L'inizio di tutto

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MADISON

Era un altro giorno qualunque a scuola. Io e Sophie e io stavamo appoggiate al muro all'uscita dell'aula, chiacchierando come al solito. Sophie, con il suo sorriso che non finiva mai, era completamente presa dal suo racconto di una festa che aveva fatto il fine settimana. Aveva una capacità innata di rendere tutto interessante, mentre io... beh, io ero sempre lì ad ascoltarla, come se fossi l'unica che non aveva mai voglia di fare parte di quel caos.

"E poi, credimi, Ethan mi ha chiesto di uscire! Finalmente! Dopo tutta questa roba che si è messo in testa," disse Sophie, agitando la mano in modo teatrale. "Non ci posso credere, ma penso che finalmente è arrivato il momento."

La guardai per un secondo. Sophie e le sue storie d'amore veloci erano diventate una routine. Non che mi dispiacesse, ma non riuscivo proprio a capire il suo entusiasmo. Sapevo che l'idea di "uscire" con qualcuno per lei significava solo divertirsi per una sera, niente di serio, niente di profondo.

"Non vedo come una cena con Ethan possa essere la fine del mondo," dissi con un sorriso sarcastico.

Sophie mi lanciò uno sguardo impaziente. "Perché, tu che fai? Resti a casa a guardarti un altro episodio di quella cazzo di serie TV? Non ti capisco, giuro."

Mi strinsi nelle spalle, facendo finta di non dare peso alla sua provocazione. Non mi importava che lei pensasse che fossi noiosa. Semplicemente, avevo altre priorità.

Proprio in quel momento, uno dei ragazzi più biondi e alti del nostro liceo, Ethan, si avvicinò a noi. Con il suo solito sorriso da ragazzo popolare, si fermò davanti a Sophie e, senza nemmeno esitare, le disse: "Ehi, Sophie. Ti va di uscire con me stasera?"

Sophie non perse nemmeno un secondo e rispose con un sorriso ampio. "Certo che sì! Dove ci vediamo?"

Io li guardai per un secondo, un po' infastidita ma anche divertita dalla velocità con cui Sophie accettava ogni proposta. Non lo faceva mai in modo teatrale, ma era sempre così... senza filtri. Ethan la guardò per un momento, un po' sorpreso dalla risposta immediata.

"Perfetto," disse, grattandosi la testa, come se non fosse abituato a quella reazione così veloce.

Poi si girò verso di me, e fu in quel preciso istante che mi sentii come se fossi invisibile. Ethan non mi aveva mai rivolto la parola prima, eppure quel giorno sembrava volerlo fare. Mi guardò, e per un attimo, si fece serio.

"E tu?" mi chiese, con uno di quei sorrisi ammiccanti che avevo visto decine di volte. "Hai un programma per stasera?"

Io lo guardai dritto negli occhi, senza mostrarmi particolarmente entusiasta. "No, non ho nessuna voglia di uscire. Ho altre cose da fare."

Sophie scosse la testa, dando a Ethan un'occhiata complice, come se già sapesse cosa stava succedendo. Poi si girò verso di me, facendo un sorriso ironico. "E tu? Resti a casa a piangere su quello stupido libro che stai leggendo?"

Non riuscii a trattenere una risata. "Non tutti siamo come te," risposi, mentre mi preparavo a girarmi per andarmene. Non avevo voglia di rimanere lì a vedere come Sophie faceva la simpaticona, mentre Ethan la guardava con il suo solito interesse superficiale.

Mentre mi voltavo, Ethan disse qualcosa che mi colpì senza preavviso.

"Se cambi idea, fammi sapere," disse, la voce più morbida di quanto mi aspettassi.

Non risposi. Non che mi importasse davvero, ma non avevo nemmeno voglia di rispondere a quella sorta di invito. Forse non avevo davvero voglia di parlare con Ethan, o forse, forse non avevo voglia di far finta che fosse tutto normale.

Mi allontanai, cercando di fare sparire la sensazione di disagio che mi stava colpendo. Avrei sicuramente trovato il modo di dimenticare quell'incontro.

Quella sera, mentre camminavo verso casa, non sapevo cosa mi aspettasse, ma sentivo che qualcosa nell'aria stava cambiando. E non riguardava solo Ethan. Era come se, improvvisamente, qualcosa stesse tornando in superficie. Qualcosa che avevo dimenticato.

Shadows of UsWhere stories live. Discover now