Capitolo 6: Il peso del silenzio

1 0 0
                                    

Livia camminava a passo lento verso casa, ma ogni passo sembrava pesare più del precedente. La mente le ronzava come un'ape impazzita, incapace di fermarsi. Le parole di Tommaso erano come impronte bruciate nel suo cervello, difficili da ignorare, eppure impossibili da comprendere del tutto. "Il destino non ti ha mai chiesto di essere facile." Cosa significa? Si chiedeva. Ogni volta che cercava di trovare una risposta, il silenzio le parlava più forte. Un silenzio che non riusciva più a sopportare.

La sera scese rapidamente su Milano, oscurando ogni angolo della città. La pioggia, che sembrava arrivare dal nulla, batteva contro le finestre e l'aria aveva un odore di terra bagnata che la faceva sentire più sola che mai. Livia si trovò nel suo appartamento, a guardare la pioggia che si accaniva sui vetri, come se tutto stesse cercando di nascondere qualcosa. La luce soffusa della lampada accanto al letto le dava una sensazione di isolamento, come se quel piccolo angolo del mondo fosse l'unico posto sicuro in cui potesse rifugiarsi.

Eppure, sentiva il bisogno di qualcosa di più. Sentiva il bisogno di andare oltre. Ma dove? Si chiese, mentre un'onda di incertezza la travolgeva. Sentiva un peso enorme sul cuore, come se una parte di sé fosse stretta in una morsa che non riusciva a liberarsi. Eppure, c'era anche una parte di lei che sapeva che quella pressione era l'inizio di qualcosa che non poteva fermare.

Quando la notte calò e la città divenne più silenziosa, il telefono di Livia vibrò sul tavolo. La luce lampeggiò nel buio, come un segnale di un destino imminente. Il numero che comparve sul display era sconosciuto. Senza pensarci due volte, Livia rispose.

"Lo sai cosa devi fare, vero?" la voce, ancora una volta profonda e carica di una calma inquietante, la colpì subito. Non c'era più il mistero del giorno precedente, ma una certezza sottile, che percorreva ogni parola.

"Chi sei?" chiese Livia, il cuore che le batteva forte, ma con una determinazione che non conosceva. Aveva bisogno di risposte, almeno di una, qualsiasi.

"Non è importante chi sono, ma quello che devi capire. E ora lo sai, non è vero?" La voce non aspettava una risposta. "La tua strada ti sta chiamando. Tommaso ti ha preparato, ma non è lui a dover fare la scelta. È tuo il momento."

Livia deglutì, una sensazione di freddo che si diffuse lungo la schiena. "Di cosa stai parlando?" riuscì a dire, anche se sentiva che dentro di sé c'era una parte che già sapeva. Sapeva che stava per scoprire qualcosa che non avrebbe mai voluto sapere. "Cosa devo fare?"

La risposta arrivò dopo una pausa troppo lunga, una pausa che sembrava volerle dare il tempo di capire quanto le sue parole pesassero. "Devi decidere, Livia. Devi decidere da che parte stare. E devi farlo adesso."

Un brivido la percorse. "Cosa succede se non lo faccio?"

"Non hai scelta. La verità ti raggiungerà comunque, ma più tardi. E quando accadrà, tutto sarà diverso. L'oscurità e la luce, la tua vita e il tuo destino, tutto si mescolerà. E tu sarai pronta a confrontarti con la verità."

Livia cercò di ragionare, ma sentiva che ogni pensiero la stava portando più lontano da ciò che conosceva. "E Tommaso?" chiese, la voce che tremava per l'ansia. "Cosa succede a lui?"

"Tommaso è solo l'inizio, Livia. Ma la vera sfida sei tu. È sempre stata tu."

Il telefono emise un rumore secco, e la voce svanì. Livia rimase sola, il cuore che batteva forte come un tamburo nel petto. Non era più la stessa. Non poteva più tornare indietro. E, sebbene il peso del silenzio fosse pesante quanto una montagna, Livia capì, in quel momento, che la scelta che doveva fare non era più una questione di volontà. Era una questione di destino. Un destino che si era già intrecciato con il suo, e che l'aveva segnata in modo irreversibile.

Il giorno dopo, Livia si svegliò con un nuovo senso di urgenza. Non poteva più ignorare i segni, non poteva più rimandare. Aveva bisogno di risposte, di sapere chi era veramente, di comprendere cosa stava accadendo. Il mondo intorno a lei sembrava diverso, ma non era solo per la pioggia che aveva lavato via il fango dalle strade, era la sua percezione che era cambiata. Tutto sembrava più nitido, ma anche più inquietante. La sua mente era come un campo di battaglia dove le sue paure combattevano contro un'incredibile curiosità.

Tommaso doveva avere le risposte. Doveva. Era l'unico a sapere cosa stesse accadendo. Era l'unico che poteva aiutarla a capire il suo ruolo in tutto questo. Ma l'ultima volta che lo aveva cercato, lui non era più stato raggiungibile. La sua presenza, sempre così tangibile, ora sembrava sfuggirle.

Così, come una persona che sa di non avere più nulla da perdere, Livia si diresse verso il parco dove tutto era cominciato. Il cielo grigio si stava aprendo, come se anche la natura fosse incerta su quale direzione prendere. Si fermò di fronte alla panchina dove Tommaso le aveva parlato l'ultima volta. Ma lui non c'era. Livia rimase a guardare quel posto, il cuore in tumulto, il respiro corto.

E poi, improvvisamente, lo vide. Tommaso non era lontano, ma non era più come prima. Sembrava più... serio, più concentrato. La sua figura si stagliava contro il cielo che stava lentamente schiarendosi. Non la guardò subito, ma quando lo fece, i suoi occhi avevano un'espressione che Livia non riusciva a definire. Era come se stesse cercando di decifrarla.

"Tommaso," disse Livia, ma la sua voce sembrava più piccola di quanto non fosse.

"Sei pronta?" chiese lui, senza preamboli.

Livia lo fissò, cercando di cogliere il significato nascosto dietro quella domanda. La sua mente correva veloce, ma il cuore era fermo, come se avesse già preso una decisione senza sapere di averlo fatto. "Penso di sì."

Tommaso fece un passo verso di lei. "Perché il momento che stiamo vivendo non è solo nostro. È più grande di noi. È il momento in cui tutto ciò che è stato nascosto nel buio dovrà venire alla luce."

Livia annuì lentamente, sentendo un brivido di consapevolezza attraversarla. Non c'era più tempo per il dubbio. Non c'era più tempo per il silenzio.

Tommaso sorrise, ma non c'era niente di rassicurante in quel sorriso. "Allora vieni con me, Livia. La verità è più vicina di quanto tu possa immaginare."

E senza aggiungere altro, si voltò e cominciò a camminare. Livia lo seguì, senza esitare.

Perché sapeva che, ormai, non c'era più via d'uscita.

FINE CAPITOLO 6

Oltre le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora