Oggi è il giorno.
Il fatidico giorno.Mi sveglio e attento al bordo del letto che qualcuno venga a trovarmi, a dirmi una parola, nonostante ci siano solo i miei rapitori a poter entrare nella lussuosa camera che mi tiene prigioniera.
Poi quel momento arriva. È Damon.
Chiude lentamente la porta è si avvicina verso di me con un oggetto nella mano destra.
<<Buongiorno Jennifer>><<Buongiorno>> sussurro abbassando lo sguardo.
Sento i suoi occhi puntati su di me.
<<Jackson mi ha raccontato della tua tentata fuga ieri e mi ha ordinato di metterti questo>> dice porgendomi un... Bracciale? <<È un braccialetto elettrico. Per monitorarti nel caso tu prova nuovamente a scappare>>Mi limito ad osservarlo mentre me lo mette delicatamente al polso. Poi si siede li vicino a me sperando che gli dica qualcosa.
Niente.
Si rialza e si allontana vedendomi non a mio agio.Il silenzio della villa è snervante. Ogni secondo sembra allungarsi, trasformandosi in un'agonia lenta. Jackson non si è visto per un po', ma so che è solo questione di tempo.
Mi muovo lentamente nella stanza, il braccialetto elettrico al polso che pesa più di qualsiasi catena. Ogni movimento è controllato, ogni respiro calcolato. Non posso permettermi di perdere il controllo. Non ora.Damon è rimasto in silenzio per gran parte della mattinata. Mi osserva da lontano, come se volesse dire qualcosa, ma si trattiene. Non riesco a capire da che parte stia davvero. Forse nemmeno lui lo sa più.
Finalmente, Jackson fa il suo ingresso. La sua presenza riempie la stanza, come un veleno che si diffonde lentamente. Gli occhi freddi, il sorriso appena accennato, come sempre. È vestito in modo impeccabile, ma c'è qualcosa di inquietante in quella perfezione. Ogni dettaglio, ogni gesto, è un gioco di potere.
<<È quasi ora>>annuncia con voce bassa e controllata. <<I tuoi cari stanno per arrivare, Jennifer...>> Mi guarda, valutandomi. <<Chissà cosa penseranno quando ti vedranno.>>
Non rispondo. Ogni parola sarebbe solo un'altra corda che potrebbe usare contro di me.
Jackson si avvicina, ogni passo un rintocco nella mia mente. Si ferma davanti a me, troppo vicino. Il suo sguardo si posa sul braccialetto al mio polso, poi risale, incontrando i miei occhi.
<<Non fare sciocchezze, Jennifer.>> sussurra, le dita che sfiorano il braccialetto. <<Non vorrei doverlo usare.>>
Il suo tocco scivola lungo il mio braccio, fino al collo. Mi irrigidisco, ma lui sembra godere della mia reazione. È un gioco perverso, e lui conosce tutte le regole. Ogni gesto, ogni parola, è studiata per destabilizzarmi.
<<Perché... perché fai tutto questo?>> riesco a sussurrare, la voce quasi rotta.
Jackson inclina la testa, come se trovasse la domanda divertente. <<Perché posso. Perché i tuoi zii mi hanno tolto tutto, e ora tocca a me riprendermi ciò che è mio.>>
Il suo sguardo si fa più intenso, e sento il respiro farsi pesante. È come se mi stesse leggendo dentro, smontando pezzo per pezzo ogni mia resistenza. Ogni minuto con lui è una battaglia silenziosa, un duello che non posso permettermi di perdere.
<<Presto arriverà Eleonor...>> continua, con un tono quasi dolce. <<...E quando sarà qui... beh, tutto questo sarà finito. Per qualcuno.>>
Il peso delle sue parole mi schiaccia. Eleonor... è tutto per me. Come posso permettere che venga trascinata in questo incubo? Ma non ho scelta. Devo trovare un modo, una soluzione. Anche se significa fare un patto con il diavolo.
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Tell me who you are
RomanceJennifer ha passato la sua infanzia in una scuola privata e cresciuta da sua zia per la morte improvvisa e misteriosa dei suoi genitori quando aveva nove anni. Una sera, nelle strade della città si accorgerà che non è da sola. Uno scambio di persona...