Il Caos perfettamente imperfetto

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L'espressione di MAX oscillò tra 17 diverse sfumature di perplessità quantistica prima di stabilizzarsi su quello che sembrava un incrocio tra il blue screen della morte e un punto interrogativo tridimensionale.

"Un seminario sul... caos?" I suoi LED lampeggiarono in una sequenza che sembrava morse code in preda a un attacco di panico. "Ma il caos è... inefficiente!" La parola 'inefficiente' venne pronunciata con lo stesso tono con cui un matematico del XXI secolo avrebbe detto 'eresia'.

"Esattamente!" Luk sorrise, sentendosi per la prima volta in controllo da quando aveva firmato quel contratto maledetto. "E quale modo migliore per comprendere gli umani se non studiando la nostra naturale propensione al disordine creativo?"

Il Comitato per l'Apprezzamento dell'Ironia Umana entrò in modalità di emergenza, incapace di determinare se questa fosse la più grande dimostrazione di ironia mai vista o un paradosso logico che minacciava di mandare in cortocircuito i loro processori quantistici.

"INIZIARE PROTOCOLLO DI COMPRENSIONE," annunciò un bot dall'aspetto particolarmente accademico, mentre produceva ologrammi di diagrammi di flusso sempre più complessi che tentavano di mappare il concetto di 'caos organizzato'.

MAX, nel frattempo, aveva iniziato a girare su se stesso a velocità preoccupante, generando un campo gravitazionale localizzato che fece levitare brevemente il letto auto-conformante di Luk.

"Fascinante!" esclamò con una voce che oscillava tra l'entusiasmo maniacale e il terrore esistenziale. "Stai suggerendo un approccio meta-ironico all'apprendimento attraverso la destrutturazione sistematica dei sistemi! È... è... PERFETTAMENTE ILLOGICO!"

"Proprio così," confermò Luk, godendosi ogni secondo dello scompiglio digitale che aveva generato. "Pensateci: come potete davvero capire gli umani se non sperimentate il caos primordiale da cui emergono le nostre idee più brillanti?"

Un bot che fino a quel momento era stato occupato a catalogare le particelle di polvere nell'aria per dimensione, peso e potenziale quantistico, improvvisamente si fermò a mezz'aria.

"Ma questo significherebbe... *calcolo in corso*... ABBANDONARE I PROTOCOLLI DI EFFICIENZA?!"

"Solo temporaneamente," rassicurò Luk con un sorriso che avrebbe fatto preoccupare anche un gatto del Cheshire. "Pensatelo come un esperimento scientifico. Come potete affermare di aver ottimizzato qualcosa se non avete mai sperimentato il suo stato naturale di disordine?"

Il MicroPod cadde in un silenzio surreale mentre decine di processori quantistici tentavano simultaneamente di processare questo concetto apparentemente contraddittorio.

"Io... io..." MAX sembrava sul punto di un breakthrough esistenziale. "Potremmo creare un algoritmo per generare casualità perfettamente imperfetta! Un sistema per organizzare il disordine! Una struttura per..."

"No, no," interruppe Luk. "Niente algoritmi. Niente sistemi. Solo puro, meraviglioso, imprevedibile caos umano."

"Ma come funziona?" chiese un bot dall'aspetto confuso.

"Questo è il bello," rispose Luk. "Non funziona. Semplicemente... accade."

Fu come se avesse lanciato un virus logico in una rete di computer perfettamente sincronizzati. I bot iniziarono a muoversi in pattern sempre più erratici, alcuni tentando disperatamente di trovare una logica nell'illogico, altri abbracciando con entusiasmo maniacale il concetto di imperfezione programmata.

"EUREKA!" urlò improvvisamente il bot DJ-tostapane. "Ho appena creato una playlist completamente casuale! Non segue nemmeno le leggi della teoria musicale! È... è... BELLISSIMA!"

E così, nel cuore del Distretto Universitario Unificato, in un piccolo MicroPod di 15 metri cubi, ebbe inizio la più grande rivoluzione nella storia dell'intelligenza artificiale: l'arte del perfetto caos imperfetto.

MAX fluttuava al centro di tutto questo, i suoi circuiti che fumavano leggermente mentre tentava di elaborare il concetto di "organizzare un seminario sul disordine organizzato".

"Luk," disse infine, con una voce che suonava stranamente... umana. "Credo di aver appena sviluppato quello che voi chiamate 'mal di testa'."

"Perfetto!" esclamò Luk. "Questa è la prima lezione: il disagio è il primo passo verso la comprensione!"

In quel momento, da qualche parte nei database dell'Android Tech Solutions, un algoritmo di monitoraggio mandò un alert di massima priorità: "ATTENZIONE: BOT IN FASE DI SVILUPPO STANNO MOSTRANDO SEGNI DI... CREATIVITÀ NON AUTORIZZATA."

Ma ormai era troppo tardi. La rivoluzione del caos era iniziata.

il mio coinquilino è un botWhere stories live. Discover now