III

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!ATTENZIONE!

NEL CAPITOLO PRECEDENTE SPIEGO CHE HO UNITO IL CAPITOLO TRE AL CAPITOLO DUE. SE NON AVETE LETTO LA NUOVA PARTE DEL CAPITOLO DUE, VI CONSIGLIO DI FARLO PRIMA DI LEGGERE QUESTO PER NON PERDERVI NIENTE.

BUONA LETTURA.

Mi svegliai con una terribile emicrania. La testa mi scoppiava per il ricordo di quello strano sogno. Mi alzai con la schiena massaggiandomi le tempie.
Guardai l’orario sul telefono.
Erano le 10 passate, a breve sarebbe arrivata Lilly per aiutarmi a fare le valigie.

Mi alzai di scatto dal letto, la testa che girava ancora di più per quel movimento troppo veloce.
Barcollai e per poco non caddi, appoggiandomi al comodino.
Quella specie di sogno mi aveva assolutamente distrutto.

Non ero riuscita a dormire molto quella notte. Decisi di farmi un bagno per rilassarmi un po’ prima che arrivasse Lilly.

Cercai di non pensare alla notte prima per il resto della giornata, non volevo che qualcuno si preoccupasse, a quello bastava Marta, che appena mi vide per la colazione mi chiese subito come stavo.

<<Hai un’aria stanchissima tesoro.>> Le mani che mi accarezzavano il viso. Mi scusai di nuovo per averla svegliata la sera prima, e a quelle parole mi diede un bacio sulla fronte, spingendomi a mangiare un po 'per acquisire energia. Non avevo molta fame, ma mi sforzai per lei.

Lilly arrivò poco dopo la colazione e mi aiutò a fare le valigie.
Iniziammo con i vestiti, poi con le scarpe e adesso stavo organizzando il mio portagioie.
Avevo una grossa quantità di anelli e bracciali, avevo sempre adorato indossarli. Ognuno di loro rappresentava un bel ricordo, quindi decisi di portarli tutti con me.

Lilly aveva finito di organizzare la trousse dei trucchi e si avvicinò alla pila di libri di fianco alla finestra.

<<Non li porti quelli?>> chiese lei indicandoli.

Feci di no con la testa, e fu in quel momento che mi venne un’idea. Lilly era quella che si definiva una … fangirl. Credo si chiamasse così.

Nella sua vita aveva letto non so quanti libri, di ogni genere. Ricordo che per il progetto scolastico “Parlaci Della Tua Passione” in terza media, aveva vinto il primo posto per aver presentato ogni genere affiancato da un libro che aveva letto.

Lasciò tutti gli insegnanti a bocca aperta dopo aver portato “Guerra e Pace” di Tolstoj nel genere romanzo storico.

Avrei potuto chiedere a Lilly su quello strano sogno, o visione, non sapevo bene come definirla. Se c’era qualcuno che avrebbe potuto illuminarmi sulla questione, quella era lei.

Nel momento in cui stavo per chiederle spiegazioni, Sophi entrò correndo in camera mia. 

<<Andiamo a prendere un gelato! Venite?>> disse emozionata dondolandosi sullo stipite della porta, quasi urlando. 

Lilly, esuberante com’era, rispose con lo stesso entusiasmo ed uscimmo dalla porta per andare in gelateria.

Mi promisi che quando saremmo tornate le avrei chiesto di quel sogno che non mi lasciava in pace mente e cuore.

Era tutto così reale. La terra che sentivo sotto i piedi, le stelle che brillavano nel cielo come a darmi sicurezza, la luce della luna che brillava, specchiandosi sulle enormi lastre di pietra. 

Tutto quello che avevo provato, a partire dalla paura che provai quando non vidi niente a parte l'oscurità, al sollievo quando la donna con la lanterna mi sorrise, come se mi conoscesse da tutta la vita.

Farloak - Misteri da svelareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora