Questa ragazza è fenomenale.
Pur di far vincere il suo orgoglio contro Marco è disposta a bagnarsi sotto la pioggia.
"Mi stupici."
"Hug?"
"Mi stupisci perché prima dici che stai morendo di freddo e ora che c'è qualcuno che ci vuole aiutare, tu lo rifiuti." dico guardando le mie scarpe che erano completamente bagnate."Beh? Allora che fate?" chiede Marco guardando Giuditta con occhi pericolosi.
"Saliamo!" dico convinta, con tutto il mio coraggio per poi avviarmi sulla porta della macchina ed entrare.
"Che cosa?!""Tu che fai?" chiediamo entrambi in coro.
"Niente." dice e si incammina verso scuola.Ma quanto può essere testarda?!
La macchina inizia ad accelerare ma Giuditta è lì fuori, mi sento un po' in colpa per aver lasciato da sola la mia migliore amica.
"Vale, c'è qualcosa che non va?" mi chiede sussurrando nell'orecchio in modo sensuale.
"Devo scendere." dico aprendo la porta. "E poi tu non vieni nella nostra scuola.""Ieri mio padre ha parlato con il preside, ed eccomi qua."
"Ora capisco..."
"Cosa?"
"No niente." dico fingendo un sorriso."Ora scendo, non posso lasc-" mi interrompe Marco per dire qualcosa con un tono sicuro.
"Tu non ti muovi da qui."
"Cosa?!"
"Hai capito perfettamente, se ti muovi... Muori."dice cacciando la pistola che aveva nascosto."Che vuoi da me?" dico con un tono da sfida mentre i nostri occhi si fanno più cupi ed intensi.
"Un'informazione."
"Cioè?""Sei stata sola con Alex ieri?" dice abbassando lo sguardo verso la pistola e impugnandola con una stretta potente.
"Si perc-""Allora hai visto tutto."
"Visto cosa?" chiedo curiosa.
"Non hai visto nulla?"
"Non so di che cosa stai parlando...""Vattene." dice indicando la porta. "Esci da questa macchina adesso!"
Cosa avrei dovuto vedere? O meglio cosa non avrei dovuto vedere... Che c'entra Alex con tutta questa storia.
Scendo dalla macchina un po' scossa dalle cose che erano appena accadute.
Devo raggiungere Giuditta e raccontarle tutto. Ma dov'è?
Non è una cosa da tutti i giorni incontrare un ragazzo con una pistola.
C'è qualcosa di strano.
ALE'S POV
Mi muovo agitandomi nel letto ma Kevin mi prende alla vita per stringermi con tutto l'amore che ha contro il suo petto.
"Dobbiamo andare a scuola." dico alzandomi dal letto per andare in cucina e vedere l'orario.
Sono così stanca.
Mentre vado in cucina Kevin mi afferra il braccio.
"Che c'è Kevin?" dico ancora assonnata.
"Rimaniamo qui."
"No, dobbiamo andare a scuola e poi i miei genitori dovrebbero tornare a momenti."
"Che palle la scuola..."Guardo l'orario.
"Muoviamoci!"
"Huh?" mi chiede lasciando baci umidi sul mio collo.
"Abbiamo saltato la prima ora!"
"Pazienza..." dice alzando gli occhi al cielo.
"No, andiamo!"
"Amore..." mi gira il viso per farmi vedere i suoi occhi. "Ti devo far vedere un posto."Mi avvio nella camera da letto per prendere dei vestiti da indossare. Un paio di jeans neri e una semplice maglietta a maniche corte bianca con una scollatura a V e successivamente indosso delle converse nere.
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Il Parco Fluviale.
Non-FictionQuel posto era incantevole. Ci stavano ragazzi con lo stereo che ballavano, altri invece facevano cartelloni enormi oppure c'era chi giocava con il pallone a pallavolo. Un parco lungo il fiume, usato come punto d'incontro per molti asolescenti. Un g...