" Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va."
GIOVANNI 12:35
Mi svegliai di colpo nel bel mezzo della notte. Faceva caldo. Un tepore insolito stava avvolgendomi tutt'intorno. Mi feci scivolare il lenzuolo lungo le gambe in attesa di rinfrescarmi un po'. L'oscurità regnava austera fuori dalla finestra, mentre la penombra mi avvolgeva all'interno di quella stanza. Riuscivo a intuire i contorni delle cose attorno a me, solo grazie al tenue bagliore di una luce, che dal corridoio filtrava nella porta a vetro della mia stanza.
In poco tempo i miei occhi si abituarono a quelle tenebre e mi consentirono di scorgere le fattezze di ciò che mi circondava.
Cercai di sollevarmi per sgranchirmi un po'. La protratta inerzia mi aveva intorpidito le membra. Appena riuscii a mettermi seduta, cercai di distendere un po' i muscoli delle braccia. Mi muovevo con una delicatezza smodata, nel tentativo di non risvegliare la sensibilità delle ustioni sotto le bende. Ma tutta quell'accortezza fu dopo poco resa vana.
« Ahh! », sobbalzai per lo spavento nel vedere un'ombra accanto al mio letto. Sentii la pelle ustionata tendersi brutalmente per il brusco movimento. Un gemito mi sfuggì dalle labbra contratte.
Strizzai gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco quella scura figura accanto a me. Non ci potevo credere. Non poteva essere vero...Lui era lì. A pochi metri dal mio letto, rannicchiato su una sedia. Sembrava stesse dormendo. Anche se il suo respiro troppo leggero nel silenzio di quella stanza, mi fece dubitare.
Volevo avvicinarmi. Dovevo assicurarmi che non fosse un'allucinazione sta volta. Era cosi anomalo che lui fosse lì con me, che iniziai davvero a sospettare di avere qualche disturbo delirante.
Piegai lentamente le gambe e le sporsi fuori dal letto. Delicatamente appoggiai i piedi nudi sul tiepido pavimento di quella stanza, mentre accompagnavo il movimento sostenendomi con le mani sul bordo del letto. Non appena lasciai ricadere il peso del mio corpo sulle gambe, mi accorsi di essere perfettamente in grado di reggermi in piedi. Fu un sollievo. Non mi facevano nemmeno male. Certo, camminare si rivelò un po' più complicato, visto che ad ogni passo sentivo la pelle tirarsi sotto le bende. Ma era un dolore sopportabile dopotutto.
Feci qualche passo verso quel ragazzo, sperando con tutta me stessa che fosse reale. Tutt'a un tratto compresi l'origine del calore, che percepii quando mi ero svegliata. Ora ero sicura che lui ne fosse la fonte. Perché più mi approssimavo a lui e più il tepore si faceva intenso. Era così confortevole e suadente che mi fece rabbrividire.
Sentii che qualcosa era cambiato dall'ultima volta che l'avevo percepito. L'effetto che mi faceva non era più lo stesso. Lo percepivo ardere attorno a me, ma il suo tocco non mi infastidiva. Era quasi piacevole. Mi avvolgeva delicatamente nel suo caldo manto, senza ferirmi, ma cullandomi dentro di sé.
Non appena mi accostai a lui, sentii quel tepore fremere dentro di me, come se mi fosse appartenuto da sempre.
Allungai cautamente una mano per sfiorargli il volto. Il desiderio che lui fosse reale ardeva nel mio petto, più del calore che avevo attorno.
Sentii le mie dita vibrare nel rasentare la sua pelle. Quel caldo tocco mi fece rabbrividire. Sembrava così vero...
Distesi la mano e la immersi delicatamente fra i suoi soffici capelli. Potevo sentire la sua energia fluire sotto la mia pelle. Era tutto così reale...lui sembrava reale. O almeno desideravo che lo fosse.
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Guardian
Fantasy(Ispirato a una storia vera) Sara ha appena cominciato il quinto anno di liceo. La sua vita tranquilla e ordinaria sta per volgere al termine. Abituata a vivere nel suo mondo idilliaco, con tanti amici, una bella famiglia, un'infanzia felice, si rit...