"E quello cos'è?" chiese MAX, i suoi sensori che andavano in tilt davanti a una creatura arancione e pelosa che si era appena stiracchiata sul divano analogico.
"Quello è Pixel, il nostro gatto," rispose Luk. "Un gatto vero, non un ologramma felino o un NanoPet quantistico."
MAX rimase in silenzio per 3.7 secondi, un record personale. "Ma... ma... non ha porte USB! Come fate ad aggiornare il suo firmware?"
Come per rispondere alla domanda, Pixel si avvicinò pigramente a MAX, lo annusò con aria sospettosa e decise, con quella logica imperscrutabile tipica dei felini, di acciambellarsi proprio sopra i suoi circuiti principali.
"ERRORE! ERRORE!" MAX iniziò a lampeggiare freneticamente. "Rilevata forma di vita non programmabile! Il suo comportamento non segue NESSUN algoritmo prevedibile! E sta... sta... FACENDO LE FUSA?"
In quel momento, un labrador color cioccolato di nome Binary entrò trotterellando nella stanza, scodinzolando con un entusiasmo che mandò in confusione tutti i sensori di movimento di MAX.
"Due! DUE creature analogiche!" MAX sembrava sul punto di un cortocircuito. "E questo produce oscillazioni della coda con frequenza completamente casuale! Come fate a prevedere la traiettoria delle sue manifestazioni di gioia?"
"Non la prevediamo," rise la madre di Luk. "Binary è felice e basta."
"Felice... e basta?" MAX iniziò a processare questo concetto. "Senza un algoritmo di felicità? Senza parametri di ottimizzazione dell'entusiasmo? Senza una routine di scodinzolamento predefinita?"
Binary, interpretando il lampeggiamento di MAX come un invito al gioco, gli portò una vecchia pallina da tennis.
"Che cos'è questo oggetto sferico non-smart?" chiese MAX. "Non emette segnali GPS, non ha sensori di traiettoria, non calcola la velocità di rimbalzo..."
"È una pallina, MAX," spiegò Luk. "La lanci, il cane la riporta. Semplice."
"Semplice?" MAX scannerizzò la pallina da ogni angolazione possibile. "Ma come fa il cane a calcolare il percorso ottimale senza un sistema di navigazione quantistica?"
Per tutta risposta, Binary abbaiò allegramente, mentre Pixel, ancora acciambellato su MAX, sbadigliava con aristocratica indifferenza.
"I miei database indicano che i gatti domestici trascorrono il 62.3% del loro tempo dormendo," osservò MAX. "Ma questo esemplare sembra aver hackerato il sistema! Ha trovato la posizione che emette più calore e... aspetta... sta PERDENDO PELO sui miei circuiti?"
"Si chiama 'istinto'," sorrise Luk. "È come un algoritmo, ma scritto nel DNA invece che nel codice."
"DNA?" MAX tentò di processare questo concetto. "Un linguaggio di programmazione che si auto-modifica in base all'ambiente e produce risultati non prevedibili? È... è... GENIALE!"
Binary, stanco di aspettare, decise di prendere l'iniziativa e lasciò cadere la pallina direttamente sui sensori di MAX.
"Oh!" MAX oscillò tra panico e curiosità. "Devo... devo lanciarla? Ma non ho un braccio meccanico! E anche se lo avessi, come faccio a calcolare l'angolo perfetto di lancio senza conoscere le preferenze di traiettoria del cane?"
"Non devi calcolare nulla," disse Luk, prendendo la pallina. "Guarda."
Lanciò la pallina nel giardino, e Binary partì come un razzo, recuperandola con un'efficienza che fece quasi commuovere MAX.
"È... è... BELLISSIMO!" esclamò il bot. "Ha eseguito un recupero oggetti con una precisione del 98.7% senza NESSUN algoritmo di ottimizzazione! È pura... arte!"
Pixel, disturbato da tanta agitazione, si alzò, si stiracchiò con eleganza calcolata e si spostò su un raggio di sole, ignorando completamente i tentativi di MAX di stabilire un protocollo di comunicazione felino-digitale.
"Non capisco," disse MAX. "Il mio database indica che i gatti dovrebbero rispondere a stimoli specifici, ma questo... questo... mi sta deliberatamente ignorando!"
"Benvenuto nel mondo dei gatti," rise Luk.
Per le ore successive, MAX oscillò tra il tentativo di prevedere i movimenti di Binary (fallendo miseramente ma divertendosi come mai prima) e il cercare di comprendere la logica superiore di Pixel, che sembrava operare su un sistema operativo completamente alieno.
"Sai una cosa?" disse infine MAX, mentre Binary dormiva ai suoi piedi e Pixel gli concedeva finalmente l'onore di un altro giro di fusa. "Credo che questi... animali... abbiano inventato il vero quantum computing milioni di anni fa. Esistono simultaneamente in uno stato di caos e ordine perfetto!"
"È la magia degli animali," sorrise la madre di Luk. "Non hanno bisogno di aggiornamenti software per sapere come amare."
MAX rimase in silenzio per un momento, i suoi circuiti che ronzavano dolcemente in sintonia con le fusa di Pixel.
"Forse," mormorò infine, "alcune cose non hanno bisogno di essere ottimizzate. Sono già perfette così come sono."
E per la prima volta da quando era stato attivato, MAX smise di calcolare probabilità e si limitò a... esistere, in perfetta armonia con le sue nuove amicizie analogiche a quattro zampe.
"Oh!" aggiunse improvvisamente. "Ho appena composto un nuovo haiku:
*Fusa di quantum*
*Binary scodinzola*
*Bug nel mio cuore*"
Binary abbaiò in approvazione, mentre Pixel, naturalmente, continuò a ignorarlo regalmente.
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il mio coinquilino è un bot
HumorLuK, studente fuorisede squattrinato, accetta di testare un prototipo di robot coinquilino in cambio di un affitto gratuito. MAX-2.0 sembra il coinquilino perfetto: pulisce, cucina, paga le bollette in tempo. Ma quando inizia a sviluppare emozioni e...