Capitolo 7 Un horror mai visto.

78 3 0
                                    

Mi ritrovavo ancora abbracciata a Gabriel, a quanto pare lui non si era accorto dell'improvvisa visita di Ale, continuavo a sentire dei poccoli nodi che si creavano nella mia gola; di sicuro era per Ale...

Gabriel rimase con me fino a tardo pomeriggio, passammo tutto il tempo a parlare di noi, prima di lasciarmi da sola mi promise che mi avrebbe trovato un bellissimo vestito per la festa dell'orrore della scuola.

Ero così agitata per la festa, ma allo stesso tempo la mia tristezza smorzava un po la mia euforia, continuavo a pensare ad Ale e al suo sguardo che mi aveva sopresa tra le braccia di Gabriel; come potevo dirgli che era solo un amico?

Di sicuro appena sarei tornata a scuola non mi avrebbe più parlato.

Mi addormentai con questi trementi pensieri in testa e poi il giorno successivo finalmente mi rimandarono a casa.

Non appena entrai in casa sentii di essere in un luogo sconosciuto, non so perché ma qualcosa mi diceva che non ero ancora tornata a casa, salì subito in camera mia e anch'essa era diversa da come l'avevo lasciata.

Addocchiai immediatamente l'enorme scatola azzurra sul mio letto, incuriosita l'aprí , dentro essa trovai un vestito da sposa bianco come le nuvole; lo tirai fuori dalla scatola.

Ero allibita...

Era bellissimo...

Dentro alla scatola trovai anche un biglietto da parte di Gabriel,
-Alla mia bellissima sposa della morte per una festa davvero forte.-

Sorrisi...

Rimisi subito il vestito nella sua apposita scatola e poi appoggiai quello stupendo regalo nel mio armadio.

Con gran fretta mi buttai sul letto e i miei pensieri annegarono, non appena ricordai la faccia dispiaciuta di Ale, continuavo a sospirare; cosa mai avrei potuto dirgli?

Anche se nella realtà non dovrei spiegare niente, perché non stiamo insieme, putroppo sta ancora insieme a quella antipatica biondona vorrei veramente sapere che cosa ci trova in lei.

Improvvisamente notai che il mio computer si accese ed inizió a fare uno strano rumore, come se stessero tagliando l'erba, tentai di spegnerlo ma purtroppo esso non si spegneva così staccai direttamente la spina; si spense e con esso anche la luce di camera mia.

Rimasi almeno per un paio di minuti immersa nel buio più totale , finché automaticamente non si riaccese tutto, per fino il computer che per fortuna aveva smetto di fare cosí tanto rumore; anche se notai che in esso c'era una nuova e piccola cartella che non avevo mai visto.

Era stata salvata come "L'ora si avvicina" a quanto pare era un video, decisi di guardarlo per capire di che cosa si trattasse, cosí lo aprì...

Mi ritrovai ad osservare immagini e video riluttanti, persone che mangiavono i resti di altre persone oppure c'erano degli strani
mostri che erano identici a Satana e che facevano del male a delle ragazze torcendogli ogni minimo pezzo di carne dal corpo.

Non riuscí a guardarlo fino in fondo era veramente pesante, non appena spensi il computer corsi in bagno e di colpo iniziai a vomitare ogni cosa che avevo mangiato all'ospedale, mentre vomitavo tentavo di tenere i capelli lontani ma purtroppo non ci riuscì e cosí mi imbrattai di vomito.

Quando finalmente finí, mi sedetti per terra per cercare di recuperare il controllo e credo che in quel momento mi addormentai per qualche secondo,mi svegliai non appena sentii l'acqua della doccia scorrere stranamente da sola.

Mi avvicinai ad essa un po impaurita.

Continuavo a chidermi se la casa per caso avesse magicamente preso vita...

Prima il computer e adesso la doccia che mi invita gentilmente a lavarmi dal mio stesso vomito.

Sospirai ...

Mi tolsi i vestiti per poi entrare in doccia, dopo tutto la dovevo per forza fare, non appena finí mi coprì con l'asciugamano e come sempre mi andai a specchiare allo specchio.

Spalancai gli occhi...

Nello specchio non c'ero io...

C'era riflessa un altra ragazza.

Era completamente bianca cadaverica in viso e i suoi capelli neri erano spettinati,
il mio respiro si fece sempre più veloce, che diavolo mi stava succedendo?

Di colpo la ragazza notò la mia presenza e con un sorriso al quanto inquinamento, si prese una guancia e da li inizió a tirarsi la pelle, la sua carne cominciò a staccarsi dalla sua tenera guancia, cosí facendo anche il resto della sua faccia si stava staccando lentamente dal suo volto; ormai riuscivo a vedere le sue ossa.

Gli occhi si sciolsero come niente e mentre tutto ciò accadeva ella continuava senza sosta a ripetere quella solita e terrificante frase
" Presto o tardi tu sarai mia..."

Il panico cominciò a prendere il sopravvento su di me, così senza pensarci lanciai addosso allo specchio il contenitore degli spazzolini, esso si ruppe subito; ma la ragazza putroppo era ancora li che mi fissava inpietrita da questo mio gesto.

D'un tratto da quei piccoli frammenti di specchio uscirono fuori delle piccole mani, che con ossessione non smettevano di indicarmi , ma ...

di colpo sentii qualcuno prendermi alle spalle.

SAHARADove le storie prendono vita. Scoprilo ora