DUSAN'S POV
Mi sveglio con il suono del telefono che vibra sulla mensola del comodino.
La luce filtrata dalle persiane colpisce i miei occhi con una violenza silenziosa, come se anche lei fosse arrabbiata con me.
Il cuore batte più forte di quanto dovrebbe, un battito nervoso che per un momento non riesco a controllare.
Mi alzo lentamente, ancora addormentato, e rispondo al messaggio senza pensarci troppo.
È di Vanja, mi chiede come sto, se sono sveglio.
Non ci penso troppo, rispondo in fretta, con la mente ancora avvolta nella foschia del sonno.
vanja🤍
"Ti aspetto a pranzo, vero?"
Un messaggio che sembra così normale, così come se nulla fosse.
Ma qualcosa dentro di me scatta.
Ieri, dopo averle dato il bacio della buonanotte, mi aveva detto che doveva andare a fare un set fotografico, un lavoro che aveva da tempo e che non avrebbe potuto saltare.
Eppure, il suo tono di voce mi aveva lasciato una sensazione strana.
Non era l'entusiasmo che metteva quando parlava di cose che le piacevano davvero.
Rimango qualche secondo a fissare il cuore bianco con il quale ho memorizzato Vanja, e subito ripenso a lei, lei é stato il mio primo cuore bianco.
Mi alzo e mi guardo allo specchio.
Lo rifaccio, perché non capisco cosa stia succedendo dentro di me.
Quello che sento, il mio stomaco che si contorce, non ha nulla a che vedere con il semplice sospetto.
È qualcosa di più.
Una certezza che cresce, un buco nero che inizia a risucchiare il mio pensiero.
Prendo il telefono in mano e cerco tra i messaggi.
Poi, vengo travolto dalla notifica: un tag su una foto di Vanja.
Lei e un altro.
Non è un collega, non è uno dei suoi amici con cui mi capita di parlare.
È un ragazzo, uno che conosco appena.
Un tipo che non mi è mai sembrato particolarmente amichevole, ma che mi ha sempre dato l'impressione di non essere un semplice "amico".
Il cuore accelera. La mente fa un giro vorticoso. I pensieri si sovrappongono.
Cosa sta succedendo, Vanja?
Perché non mi hai detto la verità?
Cosa stai nascondendo?
La foto è stata scattata ieri, subito dopo che mi aveva dato quel bacio.
La vedo sorridere, il viso illuminato da una luce che non so se sia naturale o se sia solo l'effetto di una posa.
Ma c'è qualcosa che non mi torna.
È troppo perfetta, troppo costruita per sembrare un gesto spontaneo.
In un angolo dell'immagine, vedo anche lui, l'amico.
Non è più una semplice coincidenza.
Prendo un respiro profondo.
Non posso continuare a guardare quella foto.
Non posso.
Chiudo il telefono e mi siedo sul letto.
La rabbia sale lentamente, come un fuoco che si accende sotto la pelle, ma è una rabbia che non è solo contro di lei.
È anche contro me stesso, per non aver capito prima, per aver voluto credere a tutto ciò che mi diceva, senza fare domande.
Per averle dato fiducia senza mai dubitare, senza mai mettere in discussione quel legame che avevamo.
Vanja non è una persona che mente.
O almeno, non lo era fino a ieri.
Eppure, qui, ora, vedo il suo volto trasformato in una bugia.
Un'inganno che non riesco a spiegare, ma che mi brucia dentro come il ghiaccio.
Un suono mi distoglie dai miei pensieri. È il campanello.
Non ho voglia di vedere nessuno, non adesso.
Mi fermo per un attimo, cercando di ignorarlo.
Ma il campanello suona ancora.
Decido di alzarmi e andare ad aprire.
Non voglio che Vanja mi veda così, ma non posso mentire neanche a me stesso.
Quando apro la porta, lei è lì, sorridente come sempre.
Ma c'è qualcosa nel suo sguardo, un'ombra che non riesco a decifrare, qualcosa che mi fa sentire che non siamo più gli stessi.
«Buongiorno, amore» dice, avvicinandosi per darmi un bacio.
Io non lo ricambio.
La guardo dritto negli occhi, e per la prima volta sento il peso di un silenzio che prima non c'era.
«Vanja...» comincio, ma la voce mi trema, non so da dove cominciare
«Perché non mi hai detto la verità ieri?»Il sorriso si spegne lentamente, come una candela che si estingue nel buio.
Lei abbassa lo sguardo, e per un secondo non dice niente.
Poi, finalmente, le sue labbra si muovono.
«Non è come pensi...»
«Non è come penso?» ripeto, sentendo la rabbia crescere.
«Non è come penso? Quindi cosa dovrei pensare, Vanja? Cosa dovrei pensare di te che esci con un altro?»Lei non risponde subito.
Si ferma, come se stesse cercando di capire quale sia la cosa giusta da dire.
Ma io non voglio giustificazioni.
Voglio solo capire.
«Non è quello che sembra» dice infine, con un filo di voce
«Era solo una cosa tra amici. Un'uscita normale, nulla di speciale. Non ti volevo preoccupare»
«Ma io ti chiedo di dirmi la verità!»sbotto, con le mani strette in pugno
«Non mi frega di chi c'era, o se fosse una cosa tra amici. Mi interessa che tu mi abbia mentito, che tu abbia nascosto qualcosa. E questo mi ferisce»Vanja fa un passo indietro, come se il mio tono l'avesse spaventata.
Non la guardo, perché so che se lo faccio, non riuscirò a trattenere la delusione che mi sta inondando.
La vedo alzare una mano, come per toccarmi, ma io faccio un passo indietro.
Non sono pronto a sentire le sue scuse.
Non voglio ascoltarle.
«Non so se ce la facciamo, Vanja» le dico finalmente, la voce spezzata
«Non so se possiamo andare avanti con queste bugie».SPAZIO AUTRICE
tiktok:7vinijr__mamma mia che casino
intero capitolo con il pov di dusan 👀
che ne pensate?
grazie dei commenti e delle stelline⭐️❤️
vi amo❤️
~silvia💫
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𝐜𝐨𝐥𝐥𝐢𝐝𝐞||dusan vlahovic
FanfictionSilvia Romano, migliore amica della sorella di Vera Vlahović, sorella del celebre numero 9 della Juventus. Un tempo un legame intenso li aveva legati in un passato ormai lontano, ma oggi i due sono legati da un filo sottile, intessuto di ricordi e i...