Livia camminò accanto a Tommaso senza parole, il suo passo che si adattava inconsciamente al ritmo del suo. Il parco che li circondava era ormai deserto, l'aria fresca della sera penetrava tra le foglie degli alberi, e il rumore delle sue scarpe che colpivano il sentiero sembrava l'unico suono che esistesse nel mondo. La città era lontana, o forse erano loro ad essersi allontanati da essa. Ogni passo che faceva la portava più lontano da ciò che conosceva, da quella realtà che ormai le sembrava estranea, come se fosse stata lasciata fuori da una porta chiusa che non poteva più aprire.
Tommaso non si voltò, ma sentiva la sua presenza forte e tangibile, come un'ombra che la seguiva, una parte di un destino che non aveva scelto, ma che sentiva inevitabilmente suo. Non poteva ignorarlo. Non voleva ignorarlo. La sua mente continuava a ripetere le parole di quella voce misteriosa: "Devi decidere da che parte stare."
Livia non sapeva se temeva più la scelta che l'aspettava o la consapevolezza che la sua vita stava per cambiare per sempre. Aveva sentito il richiamo, ma quel richiamo l'aveva anche spaventata. Perché dentro di sé, in un angolo che non voleva esplorare, sapeva che una volta varcato quel confine non sarebbe tornata indietro. Eppure, la curiosità, la voglia di sapere, la consapevolezza che quello fosse il momento che aveva aspettato senza nemmeno rendersene conto, la spingeva a proseguire.
"Perché mi stai portando qui?" chiese finalmente, la voce calma ma con un sottile tremore che tradiva la sua apprensione.
Tommaso si fermò di colpo, girandosi verso di lei con uno sguardo che era quasi impenetrabile. "Perché è qui che tutto comincia." La sua risposta era semplice, ma allo stesso tempo carica di significato. Poi, aggiunse: "Questo è il punto di non ritorno, Livia. Da qui non c'è più un 'prima'."
Livia si fermò anche lei. Guardò il suo volto, cercando di capire se c'era una sfumatura di emozione che potesse suggerirle qualcosa, ma Tommaso era come una statua di pietra, immobile, intrappolato in una verità che solo lui conosceva. Si guardò intorno. Il parco era deserto, la luce che filtrava tra gli alberi sembrava tremolare, e l'aria aveva un sapore diverso. Era come se il tempo stesso si fosse fermato.
"Cos'è questa 'verità' di cui parli?" chiese, facendo un passo in avanti, decisa a non indietreggiare. "E perché non posso semplicemente... tornare indietro? Tornare alla mia vita?"
Tommaso fece un passo verso di lei. La sua figura, solitaria, sembrava farsi ancora più alta, come se non appartenesse più a questo mondo. "Non esiste più un 'ritorno', Livia," disse con voce grave, ma non priva di una certa dolcezza. "Lo sai. Lo senti, dentro di te. La verità ti ha già raggiunto. È questo che non capisci. Sei già nel cuore di tutto, anche se non lo sai."
Livia rabbrividì. "Non lo so." Quella verità che lui sembrava vedere in modo così chiaro, lei non riusciva a comprenderla. Ogni sua certezza stava vacillando, e dentro di sé sentiva un mix di paura e un'incredibile energia, come se l'universo stesso fosse in attesa di qualcosa. Ma cosa?
Tommaso le prese delicatamente il polso. Non era un gesto di forza, ma di connessione, come se volesse ancorarla a qualcosa, come se volesse dirle che, in quel momento, nessuna delle sue paure sarebbe stata abbastanza forte da fermarla. "Vieni con me, Livia," disse. "E vedrai. Non ti chiedo di capire tutto subito. Ti chiedo solo di seguirmi."
Era difficile. Ogni fibra del suo corpo sembrava urlare per restare ferma, per non fare quel passo, per non immergersi in qualcosa che non poteva capire. Ma lo sapeva, lo sentiva. C'era una parte di lei che voleva andare oltre, scoprire, accettare l'ignoto, anche se l'ignoto l'aveva spaventata per tutta la vita.
Con un respiro profondo, si lasciò guidare. Il sentiero si faceva sempre più stretto, come se li stesse spingendo verso un punto preciso. Tommaso, senza dire una parola, si mosse con decisione, e Livia lo seguì, ogni passo più convinto, nonostante la paura che cresceva dentro di lei.
Dopo alcuni minuti di cammino, si trovarono davanti a un vecchio edificio abbandonato, una struttura che sembrava fuori posto, come se fosse stata lasciata da un'altra epoca. Livia si fermò, fissando la porta arrugginita che sembrava non volerli accogliere. "Dove siamo?" chiese, con un filo di voce.
"Questo è il luogo dove tutto accade," rispose Tommaso, senza fare una piega. "E dove tu deciderai cosa fare della tua vita."
Livia non sapeva cosa aspettarsi. Forse pensava che sarebbe stata una trappola, forse un inganno, ma qualcosa dentro di lei la spingeva a non fermarsi. A non voltarsi. Come se, finalmente, stesse per fare il passo che le avrebbe permesso di scoprire chi era veramente. Non c'era più tempo per i dubbi. Non c'era più tempo per le domande.
Tommaso prese la maniglia e la girò. La porta si aprì con un cigolio, come un segno che stava per cominciare qualcosa che non sarebbe mai stato dimenticato.
All'interno, la luce era fioca, ma c'era un'atmosfera densa, come se l'aria stessa fosse carica di un potere che Livia non riusciva a descrivere. La stanza era vuota, ma c'erano segni di antiche presenze, simboli misteriosi scritti sulle pareti, che brillavano debolmente. Livia sentì un brivido correre lungo la schiena.
"Questo è il tuo confine, Livia," disse Tommaso, la voce bassa, ma ferma. "Da qui non puoi più tornare indietro. Scegli ora."
E in quel momento, Livia capì. Il punto di non ritorno non era solo fisico, ma qualcosa che la toccava nel profondo. Era il momento in cui il suo destino, il suo vero destino, l'avrebbe finalmente chiamata. Ma per farlo, doveva scegliere di abbandonare tutto ciò che aveva conosciuto fino a quel momento. Non sarebbe stato facile, non sarebbe stato senza dolore. Ma non c'era più spazio per il dubbio.
"Sei pronta?" chiese Tommaso, fissandola negli occhi.
Livia prese un respiro profondo. Il mondo sembrava essere sospeso in attesa della sua risposta. E senza dire una parola, fece un passo dentro l'edificio, seguendo Tommaso nell'oscurità.
La sua scelta era fatta.
FINE CAPITOLO 7
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Oltre le stelle
RomanceLivia, una giovane appassionata di astronomia, introversa ma brillante, che cerca di tenere la sua vita sotto controllo mentre affronta i conflitti tipici dell'adolescenza: il rapporto complicato con i genitori, la sua incertezza sul futuro, e una s...