Capitolo 5 Sogno o realtà?

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Cercai in tutti modi di uscire da quel maledetto bagno ma purtroppo non avevo nessuna via si scampo, mi sedetti davanti alla porta e disperata appoggiai la schiena su di essa per poi scoppiare a piangere, ero frustata volevo solo fare del male a quella bionda gelosa; cercai di calmarmi asciugandomi le lacrime con la maglia non volevo che mi vedessero così sola e indifesa.

Di sicuro qualcuno si accorgerà della mia assenza e come prima cosa verrà a vedere se sono in bagno.

Almeno lo spero...

Il trucco mi era colato su quasi tutta la faccia , mi raggomitolai su me stessa per poi chiudere gli occhi per qualche secondo, finché di colpo la porta si aprì e da li caddi a terra come un sacco di patate.

Sbattei la testa.

Avevo proprio preso un brutto colpo, infatti notai quasi subito che mi cadevano delle gocce rosse e calde, era sangue...

Ero ancora stesa a terra mi sentivo un pò intontita dopo aver preso quella botta, il mio sguardo cadde verso una parete, speravo che qualcuno arrivasse e cercasse di aiutarmi ma non sentii nessuno.

Ero ancora rivolta verso quella parete e subito i miei occhi videro una bambina.

Ella si girò verso di me e con il sorriso sulle labbra, iniziò a contorcersi come nei film di possessione, continuava a far girare la sua testa senza sosta finché non riuscí a strapparla con violenza dal collo; in quel momento sentii ogni suo piccolo e fragile osso spezzarsi.

Il suo corpo si avvicinó sempre di più a me, quando fu ad un centimetro dalla mia faccia ella avvicinó la sua testa mozzata verso di me e con una voce satanica mi disse "Cos'hai piccolina ti sei fatta male alla testa?" Dopo di che ella scatenò la sua orrenda risata.

Dopo essersi presa gioco di me, il corpo della bambina lasció cadere la testa accanto a me, io non riuscivo a reagire ero completamente paralizzata dalla paura; il suo corpo si incamminó verso quella parete piena di sangue che ormai i miei occhi continuavano a fissare.

Scrisse una frase con il suo sangue

-Your sould is damned- che tradotto significa la tua anima è dannata.

Iniziai a tremare, quel corpo senza testa dopo aver scritto la frase si fermò li e poi si sdraió a terra, come se mi volesse imitare.

Tentai di gridare aiuto, ma la paura era troppa e stranamente iniziai a parlare in inglese, un debole "Help me" mi uscí dalla bocca e dopo di esso la parete si sgretolò;
essa si trasformò in un vortice nero dove udii solo dei lamenti di puro dolore.

Gridai a squarciagola per la paura che quel vortice mi risucchiasse, ma di colpo sentii qualcuno toccarmi le gambe, mi girai di scatto con l'intento di fargli del male chi unque fosse; iniziai a tirargli dei calci per fargli mollare la presa e infine mi rialzai.

Guardai il mio agressore in faccia...

Era Ale...

Lui mi fissò dritto negli occhi per poi dirmi "Ehy stai tranquilla sono io, non è successo niente , hai perso i sensi e sono rimasto qui a farti compagnia mentre la bidella è andata a chiamare l'ambulanza."

Respiravo a fatica ero in stato di shock, mi rigirai verso la parete ed essa era completamente pulita ed intatta, non riuscivo a crederci che ero scivolata; quella bambina era troppo reale.

Non posso essermela sognata...

Ale si avvicinó pian pianino a me e con dolcezza mi prese la mano, per poi abbracciarmi, io scoppiai a piangere e senza volere gli inzuppai la sua stupenda felpa.

Egli continuava a rassicurarmi e intanto mi accarezza con il pollice il mio viso, non mi era mai stato così vicino, di solito ci scambiavamo semplici ma intense occhiate; dopo qualche minuto mi riaddormentai.

Ora sapevo anzi mi sentivo al sicuro.

Anche se ancora adesso mi continuo a chiedere se tutto ciò che mi è successo in quel bagno fosse solo un incubo o la pura realtà che mi inseguiva a braccetto con il mio destino.

Mi svegliai di colpo a causa del suono delle sirene.

Si...
Ero in un ambulanza e li dentro con me c'era Ale che mi teneva ancora per mano, lo vidi fissarmi come faceva di solito in classe, con quello sguardo così bello e impossibile.

SAHARADove le storie prendono vita. Scoprilo ora