«A cunning, shrewd and visionary woman»
Un silenzio palpabile, pesante e irrespirabile calò sull'arena come l'incombenza dello Sconosciuto. La rabbia radicata nel mio cuore, che scorreva densa nel mio sangue, aveva spazzato via ogni traccia di quell'affetto che mia madre mi aveva donato quando ero una bambina. Aveva commesso un errore irreversibile, con impulsività, ma a pagare ero stata soltanto io, umiliata ed esiliata come un peccato innominabile, ed ora mi guardava sconcertata dopo che l'eco del mio nome era stato inglobato dalle orecchie della corte. Persino l'araldo si era zittito, sotto le occhiatacce del Primo Cavaliere. Ma ce n'era uno mai provato sulla pelle che languiva con riverenza la mia figura, due occhi chiari come pozze d'acqua ad incorniciare un volto latteo e una chioma castano rossa. Il fratello maggiore della regina.
Sarebbe bastata un'occhiataccia a fargli mollare la presa, ma Ser Gwayne Hightower non si lasciò intimidire. Così, nel bel mezzo del caotico ritorno di una bandita con sangue di drago, azzurro e ametista si mescolarono in una sfida di sguardi.
"Una parola," annunciò a voce alta re Viserys, distogliendo l'attenzione del popolo e della corte da me. Sia mai fossi rimasta sotto i loro occhi troppo a lungo. "Mi è stato appena riferito che la regina Alicent ha dato alla luce nostro figlio Daeron!" e la folla esplose in un boato fragoroso, urla e fischi, un agglomerato di finta gratitudine nei confronti di un sovrano che, come tutti sin dall'alba dei tempi, aveva spremuto la propria consorte fino all'ultima goccia. In quel baccano, si dimenticarono di me. Voltai le spalle al cavaliere e diedi di speroni, mentre tutti erano distratti dalla notizia del nascituro, defilandomi verso le stalle per lasciare il cavallo e sperando di sbollire la collera. Di lì a poco sarei sicuramente stata chiamata a corte e non potevo permettermi di esplodere come un ordigno. L'ultima cosa che volevo era essere allontanata nuovamente.
L'elmo cozzò sul fieno mentre smontavo, i miei piedi tornando a saggiare la terra ferma. In una frazione di secondo l'intero mondo che conoscevo era diventato di un cangiante colore rosso che era sempre stato banale per me. Perché una bambina non conosce ira. Sospirai pesantemente, poggiando delicatamente la testa contro quella del cavallo, ma questo nitrì quando si rese conto di uno sbuffo più pesante, seguito dal rumore di zoccoli. Non ci volle molto affinché un altro cavallo entrasse nella stalla, con in sella il nobile cavaliere con il quale avevo scambiato quel curioso duello di sguardi. Tirò le redini e saltò giù agilmente. "Principessa," disse, il fiato corto, le guance arrossate. Persino in quello stato appariva posato e perfetto come una statua di granito. "Mi congratulo con voi per la vittoria. Non avrei mai creduto che una donna potesse possedere tali abilità..e che magnifica entrata,"
Solitamente un uomo normale avrebbe vessato la fanciulla per essere stato sconfitto, e per aver visto schiacciare la propria mascolinità sotto la suola di uno stivale. Ma Gwayne non era come tutti gli altri, e lo capii da quel momento. Era retto, devoto, nobile. Tutto ciò che io non sarei stata mai. "Vi ringrazio Ser" mormorai compiaciuta.
Miliardi di volte, così tanti innumerevoli uomini si erano piegati al mio volere con delle moine per avermi tutta per loro. Complimenti sulla bellezza, sulle abilità, sulla mia voce perfino. Ero stata toccata, posseduta e baciata, solo perché io lo desideravo, eppure mai avevo conosciuto quel tipo di contatto. Infatti Gwayne Hightower afferrò la mia mano con dolcezza e vi posò un bacio sul dorso. Un semplice schiocco che mise in discussione tutto ciò che avevo sempre voluto. E si aprì in un sorriso irresistibile. Pertanto, la mia innocente malizia illuminò la mia mente ancor prima di pronunciare il mio commiato. Io avrei avuto quell'uomo e l'avrei piegato alla debolezza umana, perché nessuno resiste ad un corpo caldo. E perché le sfide erano le mie preferite.
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Ci si aspetterebbe un abbraccio caloroso da parte di una madre che ha perduto la figlia troppo presto, parole rassicuranti, la promessa di un futuro migliore. Ma tutto ciò che ottenni fu il rimorso, il pentimento. Non riusciva nemmeno a guardarmi mentre il re prendeva posto sul Trono. Mio padre invece non si era presentato. "Quattordici anni," dichiarò Viserys, stringendo l'elsa della spada che puntava l'ultimo degli scalini. "Allontanata dalla tua famiglia, dai tuoi cari e da tutto ciò che conoscevi per pagare l'errore della tua venuta al mondo.." la gola si chiuse, le orecchie fischiarono, tuttavia non mi inginocchiai dinanzi alla sua mera pietà. "Sei tornata molto presto, Viserra"
Come poteva dire ciò? Dopo quello che avevo dovuto affrontare, dopo i pericoli e rischi che erano quasi sfiorati in tragedie, il mio stesso nonno si mostrava scontento della durata di quell'esilio. "Padre-" mia madre fece per prendere parola.
"Non adesso, Rhaenyra"
Lei si zittì, ma la sua postura suggeriva quanto in realtà fosse pronta a combattere Viserys se necessario. "Immagino tu sia qui per essere riconosciuta come figlia legittima"
"Sono sangue del drago, Vostra Altezza. Inoltre credo di aver scontato abbastanza per una venuta al mondo di cui non sono stata artefice. Avevo soltanto dieci anni, ero una bambina sola e spaventata, gettata dall'altra parte del continente senza sapere dove sarei finita. Lorath mi ha accolta, è vero, ma un Targaryen solo nel mondo è una cosa terribile."
Il re espirò sonoramente, combattuto sulla scelta da prendere. La mano, Otto, non era lì al suo fianco per consigliarlo. "Padre," insistette Rhaenyra "Sono sempre stata io la persona da punire, eppure avete condannato una bambina innocente. Concedetele la legittimità,"
Udirla pregare per me non cambiò ciò che pensavo di lei, ma accese un faro di speranza nella mia coscienza e in quella di lei. Comprendere l'errore era stato il passo decisivo.
"Entrando a far parte della linea dinastica non potrai permetterti di errare come tua madre, Viserra." tergiversò il re, ignaro della mia natura folle e ribelle. "Sei la terzogenita della Delizia..Ti suggerisco di prendere questo ritorno come una lezione, ricostruendo il tuo onore affinché il tuo nome possa essere ricordato nei libri di storia, affiancato dall'aggettivo coraggiosa anziché disonorata."
𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ♡
Figuriamoci se Viserra si comporta bene 😌
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𝐂𝐀𝐍'𝐓 𝐂𝐀𝐓𝐂𝐇 𝐌𝐄 𝐍𝐎𝐖 - 𝐆𝐰𝐚𝐲𝐧𝐞 𝐇𝐢𝐠𝐡𝐭𝐨𝐰𝐞𝐫 [𝐇𝐎𝐓𝐃]
ספרות חובביםViserra Targaryen è stata esiliata a Lorath da Re Viserys all'età di dieci anni, per espiare l'errore compiuto da Daemon e Rhaenyra quella notte del funerale di Laena. Quando ritorna, compiuti i ventitré anni, lo fa in grande stile, sfidando durante...