di me.

Mi ributtai sul divano, ma dopo un secondo sentii delle mani toccarmi le spalle, cosí mi girai di scatto ma stranamente non vidi nessuno.

Un rumore proveniente dal piano di sopra attirò la mia attenzione, "C'è qualcuno??" Urlai sperando che di sopra ci fosse mia madre o mio padre, ma non ricevetti nessuna risposta; putroppo mi sentivo obbligata ad andare a dare un occhiata.

Salì sul primo gradino e subito esso scricchioló, mi sentivo proprio la protagonista di uno dei miei film horror preferiti, mi leccai leggermete le labbra dalla paura; guardai in cima alle scale e proprio davanti a me intravedevo una figura umana.

"Chi sei?" Gli chiesi io a bassa voce, le gambe iniziarono a tremarmi ormai non sapevo più come facevo a stare ancora in piedi, d'improvviso notai che quella figura alzó un braccio per poi far cadere giù dalle scale qualcosa, era una testa...

Proprio così la testa di un uomo mi rotoló affianco ai piedi, il suo sangue si sparse per tutte le scale e i suoi occhi non smisero nemmeno per un secondo di fissarmi, mi portai subito una mano alla bocca per evitare di rimettere.

Dopo di che mi rigirai verso quella figura ma purtroppo era sparito dalla mia vista, le mie lacrime calde e salate iniziarono a scendermi sul viso, ero consapevole che il pericolo era proprio dietro di me; sentivo il suo respiro caldo e puzzolente sul mio collo.

Il mio respiro si appesantì e subito la sua voce risuonó nel mio orecchio come un bisbiglio " Allora sei tu la mia preda..." , sentii i brividi passarmi per tutta la mia schiena fino a raggiungere la testa, la sua lingua viscida si appoggiò leggermente sul mio collo e da li salì su; fino al mio viso.

Iniziai a correre verso la camera dei miei genitori e subito chiusi la porta a chiave, il mio cuore batteva velocemente e senza sosta come se a momenti mi uscisse fuori dal petto, tenevo ancora la mano appoggiata alla maniglia, avevo paura che in qualche modo sarebbe riuscito ad aprire la porta.

Di colpo qualcosa mi prese...

Era lui ...

Ora lo venevo chiaramente, egli non aveva nessun volto, vedevo solo la sua orrenda bocca e la sua lingua che era simile a quella dei sarpenti.

Non feci nemmeno in tempo a liberarmi da lui che mi disse "Tu sei mia." e di colpo il fuoco mi avvolse.

Urlai come non avevo mai urlato in vita mia e improvvisamente mi ritrovai ancora sul divano, mia madre era accanto a me che piangeva, ella mi guardó e poi singhiozzando mi disse "Bambina mia era solo un incubo".

SAHARADove le storie prendono vita. Scoprilo ora