Ritorno nelle Outer Banks

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Le Outer Banks sono più di un semplice luogo geografico. Sono un microcosmo di libertà, avventura e mistero.
In queste isole, le persone sono come il mare: forti, indomabili, ma anche vulnerabili alle tempeste che la vita porta con sé.

I Kooks e i Pogues sono due mondi separati, eppure inevitabilmente destinati a scontrarsi.

I Kooks sono la classe alta delle Outer Banks. Provengono da famiglie benestanti, spesso ricche grazie al turismo, agli affari marittimi o altri fonti.
Vivono nelle zone più esclusive delle isole, in case eleganti e su yacht costosi.
Spesso si considerano superiori e cercano di mantenere la loro posizione nella società, anche se, alcuni di loro non sono così sicuri come sembrano.

I Pogues appartengono alla classe lavoratrice e vivono nei quartieri più poveri nelle Outer Banks.
Sono generalmente ragazzi provenienti da famiglie legate al lavoro nei cantieri, nella pesca o in altri mestieri che richiedono duro impegno fisico. Sebbene non abbiano i privilegi economici dei Kooks, sono molto più legati tra di loro e condividono una visione di vita più autentica, basata sulla fratellanza e sull'indipendenza.

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La felicità è una di quelle cose difficili da definire, eppure tutti sembrano saperne parlare. Ti viene chiesta continuamente come se fosse un obiettivo da raggiungere, una meta che se non raggiungi, hai fallito. Ma io credo che la felicità non sia qualcosa di fisso, non sia un punto finale. È più come un respiro profondo, un momento di pace che arriva senza preavviso, magari nel mezzo di una giornata caotica, quando ti accorgi di quanto ti senti vivo.
La felicità per me era legata a mia madre, più ti quanto potessi immaginare. Crescendo, pensavo che la sua presenza fosse una costante, qualcosa che non potesse mai cambiare.
La sua risata, la sua dolcezza, il modo in cui mi abbracciava ogni volta che la vita mi sembrava difficile. Mi sentivo sicura, completa, protetta. La felicità era nei piccoli momenti con lei, nei suoi consigli, nelle sue mani che mi accarezzavano i capelli.

Ma quando lei è scomparsa, la felicità è diventata un concetto sfuggente. La sua assenza ha creato un vuoto che non riesco a colmare.

Arrivo alle Outer Banks con il cuore pesante e l'anima piena di domande. Il mare, che un tempo era stato il mio rifugio, ora sembra lontano, quasi estraneo.
Non ci sono più le risate di mia madre che si mescolano al rumore delle onde, né la sua voce che mi racconta storie sul passato di queste isole.
Il silenzio è denso, come se l'oceano stesso stesse trattenendo il respiro, aspettando che mi adatti a questa nuova realtà.

Con mio padre al mio fianco, ma distante come sempre, scendo dalla macchina e mi avvicino alla spiaggia. Non c'è nessun altro intorno. Solo il mare e il cielo si estendono all'infinito, e io, come una straniera mi trovo qui in cerca di una nuova vita.

Torno a casa, o almeno a quella che ora sarà la mia amica, e salgo le scale verso la mia nuova camera. La porta è socchiusa, e quando entro, il profumo di vernice fresca e mobili nuovi mi compisce subito. La stanza è semplice, ma accogliente. La finestra che dà sul mare, il letto sistemato in un angolo, una scrivania vuota. E, proprio di fronte a me, un grande specchio sulla parete, che riflette la luce che entra dalla finestra.

Mi avvicino lentamente e mi guardo. La mia immagine è un po' diversa da quelle che ricordavo.
Il mio viso porta i segni del dolore che ho vissuto. I miei occhi verdi, un po' più scuri di prima, sono pieni di una tristezza che cerco di nascondere, ma che non posso ignorare.
I capelli lunghi e castani, con dei fili tendenti al biondo scuro. Sembrano più disordinati, come se avessi smesso di curarmi davvero. Non sono la ragazza che ero, ma nemmeno la persona che vorrei diventare.
Osservo i miei lineamenti: il naso un po' affilato, le labbra carnose che a volte si piegano in un sorriso forzato.
Sembra che il mio riflesso mi stesse chiedendo che posso ancora trovare un modo per andare avanti, anche senza di lei.
Un angolo di me che crede che, con il tempo, questo casa possa diventare un luogo in cui troverò finalmente un po' di pace.

La mattina seguente mi sveglio presto, come se ci fosse qualcosa che mi spinge ad alzarmi. Non è una sensazione di energia, ma piuttosto una curiosità che mi prende, un bisogno di scoprire cosa mi riserve la giornata. Il cielo è ancora grigio, ma il mare è calmo, come le onde che si infrangono lentamente sulla riva. La luce del mattino filtra dalla finestra e mi fa pensare che, nonostante tutto, c'è qualcosa di tranquillo qui.

il suono del mio telefono mi distrae. Un messaggio da JJ:

"Ciao Soleil, ho saputo che sei tornata!
ti va di unirti a noi oggi?
Stiamo facendo un'escursione sulla spiaggia per raccogliere un po' di rifiuti. Vogliamo dare una mano al posto, sarebbe bello averti con noi"

Non posso fare a meno di pensare come JJ abbiamo avuto il mio numero. Non me l'ha mai detto esplicitamente, ma immagino che lo abbiamo preso da mio padre. I nostri genitori sono amici da un po', anche se non ne avevamo mai parlato.
Nonostante tutto, penso che JJ abbiamo voluto semplicemente essere gentile. Il fatto che mi abbia scritto così spontaneamente mi fa sentire almeno un po' più accolta in questo posto che ancora non riesco a chiamare "casa". È un piccolo gesto, che per me significa tanto.

Rispondo subito.
"Certo, a che ora ci vediamo?"

Mi preparo in fretta, indossai un paio di pantaloncini neri, un top bianco e le mie solite air force.
Mentre mi dirigo verso la spiaggia, un senso di nervosismo mischiato a curiosità cresce dentro di me. Forse è la prima volta che davvero mi sento parte di qualcosa qui.

Quando arrivo, vedo il gruppo già pronto. JJ, Kiara e Pope sono tutti lì con i guanti e sacchi per raccogliere i rifiuti.

"Finalmente!" esclama JJ, sorridendo.
"Pensavamo che avessi cambiato idea."

"Ci sono, ci sono" rispondo

Kiara mi sorride calorosamente. "Bene, più siamo meglio è. Non ti preoccupare, è più divertente di quanto sembri"

Mi avvicino a loro e, senza dire molto, inizio a mettere un paio di guanti e a prendere un sacco.
Mentre camminiamo lungo la spiaggia, raccogliendo plastica e rifiuti, mi sento più a mio agio.
Non ci sono troppe parole, ma in qualche modo è tutto abbastanza naturale. Mi piace come riescono a lavorare insieme, con quella semplicità che non avevo mai visto prima.

In un modo strano, mi accorgo che quest'attività mi fa sentire parte di qualcosa. Non sono più solo la ragazza nuova, ma qualcuno che sta contribuendo a mantenere vivo questo posto, e forse, in un piccolo modo, anche a trovare un posto per sé stessa

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Eii, come state?
questa è la prima parte.
Non seguirò tutte le scene di outer banks, a volte leggerete scene create da me.
Spero che vi piaccia, fatemi sapere!!
P4L❤️‍🩹xoxo

oltre il tesoro, tu ~JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora