CAPITOLO 4 - Sophie

59 11 2
                                    

Oggi è il mio compleanno, ma ho rifiutato ogni tipo di contatto con il mondo esterno. Ho preso una giornata libera dal lavoro, ho messo da parte i libri e gli appunti, ho annullato la cena con mia sorella e Tancredi inventando la scusa dell'influenza.

Ora sono qui, rannicchiata sul divano, a fissare il vuoto.

Mi sembra che ogni cosa, intorno a me, sia completamente immobile. Le immagini sulla TV scorrono una dietro l'altra, le voci si mescolano e le ore passano come se fossero miseri secondi. Cala la sera, ricevo un paio di messaggi da Nives e devo trovare la forza di rispondere.

NIVES: Hai ancora la febbre?

NIVES: Non farmi preoccupare, vuoi che venga a darti un'occhiata?

Prendo il cellulare, cercando di formulare delle frasi sensate.

IO: Ho ancora la febbre, ma sto benone. Sono a letto, non serve che tu venga.

NIVES: Ma è il tuo compleanno...

IO: Non si prevede l'influenza.

NIVES: Lavori e studi troppo, non hai più difese immunitarie.

IO: Hai ragione.

NIVES: Chiamami se hai bisogno di qualcosa, anche in piena notte.

IO: Certo.

NIVES: Ti voglio bene.

IO: Anch'io.

Poi, però, ricevo un altro messaggio e non è da parte di mia sorella.

BRANDO: Buon compleanno, farfallina.

Il mio cuore smette di battere. Lo scorso anno, Brando non mi ha augurato buon compleanno. Ora, invece, lo ha fatto. Dopo quello che ci siamo detti. O meglio, dopo quello che io gli ho detto.

Quando il cellulare inizia a squillare, quasi mi cade dalle mani. È proprio lui.

Cosa devo fare? Devo rispondere? Ma cosa potrei dirgli? Devo tenere viva la scusa dell'influenza, questo è certo. Accidenti.

- Oh, fuckin' damn it! - schiaccio il verde, svelando tutte le mie doti da attrice. Un Oscar, ecco cosa mi merito oggi. - Pronto? -

C'è una breve pausa. - Sophie? -

- Ciao. -

Ciao. Davvero!? Ma che mi prende?

- Sei...malata? -

- Sì... - fingo di tirare su col naso, con tanto di colpo di tosse. - Ho l'influenza. -

Di colpo, sento bussare violentemente alla porta e le telefonata si interrompe. - Apri! Sophie! -

Fermi tutti...era già qui!? DIETRO. LA MIA. PORTA!?

- Sophie! -

Sta per sfondarla.

Corro ad aprire, prima che allerti tutto il condominio. - Ma che... - più che da lui in persona, vengo investita dall'odore dell'alcol. Puzza come una distilleria. Mi ricorda Riccardo. Quando veniva a Londra (e capitava spesso, negli ultimi tempi) puzzava sempre di whisky. Mi urlava contro, mi picchiava, mi costringeva a studiare e se secondo lui sbagliavo qualcosa, mi colpiva le nocche delle mani con una bacchetta. Ma questo non lo sa nessuno. Nemmeno Nives.

- Hai preso...le medicine? - biascica, cercando di abbracciarmi. Io, però, faccio un passo indietro. E questo, ovviamente, lo fa accigliare. - Perché ti allontani? -

HEAL MY HEART - BrandoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora