Oggi è il mio compleanno, ma ho rifiutato ogni tipo di contatto con il mondo esterno. Ho preso una giornata libera dal lavoro, ho messo da parte i libri e gli appunti, ho annullato la cena con mia sorella e Tancredi inventando la scusa dell'influenza.
Ora sono qui, rannicchiata sul divano, a fissare il vuoto.
Mi sembra che ogni cosa, intorno a me, sia completamente immobile. Le immagini sulla TV scorrono una dietro l'altra, le voci si mescolano e le ore passano come se fossero miseri secondi. Cala la sera, ricevo un paio di messaggi da Nives e devo trovare la forza di rispondere.
NIVES: Hai ancora la febbre?
NIVES: Non farmi preoccupare, vuoi che venga a darti un'occhiata?
Prendo il cellulare, cercando di formulare delle frasi sensate.
IO: Ho ancora la febbre, ma sto benone. Sono a letto, non serve che tu venga.
NIVES: Ma è il tuo compleanno...
IO: Non si prevede l'influenza.
NIVES: Lavori e studi troppo, non hai più difese immunitarie.
IO: Hai ragione.
NIVES: Chiamami se hai bisogno di qualcosa, anche in piena notte.
IO: Certo.
NIVES: Ti voglio bene.
IO: Anch'io.
Poi, però, ricevo un altro messaggio e non è da parte di mia sorella.
BRANDO: Buon compleanno, farfallina.
Il mio cuore smette di battere. Lo scorso anno, Brando non mi ha augurato buon compleanno. Ora, invece, lo ha fatto. Dopo quello che ci siamo detti. O meglio, dopo quello che io gli ho detto.
Quando il cellulare inizia a squillare, quasi mi cade dalle mani. È proprio lui.
Cosa devo fare? Devo rispondere? Ma cosa potrei dirgli? Devo tenere viva la scusa dell'influenza, questo è certo. Accidenti.
- Oh, fuckin' damn it! - schiaccio il verde, svelando tutte le mie doti da attrice. Un Oscar, ecco cosa mi merito oggi. - Pronto? -
C'è una breve pausa. - Sophie? -
- Ciao. -
Ciao. Davvero!? Ma che mi prende?
- Sei...malata? -
- Sì... - fingo di tirare su col naso, con tanto di colpo di tosse. - Ho l'influenza. -
Di colpo, sento bussare violentemente alla porta e le telefonata si interrompe. - Apri! Sophie! -
Fermi tutti...era già qui!? DIETRO. LA MIA. PORTA!?
- Sophie! -
Sta per sfondarla.
Corro ad aprire, prima che allerti tutto il condominio. - Ma che... - più che da lui in persona, vengo investita dall'odore dell'alcol. Puzza come una distilleria. Mi ricorda Riccardo. Quando veniva a Londra (e capitava spesso, negli ultimi tempi) puzzava sempre di whisky. Mi urlava contro, mi picchiava, mi costringeva a studiare e se secondo lui sbagliavo qualcosa, mi colpiva le nocche delle mani con una bacchetta. Ma questo non lo sa nessuno. Nemmeno Nives.
- Hai preso...le medicine? - biascica, cercando di abbracciarmi. Io, però, faccio un passo indietro. E questo, ovviamente, lo fa accigliare. - Perché ti allontani? -
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HEAL MY HEART - Brando
RomantizmLui era giovane, troppo giovane, con il cuore pieno di sogni e promesse. Lei gli ha mostrato un mondo che sembrava reale, solo per strapparglielo via. Ora il suo cuore spezzato batte piano, appesantito dalla consapevolezza che non tutti i sorrisi na...