Capitolo 3 La festa in maschera

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Non avevo mai visto mia madre così preoccupata, mi è stata vicino per tutta la notte senza lasciarmi sola nemmeno per un secondo, di sicuro avrò fatto quel maledetto incubo a causa dei troppi horror che guardo ogni giorno.

Improvvisamente venni scaraventata giù dal divano, aprí gli occhi e proprio davanti a me c'era mia madre che mi guardó con uno sguardo altrettanto strano,
"È già la terza volta che ti chiamo per dirti che sei nuovamente in ritardo per la scuola" mi disse lei per poi scoppiare a ridere.

Mi alzai subito da terra e andai a prepararmi, mia madre si offrì di accompagnarmi in macchina, almeno arrivai in tempo per la seconda ora.

Raggiunsi subito il mio banco e come sempre Ale era li che mi fissava con i suoi magnifici occhi, ma notai che affianco al mio banco c'era seduta una ragazza;
era Alice Bern.

La ragazza più popolare della scuola
-non che la fidanzata di Ale-, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo...

Perché la ragazza più carina della scuola si era seduta proprio affianco a me?

Insomma... lei è bella, simpatica, ha un brillante futuro davanti a se, i suoi capelli sono lunghi e biondi ed essi le incorniciano il suo tenero e stupendo viso; mentre io sono di tutt'altro genere.

Mi siedo lentamente accanto a lei, stranamente non mi ha mai rivolto neanche un sguardo, per tutta la lezione non ho fatto altro che guardare fuori dalla finestra come d'altronde era di mia abitudine.

Continuavo a pensare ad Ale e a quegli occhi azzurri come il cielo, che non riuscivo a togliermi dalla testa, volevo fissarlo come non avevo mai fissato nessuno; ma avevo troppa paura che la sua ragazza si accorgesse dei nostri sguardi.

Di sicuro il suo sguardo era ancora fisso su di me...

Di colpo tutti questi miei pensieri furono interrotti dall'insegnante, che come sempre mi riprese per la mia disattenzione, mi scusai nuovamente per poi abbassare lo sguardo verso il mio banco e proprio li vidi un piccolo bigliettino bianco.

Lo fissai per qualche secondo e poi il mio sguardo cadde su Alice e sul suo sorriso malefico.

Presi quel piccolo foglio, che invadeva il mio banco e di colpo lo aprii, vidi una specie di minaccia.

"Piccola Sahara... Sappi che se ti vedo un altra volta fissare il mio ragazzo ti uccido."

Credo proprio che in quel momento la rabbia prese il sopravvento su di me, chi era lei per avere il diritto di minacciarmi?!
Il mio respiro inizió a diventare sempre più pesante e i battiti del mio cuore erano aumentati improvvisamente, ormai non riuscivo più a controllarmi.

Presi una penna e subito risposi al bigliettino con una semplice frase
"Se vuoi la guerra e guerra sia."

Dopo di che le lo buttai direttamente sul banco, lei subito lo aprì e anche lei reagì con la mia stessa emozione -La rabbia- , ella prese il bigliettino e senza pensarci due volte me lo strappó proprio davanti agli occhi; per poi farmi una smorfia di sfida.

Finalmente la lezione finì grazie al suono della campanella, io mi alzai subito per allontanarmi da quella vipera dagli occhi verdi, mi avviai verso il mio armadietto e proprio li trovai un invito per la festa in maschera che ci serebbe stata questa settimana.

Tirai fuori il bigliettino dalla fessura del mio armadietto, ma non feci nemmeno in tempo ad aprirlo che Alice mi venne addosso apposta, facendomi così cadere quei pochi libri che tenevo in mano in quel momento; le risate del suo gruppetto di ragazze carine risuonó per tutto il corridoio.
Come sempre l'intento fu di farmi fare delle orrendere figure davanti a tutti...

Non diedi molto peso a questo stupido comportamento ragazzine bulle, cosí sbuffai e poi mi chinai per recuperare i libri, ma proprio quando stavo recuperando l'ultimo libro; senza volere sfiorai una mano.

SAHARADove le storie prendono vita. Scoprilo ora