CAPITOLO 8 - Sophie

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Le parole di Brando mi rimbombano nella testa, come un mantra di cui vorrei poter fare a meno. Ora che so l'inizio della verità, ora che forse qualche tassello sta andando al suo posto, mi sento uno schifo. Se solo lo avessi saputo prima...

- Non hai sonno? - il suo braccio mi stringe contro il suo petto. - Ehi... -

- Io... - ho un nodo in gola. - Stavo...stavo pensando a quello che mi hai detto. -

Lo sento sospirare. - Quando troverò il resto del coraggio, saprai com'è andata. -

- Non voglio saperlo. - mi sfugge un singhiozzo. - Non voglio sapere quello che ti ha fatto...non voglio... -

- Sophie... - mi fa voltare verso di lui, per potermi abbracciare. - Non piangere... -

- Perché lo ha fatto? - mi aggrappo a lui. - Perché ti ha fatto questo? -

- Era...per lei era una dipendenza. E il fatto che io mi fossi rifiutato...l'ha fatta impazzire. Mi ha legato e... -

- Basta. - lo interrompo. - Basta, basta... -

- Non avrei dovuto dirtelo. -

Mi stringo ancora di più contro il suo corpo. - Ti prego, non andartene... -

- Non vado da nessuna parte. - preme le labbra sulla mia fronte. - Ma dovrò tornare a Zurigo per qualche giorno. -

- Da lei? -

- Sì. -

- Ma...è lei a costringerti, o vai lì di tua volontà? -

- C'è un contratto. -

Mi rizzo a sedere. - Un contratto? -

- Sì... -

- Ma che... -

Si siede anche lui. - Ripensandoci oggi, mi prenderei a pugni con le mie stesse mani, ma all'epoca le ho lasciato fare tutto. -

- Spiegati meglio. -

- Ci sono dei video. A cui io ho acconsentito firmando un contratto. -

Il mio cervello non deve girare molto, prima di giungere alla conclusione. - Se non vai lì, tutti potranno vederli... -

- Già. -

Ma come può una mente essere così contorta? Questa Bianca è più viscida di Riccardo. Mi viene da vomitare... - Quindi vai ad assisterla sotto ricatto. -

- Detto così è brutto, ma non credo ci sia un modo diverso. -

Tiro le ginocchia contro il petto, rannicchiandomi su me stessa. Mi aveva detto "per pietà", ieri. - Cosa fai, quando sei lì? -

- Le preparo da mangiare, quando riesce a buttare giù qualcosa. Le do da bere se ha sete. Le sistemo i cuscini dietro la schiena. Le do le medicine quando è ora. Le faccio anche il bagno. -

Chiudo gli occhi. Dovevo immaginarlo. Non si accontenta di essere semplicemente assistita: vuole uno schiavo a tutti gli effetti.

- So di essere debole. -

Sollevo di colpo le palpebre. - Debole? -

- Sì. - sospira pesantemente. - Sono debole, perché quei video potrebbero inchiodarla. Avevo diciassette anni, ero ancora minorenne e lei verrebbe accusata senza problemi. Ma continuo a piegarmi al suo ricatto, perché ho paura. -

- Se Tancredi non fosse intervenuto, io sarei rimasta sotto il comando spietato di Riccardo Costa. Reagivo, sì, ma non riuscivo mai a ribellarmi. Te l'ho detto, il suo spettro continua a perseguitarmi ancora oggi, non mi lascia mai in pace. È qualcosa che non andrà mai via, sto imparando a conviverci. E probabilmente sarà così anche per te. - mi volto verso di lui. - Quando non ci sarà più, vedrai il suo fantasma in ogni angolo. Lo sentirai dietro di te, sentirai il suo respiro solleticarti la nuca e sarà come se ti mancasse l'aria. Poi, con il tempo, ti abitui a quella sensazione. -

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 13 ⏰

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